Come abbiamo già scritto riguardo alla manifestazione cittadina a Taranto di
sabato 15 dicembre, noi appoggiamo tutti i cittadini, gli abitanti dei
quartieri, i lavoratori, che scenderanno in piazza contro il decreto
salva-Riva del governo di dittatura "tecnica" Monti/Clini; un vero e proprio
diktat che insieme a Napolitano afferma e impone contro le istanze degli
operai Ilva e della popolazione di Taranto un decreto che punta
salvaguardare la produzione per i profitti di Riva e dei padroni, creando un
precedente pericoloso con il discorso del 'sito strategico'.
Ma naturalmente saremo alla manifestazione perché
noi siamo sempre con/tra
le masse popolari, anche quando insieme a cose giuste vengono portate avanti
posizioni, concezioni, sbagliate o si inseriscono aspetti giusti in una
cornice generale sbagliata.
Ma altrettanto chiaramente non aderiamo alla manifestazione per come è
indetta e per le posizioni dei suoi principali organizzatori, il "Comitato
cittadini e lavoratori liberi e pensanti".
Il Comitato l'ha costruita contro le "adesioni". Le forze per partecipare,
come è scritto nel volantino/manifesto, devono andare senza alcun simbolo
visibile, e non possono fare interventi come realtà organizzate. Chiunque
partecipi lo deve fare a titolo individuale. Ci sono quindi solo i
"cittadini". E dietro questo termine ci stanno tutti, dall'operaio, dalla
donna o disoccupato dei Tamburi, al capo della Confcommercio.
Questa non è una cosa 'nuova' ma corrisponde ad un vecchio slogan, sempre
respinto nelle lotte proletarie, perché falso e fuorviante, che dice:
"stiamo tutti nella stessa barca", in cui poi il proprietario della barca ha
il 'comando' e i lavoratori e le masse popolari devono remare per lui:
questa è di fatto la parola d'ordine degli organizzatori del 15 dicembre,
perché la contrapposizione sarebbe di tutta la città (senza distinzione di
classe) contro l'Ilva.
Sotto la veste di "cittadini" si dà spazio a rappresentanti e a associazioni
di ampi settori della media borghesia tarantina (che comunque hanno altri
strumenti per rendersi visibili), i quali finchè la questione Ilva, dell'inquinamento,
le conseguenze economiche non lambivano le loro classi, si voltavano dall'altra
parte quando gli operai morivano, si ammalavano, quando moriva di tumori la
gente dei Tamburi.
Noi non possiamo favorire un'immagine della città in cui tutti i settori
sociali, tutte le classi, tutte le realtà organizzate sembrano unite. Perché
questo non è vero. I rappresentanti della borghesia partecipano perchè
vogliono dallo Stato soldi per loro, si fanno paladini di un ritorno ad
un'economia di cozze/agricoltura/turismo, per fare là i loro utili, con il
lavoro nero e senza sicurezza (basta vedere come lavorano le braccianti, o i
lavoratori immigrati nelle campagne, i precari che lavorano nelle attività
marine, o vedere come vengono trattate le commesse, ecc. ecc.).
Quando si consolida uno spirito "cittadino", si dimenticano in realtà le
condizioni reali di tanti proletari.
Perchè poi dovrebbero essere cancellate le forze, come lo slai cobas per il
sindacato di classe, la Rete per la sicurezza sui posti di lavoro, altre
realtà di base che lottano, da anni, a Taranto contro padron Riva e i
governi e lo Stato dei padroni, che da anni si battono per la difesa del
lavoro, della sicurezza e salute in fabbrica, e della popolazione dei
quartieri? - basterebbe ricordare che proprio oggi si conclude il processo
per la morte del 18 aprile 2006, di Antonio Mingolla, marito di Franca
Caliolo e la importante manifestazione nazionale del 18 aprile 2009 della
Rete a Taranto, in cui erano presenti - e visibili con i loro striscioni -
molti di coloro che oggi sono a capo del Comitato Liberi e pensanti o che vi
partecipano, e in cui era bello e importante che tante bandiere, rosse
innanzitutto, si ritrovassero unite incutendo la giusta paura a digos, stato
e padroni, politicanti e sindacati locali.
