domenica 19 gennaio 2014

RIUNIONE COORDINAMENTO NAZIONALE SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE – TARANTO 11.1.2014

RIUNIONE COORDINAMENTO NAZIONALE SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE – TARANTO 11.1.2014

Marghera – Siamo di fronte ad una situazione abbastanza tragica, 600 iscritti ma neanche 50 persone da portare a Roma. Quest'anno faccio la tessera a chi ha senso che la abbia. 
Come slai cobas non possiamo seguire tutte le cause legali, dobbiamo trovare un'altra forma, perchè ci portano via troppo tempo. 
Le vertenze più importanti sono state:
Sui Cantieri navali a Marghera, dove con una sentenza siamo riusciti a dimostrare la responsabilità solidale dell'appaltante, per mancati pagamenti salari, ecc.
A Stazzara (Treviso) abbiamo fatto assumere 4 persone che stavano con un contratto irregolare, dimostrando che erano comandati dalla ditta primaria. Su questo Paolo Dorigo si era beccato una denuncia per diffamazione ma è stata archiviata. 
Lo Slai cobas è un po' stagnante, c'è un riflusso però è attivo e vi sono aspetti positivi in diversi campi. 
Abbiamo messo in piedi la Fao che è cresciuta molto nel 2013 con vertenze nazionali. E' un campo difficile per organizzare i lavoratori, ma il responsabile della Fao sta facendo un buon lavoro, e ora si tratta di vedere di costruire qualcosa di robusto per Fao-slai cobas in tutt'Italia. 
Ho sentore che entro i prossimi mesi capiterà qualcosa sia alla Eni di Taranto che di Mantova, si andrà verso una fermata degli impianti. Il petrochimico non esiste quasi più, con relativo dimezzamento degli operai. 
Ci siamo allargati in Friuli. A Marghera andiamo verso un ridimensionamento del tesseramento perchè si capisca meglio cos'è un sindacato di classe.
Siamo stati convocati dal Ministero del lavoro
Sul fronte sicurezza, recentemente abbiamo affrontato come Slai cobas un caso di intossicazione da cloro per una lavoratrice. Notiamo che la crisi porta i lavoratori a non denunciare a non parlare. 
In riferimento al documento sull'estrazione del greggio in Basilicata, pensiamo di farlo anche a Marghera, rilanciando in questo modo la Rete, parlando di Eternit, di Ilva. La Rete non deve dimenticare che uno dei suoi punti focali è scoperchiare ciò che gli altri non vogliono scoperchiare, vanno bene i processi sulle realtà più importanti ma non dobbiamo perdere di vista il fatto di togliere il coperchio a situazioni di cui nessuno parla (vedi Basilicata). Quindi, mantenere la Rete su un doppio binario, processi perchè i padroni paghino, ma mettere in evidenza altre questioni nazionali.

Bergamo – Ci stiamo allargando nelle cooperative della logistica, grazie al tam tam tra i lavoratori. Si tratta di lavoratori che operano in supermercato, che devono passare ad altra cooperativa, e sono in prevalenza, pakistani, arabi, indiani, ecc. e ci sono anche questioni di superlavoro, orari, discriminazioni. 
Altra cosa nuova è la Bonduel, di cui ci eravamo occupati per un incendio anni fa, qui c'è il problema di un cambio peggiorativo di contratto per cui i sindacati non hanno fatto niente, vogliono passare con noi perchè non si sengono tutelati dai sindacati confederali. 
Vi è stato un buon risultato per i ricorsi su licenziamenti alla Tecnymont, sono stati vinti e gli operai risarciti, ma l'azienda intanto li tiene fuori pur pagandoli in attesa del ricorso che gli permette alla “legge fornero”. 
Vi sono poi altre realtà dormienti, la Bayer, la Tryumph in cui l'azienda fa quello che vuole senza opposizione sindacale, altre lavoratrici hanno accettato il licenziamento ma stanno abbastanza male.
Altre realtà della logistica a Vignate e Capriate, in quest'ultima, dove già i lavoratori avevano fatto una battaglia per riconoscimento dei diritti sindacali, stiamo facendo una battaglia per affermare questi diritti nel cambio cooperativa, qui ora siamo diventati il 50% partendo da 4 lavoratrici.
Altra questione dove siamo stati molto impegnati è alla logistica della SMA di Brescia, dove vi sono state da parte della ditta delle ritorsioni dopo la partecipazione allo sciopero del 18 ottobre, qui noi abbiamo fatto sciopero, occupazione. 
A Brignano, dove vi è stato il primo cobas della logistica abbiamo mantenuto la forza, ma ora siamo di fronte alla proposta della Coop. ai lavoratori di entrare nel consiglio di amministrazione. Noi abbiamo detto No però un ns iscritto aveva detto Si a diventare presidente della Cooperativa. 
Alla Tenaris Dalmine, sulla sicurezza c'è da ripartire con un'inchiesta, stanno entrando centinaia di lavoratori apprendisti e c'è un deterioramento della sicurezza (pochi giorni fa vi è stato il crollo di un parango di una gru che la Dalmine ha cercato di scaricare sulla ditta di manutenzione). 
Nella prossima settimana apriremo una vertenza su questo e vedremo di riaprire un'attività sindacale  a partire dalla questione della sicurezza. 
A Bergamo è attiva la tendenza di sinistra sindacale (vedi sciopero delle lavoratrici del 25 nov.) che va seguita.

