sabato 13 aprile 2024

13 aprile - PALERMO: A PROPOSITO DEGLI ARRESTI, PROVVEDIMENTI CAUTELARI E DISCIPLINARI, DI PADRONCINI COOP SOCIALI E FUNZIONARI PUBBLICI....COMUNICATO DELLO SLAI COBAS SC

Comunicato 13/04/2024

A proposito della notizia degli arresti e dei provvedimenti cautelari e disciplinari nei confronti di presidente e collaboratori della Cooperativa Nido D’Argento di Partinico così come nei confronti di una funzionaria della Città Metropolitana di Palermo, responsabile della Direzione delle politiche sociali, lo Slai Cobas per il sindacato di classe denuncia da tempo sia per iscritto che nei diversi incontri che si sono succeduti nelle differenti sedi istituzionali, con i rappresentanti della Città metropolitana, ma anche con quelli dell’Assessorato al Lavoro/Famiglia nonché in differenti Commissioni regionali presso l’Ars, le difformità, rispetto alla norma vigente, emerse in alcuni casi per quanto riguarda in particolare le assunzioni delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati nel delicato servizio di assistenza igienico-personale specializzata agli studenti disabili delle scuole superiori, non tenendo conto ad esempio dell’anzianità di servizio o di specifiche richieste delle famiglie sul principio della continuità utente/operatore come previsto e lottando fino ad oggi anche per le mancate assunzioni di lavoratrici precarie storiche che non sono rientrate regolarmente al lavoro come doveva essere.

I palazzi del potere, come la Città Metropolitana, avendo tolto la clausola di salvaguardia dai bandi da alcuni anni, hanno più volte successivamente giustificato l’agire non legittimo di alcune Coop sulle assunzioni, segnalato e denunciato sempre da questa O.S., con la questione della “libertà di impresa” dei padroncini “appellandosi” all’art. 41 della Costituzione, ma lo Slai Cobas sc ha sempre ribadito con forza che il su citato articolo deve però essere applicato nella sua interezza e non solo nella prima parte, esso infatti recita “ L'iniziativa economica privata è libera” MA! “non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali…”

Le continue denunce e conseguenti proteste delle lavoratrici e dei lavoratori precari hanno riguardato sempre anche i ricorrenti ritardi nello stanziamento dei fondi necessari al servizio con il conseguente ritardo nell’inizio dell’anno scolastico per gli studenti disabili, così anche l’insufficiente controllo sull’operato generale delle Coop Sociali nell’applicazione dei contratti e della normativa vigente da parte degli uffici preposti della Città Metropolitana di Palermo, controllo dovuto per legge, visto che si tratta dell’istituzione che emette i bandi per l’affidamento del servizio.

Tutto questo, ripetiamo, è scritto nei nostri documenti inviati o consegnati agli uffici competenti, anche nell’ultimo presentato alla Città Metropolitana in occasione dello sciopero delle donne /lavoratrici dell’8 marzo scorso.

A tutela delle lavoratrici e dei lavoratori Assistenti igienico-personale specializzati organizzati e in lotta con lo Slai Cobas sc , nei prossimi giorni ci si mobiliterà per evitare che il danno fatto da padroncini e funzionari corrotti possa ricadere su di loro con possibili interruzioni di servizio e del lavoro, e su questo, oltre a riservarsi di costituirsi parte civile in eventuali processi, lo Slai Cobas sc dichiara fin d’ora che nessuna lavoratrice o lavoratore deve perdere in alcun caso il posto di lavoro.

Assemblea mercoledì 17 aprile presso la sede Slai dalle ore 15,30

Via M. Cipolla 93 Palermo

Slai Cobas per il sc Palermo

articolo di palermotoday

 

"Soldi e regali per aggiudicarsi gli appalti": 8 arresti per corruzione, c'è anche l'ex sindaco di Partinico

L'indagine condotta dai carabinieri ha interessato anche i comuni di Balestrate, Marsala, San Cataldo Agrigento e la Città metropolitana di Palermo. Al centro c'è una cooperativa che si occupa di assistenza domiciliare del trasporto di anziani e disabili. In carcere Giuseppe Gaglio "patron" di Borgo Parrini, ai domiciliari pure Salvatore Lo Biundo