Sotto la coperta di "cittadini", possono tranquillamente riciclarsi e avere
legittimità chi nulla ha fatto finora contro Riva, morti sul lavoro,
inquinamento; e quel che peggio personaggi di partiti parlamentari o di
governo, candidati a tutte le elezioni possibili, che ora fanno l'"anima
bella" di giorno nella manifestazione e si preparano a fare l'anima nera di
notte, rimanendo in partiti che sono pienamente responsabili o sostenitori
del decreto salva-Riva. E in questo periodo preelettorale si dà
oggettivamente spazio anche agli esponenti di partiti di centrodestra, che
siccome sono contro Monti, strumentalmente ora si dichiarano contro il
decreto, o per la 'chiusura dell'Ilva' - di questi, si possono fare elenchi
di nomi.
Noi, invece, avremmo voluto vedere chi viene e non viene con le loro
"bandiere" alla manifestazione anche per poterne chiedere "conto" del loro
operato filopadronale sempre.
Il discorso "niente partiti", "niente sindacati", può sembrare
apparentemente contro i partiti parlamentari e i sindacati venduti, e più in
sintonia con il sentire delle masse, ma lascia di fatto ipocritamente tutto
come prima o propone ai lavoratori e alle masse il discorso alla 'grillo',
in cui, come 'grillo' non è che poi le masse e i lavoratori abbiano la
parola, ma uno ha la parola. E a Taranto il pensiero unico del"Comitato
cittadini e lavoratori liberi e pensanti".
Il Comitato attacca i sindacati, in quanto sindacati. Questo se da un lato
attenua oggettivamente la critica ai sindacati filo aziendali e
conciliativi, dall'altro vuole affermare una linea populista e demagogica
tra gli operai: "nessuna organizzazione sindacale" - ma non è quello che
vogliono i padroni e lo Stato? - per cui anche gli operai devono essere
"individui" o massa seguace del Comitato (che per una cosa buona che fa, la
direzione dell'occupazione della Direzione Ilva il 27 novembre, ne fa dieci
male, lasciando dopo il momento di lotta gli operai disorganizzati, senza
prospettiva, senza poter contare con un sindacato di classe nelle loro mani
nella più difficile guerra di classe quotidiana contro padron Riva, ma
semplicemente in attesa della prossima eventuale protesta.). Questa
posizione è contro tutta la storia del movimento operaio ed è oggi
sbagliata.
E' da queste posizione che è venuta la loro diserzione all'unica
manifestazione effettivamente promossa dopo anni dagli operai dell'Ilva in
quanto tali e non come 'cittadini', quella degli operai del Mof, disertata
perché organizzata da un sindacato di base, l'Usb, con l'adesione e la più
ridotta ma attiva presenza dello slai cobas per il sindacato di classe.
Ma torniamo alle indicazioni del volantino/manifesto che convoca la
manifestazione del 15, in esso si scrive: "non ci saranno interventi dal
palco e si invita a non portare simboli associativi o partitici di alcun
tipo".
Nei fatti, pur avendo il Comitato convocato questa manifestazione con una
sigla ad hoc "comitato 15 dicembre", a tutti è sostanzialmente vietato di
parlare, meno che a loro, a tutti è vietato di portare simboli, bandiere, ma
loro saranno ben visibili anche senza l'apecar con le magliette, tutti non
devono essere "liberi" meno che gli esponenti del Comitato. Questo non è
accettabile ed è preoccupante.
Per gli operai, per i movimenti proletari, popolari, studenteschi
antagonisti, le bandiere, i loro striscioni, la visibilità delle loro
organizzazioni, rappresentano le proprie storie, la propria identità e
proposta di lotta. Ogni altro tipo di messaggio, pur nelle migliori
intenzioni, è oggettivamente qualunquista o va avanti la demagogia,
l'interclassismo, l'oscuramento degli interessi di classe, che sono
contrapposti in questo sistema capitalista non solo tra operai e padroni ma
tra proletariato e media borghesia ecc.
Gli operai, in particolare, i proletari sono morti per difendere le loro
bandiere rosse! Chi oggi dice "niente bandiere, niente simboli visibili",
toglie innanzitutto le bandiere rosse, dato che di solito nere o altro non
si portano nelle vere manifestazioni di lotta. Si può giustificare la cosa
in molti modi, si potrà riempirla di denuncia contro la politica e il
sindacalismo filopadronale e filogovernativo, ma non pensiamo che questo
favorisca la forza e la coscienza di classe autonoma di operai e masse
popolari.
Comunque la manifestazione sarà grossa ed è bene che lo sia, ma pensiamo che
se la lotta continua e va fino in fondo il tempo modificherà questo stato di
cose
Slai cobas per il sindacato di classe - Taranto
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