Palermo – abbiamo chiuso e riaperto l'anno con la novità degli operai Fiat di Termini Imerese che è chiusa da 2 anni e gli operai sono stati in parte mandati a casa con accordi col governo (tipo esodati); sono rimasti in 800, a cui hanno promesso 6 mesi di cig in deroga fino a giugno. Ma la garanzia certa non c'è, per ora hanno la copertura fino ad aprile. Nel frattempo l'indotto viene smantellato, vedi Lear 174 operai. . 
Gli operai sono venuti da noi e abbiamo cominciato a organizzare gli operai Fiat. E' complicato perchè sono operai di diversi livelli (capi, operai sulla linea), quando stanno nella ns sede sono un corpo unico, ma fuori ognuno prende la sua strada, alcuni sono ancora iscritti alla Fiom. Abbiamo impostato una linea: riapriamo la fabbrica e basta con la cig. Questo ha scatenato l'inferno, perchè i sindacati tengono lontano gli operai dalla fabbrica e al massimo dicono di rivolgersi alle istituzioni. La ns azione ha costretto la Fiom a muoversi, si è arrivati ad una lite fisica davanti alla Regione tra ns operai e quelli della fiom; poi c'è stato l'intervento del sindacato a TI che ha detto che si rischiava chiusura della fabbrica, allora è venuta la polizia e la fiom ha fatto un gazebo e iscritti fiom si sono messi davanti ai cancelli della fabbrica per non farla occupare dagli operai. Noi abbiamo risposto: tempo ne abbiamo. La Fiom per far vedere che c'era ha occupato l'autostrada e le FF.SS di TI e hanno ottenuto l'incontro in prefettura e con Zanonato. Ma di fatto è grazie alla nostra azione che la Fiom ha ottenuto l'incontro con Zanonato. 
La situazione è complessa, noi non abbiamo la forza sufficiente, i sindacati sono tornati in ballo, in un contesto di desertificazione industriale: lic. Ansaldo Breda, 200, sta chiudendo la Keller di Carini, ecc., vertenze che verranno risolte al massimo con cig o più probabile mobilità.
Noi stiamo seguendo bene l'evoluzione della Fiat non dando niente di scontato del piano Fiat, certo se avessimo al forza operaia... 
Una partita nuova può nascere alla Fincantieri che ha avuto una commessa che può durare due anni, e quindi si può aprire una migliore possibilità di ns intervento.
Altre vertenze che seguiamo, coop sociale sempre sotto minaccia di licenziamento, che ogni volta sventiamo con una lotta accanita costringendo la controparte a tornare sui suoi passi, l' ultima proroga fino al 27 gennaio. Questa vertenza ha mantenuto la rotta con un gruppo di lavoratrici molto determinate e si è mantenuta la linea ferma e le condizioni, per es. sul pagamento regolare dello stipendio.
Altra vertenza, il policlinico, con responsabile Rsu che tra le “merde” fa una battaglia a 360°, dalle questioni salariali alla sicurezza, con risultati che non riusciamo a valorizzare appieno (alcune persone grazie a questa battaglie si salvano la vita). La sanità in Sicilia è un terreno di scontro tra Stato/mafia (Cuffaro), Crocetta: larghe intese. Quindi la lotta al policlinico è interna ad una battaglia più vasta sulla sanità . 
Anche a PA, poi, si avvicinano gruppi di operai, per es. Bagheria, tutte donne della sanità, che non vengono pagate da un anno; lavoratori precari ditte pulizie, ecc. 

