mercoledì 5 dicembre 2012

PER BERSANI IL LAVORO AL PRIMO POSTO SPERIAMO NON SEGUA L'ESEMPIO DI FASSINO...

Bersani,
subito dopo la vittoria su Renzi nelle primarie PD, afferma che
nel suo programma il lavoro sarà al primo posto.
Favorevole ad una coalizione di centro-sinistra con il leader di SEL
N. Vendola il Partito Democratico sembra improntato a incarnare le
aspirazioni del 40% degli italiani, che la crisi ha reso più
poveri e molti disoccupati e precari, senza prospettive di un lavoro
sicuro e dignitoso per il futuro.

Proprio come per noi ex lavoratori ThyssenKrupp di Torino, che la
tragedia del 6 dicembre 2007 ha privato, oltre che di 7 compagni di
lavoro uccisi in nome del profitto, anche del lavoro stesso.

Il
Comune di Torino si era impegnato a ricollocarci ma a distanza di
quasi 5 anni (non è certo mancato il tempo, semmai la
volontà) per noi si prospetta la strada della
disoccupazione, così come per milioni di lavoratori in
tutto il Paese.



La
questione del lavoro, per noi ex lavoratori della ThyssenKrupp di
Torino, come per gli operai dell'ILVA di Taranto e così come
per chiunque altro, è una questione politica: Bersani,
Vendola, Fassino ma anche Grillo e così tutti gli altri
che mettono il lavoro al centro delle proprie agende politiche non
possono non rendersi conto che la questione della salvaguardia e
della creazione di nuovi posti di lavoro è l'unica misura
possibile (e necessaria) per uscire dalla crisi.



Bersani,
non occorre attendere di insediarsi al governo per darsi da fare!


E'
tempo di agire fin da ora, la situazione non lascia spazio ad
attendismi e prese in giro, chi lo fa se ne assume la responsabilità
di fronte al Paese e per il Pd questo vale anche nei confronti di
tutti quei militanti di partito che si sono adoperati, in nome del
bene del paese, per il cambiamento del paese e perché siano
messi al centro gli interessi non delle banche e dei gruppi
finanziari e degli speculatori ma dei lavoratori.



Per
questo occorre varare subito un piano nazionale (e locale nella
maggiori città e aree industriali) per rilanciare il lavoro
partendo da semplici misure quali: la riconversione di
attività industriali inquinanti (Ilva) per produrre beni
utili rispettando salute e dignità dei lavoratori e
dell'ambiente; il potenziamento della scuola pubblica
ristrutturando gli edifici che cadono a pezzi e stabilizzando i
contratti degli insegnanti per le attività didattiche;
aumentare gli investimenti nell'università italiana
e nell'attività di ricerca, evitando così la fuga
all'estero di preziosi “cervelli” e competenze; la bonifica
delle aree industriali dismesse (come quella della ThyssenKrupp a
Torino) facendo gravare i costi su chi le ha commesse (lucrando
sulla salute di lavoratori e cittadini) e non, come  sempre, sulla
collettività; la ristrutturazione della rete di trasporti
pubblica nazionale e locale diventato ormai costoso, inefficiente e
insicuro (strage di Viareggio) per i viaggiatori e i pendolari e
liberandolo da manager super-pagati e incompetenti (Moretti);
l'aumento dell'offerta turistica non solo intesa come ricettività
(spesso legata ad abusivismi e scempio del paesaggio ormai ben noti)
quanto al miglioramento di musei, aree archeologiche e luoghi
d'interesse artistico già
esistenti attraverso il prolungamento dei giorni e
degli orari di apertura, spesso chiusi per mancanza di personale o
chiusi da decenni per interminabili restauri, a vantaggio di abitanti
e turisti; studiare un capillare piano di raccolta differenziata
dei rifiuti in tutto il paese sul modello di San Francisco, dove
questa sfiora il 96% del conferito, che diverrebbe così
un'importante opportunità ecologica per l'ambiente e insieme
occasione lavorativa; varare piani per la pulizia estiva di alvei
di fiumi, torrenti, canali, ecc. che procurano immancabilmente
morti e distruzione alle prime precipitazioni (troppo comodo lanciare
l'allerta meteo e poi chi s'è visto s'è visto);
eliminare l'IMU sulla casa abitativa e imporla ai patrimoni
immobiliari di palazzinari, speculatori e al Vaticano, la più
grande immobiliare italiana!



Chiunque
oggi dice di voler risollevare le sorti del nostro Paese non può
che far proprie le istanze provenienti dalla società reale che
già oggi si batte per il lavoro, la salute, l'ambiente (contro
la devastazione ambientale), per la salvaguardia della scuola
pubblica, per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per un lavoro utile
e dignitoso e impegnarsi con esse a mettere in pratica queste misure.


E'
solo una questione di volontà politica.






Torino,
4 dicembre 2012
Ex
lavoratori ThyssenKrupp Torino

Nessun commento:

Posta un commento