da
Operai ControCaro
Operai Contro, in tutto il Paese sono circa 45 mila compreso
l’indotto, i lavoratori dipendenti, in fibrillazione nel settore
dell’elettrodomestico.
Nella sola Lombardia dove gli addetti
sono 15 mila con l’indotto, la crisi viene sempre più allo
scoperto con l’annuncio di licenziamenti ed esuberi. L’esempio di
3 famosi grandi marchi.
1) La Candy di Brugherio (MI) con oltre
mille dipendenti, dopo i licenziamenti incentivati sono rimasti meno
di 300 operai, poco più il numero degli impiegati con lo staff
dirigenziale.
Invece di opporsi ai licenziamenti, chiamando gli
operai a forme di lotta risolute, il sindacato ha firmato un accordo
con l’azienda, per l’estensione della procedura di riduzione del
personale su base volontaria che riguarderebbe altri 100 dipendenti.
Accordo che stabilisce lo stop della produzione di lavatrici il 30
giugno 2025. E poi provvederà un fantomatico, non meglio specificato
progetto di “riconversione” dello stabilimento?! Altro che lotta
ai licenziamenti! La linea guida del sindacato, sembra essere quella
dei licenziamenti incentivati, collaudati su vasta scala alla
Stellantis!
2) Alla Beko (ex Whirpool) di Cassinetta di
Biandronno (VA), il fermo di 2 delle 5 linee del più grande sito
europeo per la produzione di frigoriferi provocherà, su 2.200
dipendenti, 800 esuberi di cui 541 già dichiarati.
Qui la
risposta del sindacato si esaurisce nella richiesta all’azienda di
rivedere il piano industriale, perché dice T. Franceschetti della
Fim Cisl: “Non è ammissibile il saccheggio dei marchi per poi
spostare la produzione in Paesi low cost”. Una motivazione che
sembra più una difesa del “marchio di prestigio” e non un
opporsi con la lotta alla dichiarazione di esuberi e licenziamenti in
quanto tali.
3) All’Electrolux di Solaro (MI) l’azienda
chiede “esodi” volontari e usa i contratti di solidarietà per
tagliare la busta paga dei 644 operai e lavoratori. Con il rischio
che questi, o una parte di loro, venga dichiarata in esubero, per via
del calo di produzione di questo settore in tutta Europa, come spiega
il sindacato.
Non è compito degli operai, né del sindacato che
dovrebbe rappresentarli, occuparsi di cosa produrre (fatto salvo
l’ambito della nocività, del rischio, dei ritmi, dei carichi di
lavoro, della sicurezza, ecc.).
La resistenza ai licenziamenti,
senza se e senza ma, investe di questa responsabilità il padrone o
chi per esso.
Saluti Oxervator.
Nessun commento:
Posta un commento