Tornando sulla Fiat, c'è un altro discorso complesso: gli operai stando per tanto tempo fuori dalla fabbrica si guastano la testa, gli operai cominciano ad assumere atteggiamenti da disoccupati, parassitari. C'è una sorta di guerra civile tra gli operai, si sono presi a legnate, tra ns operai e operai fiom, e anche tra i palermitani e i termitani, attaccando noi come “terroristi”. Quando siamo stati alla Regione si è visto il gioco sporco che fa la fiom di divisione sul campo, Mastrosimone minacciava gli operai a non avvicinarsi a noi, anche quando c'è stato il blocco.
Alcune cose ci sono state in reazione a noi.
Gli operai che ci frequentano hanno l'esigenza di sentire qualcosa di diverso, vengono in sede e chiedono di parlare della situazione generale.
Sulle coop sociali c'eravamo posto l'obiettivo che non me ne occupassi io direttamente, l'obiettivo è stato raggiunto. 

Taranto – Fiorella è protagonista riconosciuta e caratterizzante di una battaglia seria, quella delle lavoratrici delle pulizie nelle scuole statali, di cui con i comunicati abbiamo dato ampio resoconto. Ci aspettiamo molto da questa lotta. E' bastata l'azione coerente combattiva di una nostra compagna per essere la controparte effettiva e unica dei sindacati confederali, è come se i lavoratori si sentono rappresentati da noi. Fiorella si è dimostrata un buon quadro intermedio, e avremmo bisogno di tanti altri quadri intermedi. 
La vertenza pulizie scuole ha un valore nazionale, se si riesce a conquistare un credito poi ci può essere un tam tam tra i lavoratori che può portare novità. 
All'Ilva abbiamo perso una battaglia sindacale, quella delle Rsu. La dinamica Ilva ha prodotto una ribellione verso i sindacati confederali che ha trovato il canale dell'Usb che è riuscita a vincere in una realtà in cui è crollata la Fiom, diventando il 2° sindacato tra gli operai. Se è una vittoria tra i lavoratori, noi abbiamo perso, perchè non siamo stati noi a raccogliere questa ribellione, siamo stati scippati dall'attivismo locale e nazionale del Usb. Indirettamente questa situazione ci ha favorito nel rapporto con i Liberi e Pensanti, che prima erano ostile a noi, mentre ora abbiamo ricostruito un rapporto di sintonia sul giudizio negativo sul sindacalismo in fabbrica e di autonomia sulle dinamiche delle elezioni. Questa dinamica vuol dire che noi abbiamo perso sindacalmente ma non moralmente, perchè una parte del voto Usb è frutto delle nostre battaglie, anche se noi non siamo riusciti a coagulare un gruppo di attivisti.
Ma la battaglia non è finita, è solo una fase, ma la credibilità dello slai cobas non è finita. Noi abbiamo lanciato la sfida dei 100 giorni, e su questo far riflettere i lavoratori, e riprendere realmente il ns peso in fabbrica. Abbiamo carte sindacali consistenti da giocarci – vedi cambio tuta, che ora deve essere messo in discussione come accordo, c'è il problema del decreto operaio, l'Ilva ora è gestita direttamente dai governi che diventano pertanto diretta controparte, c'è in questo la questione esuberi, come affrontare questo in termini di tutela legislativa, la questione dei passaggi automatici dei livello, la specificità siderurgica... Lo slai cobas su questo ha le carte in regola, non è così per gli altri. 
Dall'Ilva dipende il peso nazionale dello slai cobas per il sindacato di classe. 
Fuori dall'Ilva non ci sono particolari sviluppi: Eni, appalto Alenia, Effer, porto, sono in sonno; gli operai stanno sperimentando che si fanno accordi per mandarli a casa (Vestas. Marcegaglia, ecc.); in queste realtà potremo in futuro entrare dalla porta principale, dato attualmente per il monopolio della rappresentanza da parte dei sindacati confederali. 
Dove siamo presenti da tempo abbiamo il monopolio della rappresentanza, cimitero, pasquinelli, quasi tra i forestali. 
I Disoccupati Organizzati attraversano una fase di passaggio, tutti i DO che erano rimasti attivi sono stati assunti su indicazione ns, ne sono rimasti 3, 4. Si è come chiusa questa prima fase, simboleggiata anche dalla morte di Antonietta. Vi sono nuovi disoccupati che vengono per es. dallo sciopero delle donne, ma nell'opinione pubblica abbiamo un credito. C'è potenzialità di ripresa, ma i DO sono imprevedibili. 