Avrebbero corrotto pubblici amministratori con soldi, regali e cene al ristorante per ottenere una corsia preferenziale per la loro cooperativa, la Nido d'argento con sede a Partinico, e aggiudicarsi gli appalti sull’assistenza domiciliare, sul trasporto di anziani e disabili e sui servizi per i minori. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare con cui il gip Elisabetta Stampacchia ha disposto il carcere per tre indagati, tra i quali c'è il comandante della polizia municipale e capo di gabinetto del Comune di Agrigento, e i domiciliari per altri cinque. Per altre tre persone è scattata la sospensione dal pubblico ufficio. Sono accusati a vario titolo turbata libertà degli incanti, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e peculato.

In carcere vanno Giuseppe Gaglio (61 anni, di Partinico), Massimiliano Terzo (43, di Palermo) e Gaetano Di Giovanni (61, di Raffadali); ai domiciliari Giuseppe Chiaramonte (45, di Palermo), Francesco Chiavello (62, di Partinico), Salvatore Lo Biundo (54, di Partinico, ex sindaco), Maria Pia Falco (67, di Marsala) e Aldo Raimondi (65, di San Cataldo). Sospensione per M. R. M. (56, di Bisacquino), M. S. (62, di Palermo) e A. G. (59, di Palermo). L’indagine, condotta dai militari della compagnia di Partinico e coordinata dalla Procura, ha interessato i comuni di Partinico, Balestrate, Marsala, San Cataldo Agrigento ma anche la Città metropolitana di Palermo e l'ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo che a oggi non ha alcun incarico pubblico. L’attività investigativa è servita a “delineare l’esistenza di un’associazione per delinquere - si legge in una nota diffusa dal Comando provinciale - finalizzata a commettere delitti contro la pubblica amministrazione, composta da quattro persone poste al vertice della cooperativa di servizi socio-sanitari con sede a Partinico”. Durante le intercettazioni gli investigatori hanno individuato a Borgo Parrini, dove Giuseppe Gaglio aveva investito parte dei guadagni, il "luogo abituale d’incontro tra i vertici della cooperativa e alcuni dei pubblici ufficiali compiacenti, dove sarebbero stati rinsaldati i reciproci illeciti legami". Nel corso delle indagini gli investigatori hanno accertato che sarebbero “numerose le assunzioni alle dipendenze della cooperativa di persone indicate dai pubblici ufficiali. L’obiettivo - spiegano ancora dal Comando - sarebbe stato quello di velocizzare i pagamenti e le liquidazioni da parte degli enti locali nei confronti della cooperativa o aggiudicarsi costosi appalti”. I militari avrebbero inoltre scoperto una fattura da 30 mila euro emessa dalla cooperativa e pagata dall’ente pubblico a fronte di servizi mai espletati.

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, con lo stesso provvedimento, ha disposto il sequestro preventivo di una somma di oltre 50 mila euro, di alcuni gioielli e della stessa cooperativa che ha un fatturato annuo di circa 13 milioni di euro e oltre 1.250 dipendenti.

La collana di smeraldi, il libro mastro e la falsa fattura da 28 mila euro

Durante le perquisizioni, i militari - come riporta il gip Elisabetta Stampacchia nell'ordinanza di custodia cautelare - non hanno trovato soltanto la preziosa collana, donata ad una funzionaria della Città metropolitana di Palermo, Michela Sclafani (che è stata sospesa), ma anche una sorta di libro mastro, con cifre accompagnate dalle scritte "prevalenti" e "integrative" con l'indicazione dei Comuni (Bronte, Marsala, Carini, Gela) dove sarebbe avvenuta la raccolta del denaro e dei nomi dei veritici della coop destinatari delle somme. A tenere questa contabilità parallela sarebbe stato un altro degli arrestati, Massimiliano Terzo, formalmente dipendente part-time della "Nido d'Argento", che è finito in carcere. Secondo l'accusa, inoltre, sarebbero stati creati dei fondi neri per poter pagare le mazzette e, in relazione ad un appalto a Marsala, grazie al "contributo" di una dirigente del Comune, Maria Pia Falco (per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari), la "Nastro d'Argento" avrebbe ottenuto - attraverso una fattura elettronica fittizia - 28.344,75 euro in realtà non dovuti

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