lunedì 13 gennaio 2014

Appello alla mobilitazione: ci vediamo il 12G a Firenze verso la settimana di lotta 15-22G


   Martedì, 07 Gennaio 2014 10:25
   Abitare nella crisi
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Appello alla mobilitazione: ci vediamo il 12G a Firenze verso la settimana
di lotta 15-22G

Vediamoci il 12 gennaio tutt* a Firenze

Prepariamo la settimana di lotta dal 15 al 22 gennaio

Il decreto milleproroghe, oltre ad aumentare il prelievo dalle tasche di
ogni abitante attraverso aumenti d'imposta e delle tariffe, ha varato anche
il rinvio degli sfratti per finita locazione (mettendo una toppa al decreto
che andava in scadenza proprio con la fine di Dicembre). Una sospensione di
sei mesi per quelle famiglie che rientrano nei requisiti delle cosiddette
categorie protette. Parliamo di nuclei con un reddito lordo annuo di 21mila
euro con figli a carico, ultrasessantacinquenni, diversamente abili con
invalidità superiore al 66% o malati terminali.

Quante famiglie vengono salvate da questo provvedimento? Forse un migliaio,
a fronte di oltre 260mila sfratti per morosità già esecutivi. Un inutile
intervento di pelosa salvaguardia, funzionale a coprire l'assenza del
previsto decreto sulla casa annunciato dal ministro Lupi in pompa magna ad
Ottobre. Anche gli appelli dei sindaci e dell'Anci sono rimasti lettera
morta, la dottrina Lupi quindi sta per produrre altra emergenza e ulteriore
precarietà abitativa.

Altro che ripresa dunque, qui milioni di persone non sapranno come
affrontare i prossimi mesi e la crisi sembra destinata ad appesantire ancora
di più la già difficile esistenza di tant*. La settimana di mobilitazione
dal 15 al 22 gennaio, lanciata da "Abitare nella crisi" nella due giorni di
Torino e Cosenza, assume ora una più rilevante importanza e l'appuntamento
per prepararla proposto a Firenze il 12 Gennaio va organizzato con cura.

L'ipotesi predominante nella definizione dei decreti legge del governo Letta
sta nell'utilizzo delle risorse economiche da destinare alle banche, così da
rimettere in moto finanziamenti utili alle grandi opere, ai grandi eventi,
all'erogazione di mutui, al sostegno delle imprese. Un'idea tutta interna
all'attuale modello di sviluppo e che produrrà ulteriore consumo di suolo e
grande precarietà. Le sortite di Renzi e le attenzioni di Landini ci
raccontano uno scenario dove le condizioni di reddito e la difesa dei
diritti vengono messi in secondo piano rispetto all'affermazione di nuovi
poteri e nuovi potentati, con le lobbies che combattono tra loro per
spuntare qualche soldo e garantirsi rendite di posizione e poltrone.

Anche sul fronte dei migranti abbiamo ascoltato tante parole e assistito a
colpi di teatro. Ora dobbiamo muoverci per impedire che questi giochi
vengano fatti sulla pelle di chi arriva in Italia e fa i conti con un'accoglienza
dai tratti criminali. Questo non è più accettabile e il protagonismo dei
rifugiati e dei migranti sta saldandosi sempre più con le lotte con la
precarietà e per il reddito, intrecciando vecchi e nuovi diritti.

Nella settimana di mobilitazione dal 15 al 22 gennaio si possono connettere
le lotte. Dal diritto alla casa al trasporto pubblico, alla salute, allo
studio, al reddito, alla difesa dell'ambiente e del patrimonio pubblico, all'accoglienza
e alla libertà di movimento. Un diritto all'abitare dunque declinato dentro
una diversa qualità della vita e un diverso modello di sviluppo, in aperto
contrasto con le direttive europee e i diktat imposti ed eseguiti dal
governo Letta, sostenuto in primis dal Partito Democratico.

Il corteo nazionale sul trasporto pubblico e contro le privatizzazioni che
il 20 gennaio attraverserà Roma segnala una sofferenza e un disagio
profondi, sentimenti che riempiono le giornate di molt*, come diviene sempre
più insopportabile la condizione di precarietà che pesa sulle nostre vite.
Trasformiamo questa giornata nel giorno della rabbia metropolitana e dei
territori, liberiamo le energie che quotidianamente impieghiamo nei
picchetti antisfratto e della logistica, negli scioperi e nell'invasione di
aree in difesa del suolo contro grandi opere ed eventi, nel blocco della
produzione e nel rifiuto del ricatto del lavoro precario, nella richiesta di
assunzioni e di reddito garantito, nel riconoscimento dei diritti di
cittadinanza, allo studio, alla salute, alla dignità.

Le reti e i movimenti che hanno costruito la sollevazione del 18 e del 19
Ottobre si assumono la responsabilità di rilanciare, nello spirito dell'assedio
e dell'acampada di Porta Pia, una mobilitazione generale che deve saper
valorizzare le differenze e tutte le energie disponibili verso l'esondazione
di primavera, in occasione del vertice sulla disoccupazione giovanile
annunciato dal presidente del consiglio Letta e previsto per aprile 2014.

Fonte: http://www.abitarenellacrisi.org

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