Milano – Siamo presenti alla Sironi, casa di riposo, e in altre due ditte che fanno lavori metalmeccanici, MAR, RVP.
Sulla Sironi, stiamo cercando di dare in mano alle lavoratrici la gestione del cobas, con il 18 e lo sciopero delle donne. Si è deciso di fare una sorta di triumvirato. Cominciare ad avere un incontro in cui si discutano i temi dello sciopero del 25 nov. 
Per le ditte metalmeccaniche, alla RVP i lavoratori sono stati messi in regola, ma la ditta ha avuto le sanzioni dall'Inps e quindi le lavoratrici hanno deciso di non chiedere per ora il recupero dei soldi.
Sulla MAR, riusciti siamo riusciti ad ottenere recupero soldi e DPI, le pause. 
All'Ist. Tumori e nella sanità, anche a Milano come a Palermo c'è una situazione in cui il deterioramento ha creato una guerra tra i lavoratori. Stiamo facendo due battaglie: tempo tuta e questione salute e sicurezza, non saranno solo vertenze legali ma battaglie con iniziative concrete. Su cambio tuta i sindacati hanno fatto un accordo contro. 
Nel coordinamento 3 ottobre ci sta lavorando Giovanna, qui vi è l'effetto del lavoro mfpr.

Ravenna – Vi sono 2 questioni. L'apertura dell'udienza per i 22 dirigenti del petrolchimico, con 75 ammalati, di cui 35 morti. E' un terreno importante per le dimensioni del processo e perchè gli operai che non hanno avuto risposta dai sindacati confederali, sono venuti da noi anni fa per questa battaglia. Abbiamo quindi il dovere di dare continuità.
L'altra è il processo per l'occupazione dell'agenzia interinale, dopo i morti di giovani operai al Porto, il 28 febbraio vi sarà la 1° udienza. Come Rete dobbiamo continuare l'attività. 
A Roma con i compagni dell'Usi mi sono messo in contatto ma attualmente nessuna riunione ancora. Lavoreremo per questa scadenza del 24 aprile. 

Coordinamento nazionale – Dobbiamo mettere ordine come coordinamento nazionale e guardare ad alcune problematiche particolari.
La linea generale dello slai cobas per il sindacato di classe si misura con un parlamento e un governo entrambi governati da tre destre: Alfano, Grillo, Berlusconi. Queste tre destre se la giocano nella fase elettorale per il centro. Ma tutte e tre sono per scaricare la crisi sui lavoratori, modificare in peggio le leggi sul lavoro, sui servizi sociali, rastrellare dalle tasche dei lavoratori i soldi per i padroni.
I lavoratori e lo slai cobas si considerano all'opposizione di tutti i partiti presenti in parlamento e vorrebbero che tutte le organizzazioni sindacali di rappresentanza dei lavoratori si schierassero contro il governo e il parlamento. Lo slai cobas vuole l'unità dei sindacati di base perchè i lavoratori devono trovare degli strumenti unitari per fronteggiare il nemico comune, rispetto al job act, art. 18, riduzione dei salari nei PI, riduzione di case, servizi sociali, ampliamento disoccupazione, no salario garantito, ecc. 
Ma questa unità non avviene perchè i sindacati di base non sono chiari sull'opposizione a tutti i partiti in parlamento, civettano con alcuni, vogliono essere 4° sindacato e non alternativo. 
Per questo non possiamo scioglierci negli altri sindacati, ma noi abbiamo fatto lo slai cobas per necessità. Si deve creare la condizione di un sindacato unico di classe e di base, finchè questo non avviene dobbiamo rafforzarci, anche in concorrenza con i sindacati di base. 
In questo cammino, noi appoggiamo ogni passo in avanti, vedi 18 ottobre. Noi in linea di massima partecipiamo a tutti gli scioperi generali indetti dall'Usb, anche se vorremmo un diverso modo di fare il sindacalismo di base. 
Questo non siamo riusciti ad evidenziarlo nella manifestazione del 18 (vedi assenza di Marghera), per i numeri, per non aver parlato dal palco. Ci vale come lezione per quest'anno. Se siamo di più possiamo contestarli come facevamo con i confederali. 
Noi non possiamo pensare di rafforzare il sindacalismo di base se non si sgretola il sindacalismo confederale. Lo sgretolamento è della Cgil, perchè è il centro di conciliazione tra padroni/sindacati reazionari e lavoratori. Noi salutiamo positivamente la nuova componente dentro la cgil “il sindacato è un'altra cosa”. Noi non pensiamo che questi possano ottenere un risultato, saranno cacciati, e noi li aspettiamo, ma ora dobbiamo sostenere le denunce che fanno, anche degli accordi sui territori, dell'antidemocraticità come sistema della cgil, come elementi di apertura verso le ns istanze. Noi prendiamo dai loro testi le cose giuste, proponiamo loro alcune iniziative, li invitiamo alle nostre. 
Noi dobbiamo disgregare la cgil e la fiom che con la svolta renziana di Landini ha messo fine alla sua “anomalia”. L'anomalia della fiom deve, quindi, trovare altri canali e noi li sapremo apprezzare, sapendo che la ns presenza “accende”, vedi Termini Imerese, dove hanno livore perchè sono con il “culo scoperto”.
Quindi: SI a “sindacato è un'altra cosa”, SI agli scioperi generali del Usb, speranza che l'altro slai cobas ci dia la possibilità di aprire un dialogo.
Altre due realtà: Si.cobas, questo è forte nella logistica, fa un sindacalismo combattivo, ma diretto da gente iperpoliticizzata, sono contro di noi e antidemocratici. Questa forza ingloba energie che noi possiamo mettere in crisi – vedi Milano. Ma se vengono da noi devono sapere che devono cambiare, che lo Slai cobas ha un preciso progetto, non siamo un sindacato di movimento per il movimento, siamo un sindacato che si è guadagnato la sua presenza attraverso lotte, denunce. Far sindacalismo di classe in modo diverso. Con l'Usi ci stiamo bene insieme quando c'è necessità.
Ma noi stiamo facendo cose nuove: la Rete; lo sciopero delle donne che ha chiamato allo sciopero diverse lavoratrici appartenenti ai sindacati confederali - dobbiamo mantenere il filo rosso dello sciopero delle donne senza avere il problema di inglobarle; la Fao, federata allo Slai cobas, nata sulla base di una specificità di condizione, ora si è espansa, è presente in città in cui non ci siamo, dobbiamo costruire un modo perchè il rapporto fao/slai cobas sia tranquillo, il coordinamento nazionale dello slai cobas deve affrontare questa anomalia: nel coordinamento nazionale dello Slai cobas ci deve stare un rappresentante della Fao, nel coordinamento Fao ci deve stare uno dello slai cobas. 
Si tratta di tre strumenti per l'estensione nazionale dello Slai cobas, ma da omogeneizzare, che vuol dire costruire una forza numerica che ci permetta di pesare di più. 

Forma organizzativa: se siamo presenti anche in provincia, non è sbagliato stabilire punti di riferimento regionale.
Sistemi di comunicazione non sono sufficienti per far capire chi siamo, facciamo un Bollettino nazionale per riprodurre tutta l'attività che facciamo. 
A Roma la presenza attualmente di un nostro compagno deve permetterci di svolgere una funzione di coordinamento nazionale. 
Quest'anno di transizione e di organizzazione deve essere rappresentativo, facciamo la tessera con la foto della nostra bandiera, poi dobbiamo affrontare meglio il problema bandiere, dei legali. 


11.1.14

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