Un’ora di sciopero alla Marcegaglia dopo
l’infortunio di martedì scorso al giovane operaio di 24 anni. I sindacati hanno chiesto “con
urgenza un incontro con la direzione aziendale in cui affrontare queste
problematiche che continuano a mettere a rischio l’incolumità dei lavoratori
e per cercare e programmare soluzioni condivise adeguate e sicure per chi
opera sugli impianti”. Fim, Fiom e Uil sottolineano come quanto accaduto al
24enne “è solo l’ultimo di una serie che purtroppo si stanno verificando con
sempre più preoccupante frequenza nello stabilimento di Forlì.
Questo impone
l’urgenza di agire e intervenire per evitare il ripetersi di situazioni
analoghe. L’ Rsu della Marcegaglia, assieme a Fim-Fiom-Uilm del territorio di
Forlì, ritengono sia indispensabile mettere in campo momenti di formazione,
ravvisando nella mancanza di adeguata formazione e addestramento specifico
sugli impianti e sul loro utilizzo una delle cause principali dell’incidente
del 26 gennaio. Una particolare attenzione in tal senso va posta nei confronti
dei giovani neo assunti alle volte lasciati precocemente e senza specifica
esperienza sugli impianti – concludono -. Riteniamo inoltre fondamentale
mettere in campo degli investimenti necessari affinché le macchine dove gli
operai lavorano siano messe in sicurezza: in presenza di operatori queste non
devono attivarsi con il rischio di causare danni gravissimi alla salute degli stessi”.
FIOM – “L’episodio occorso a Forlì, unitamente all’incidente mortale di
qualche tempo fa a Mantova, ribadisce, semmai ve ne fosse necessità, che
davvero questa è un’azienda in cui c’è bisogno urgente di interventi seri e non
di facciata sul piano della sicurezza”, sostiene Mirco Rota, coordinatore
nazionale Fiom Cgil per gli stabilimenti Marcegaglia. “Come Fiom lo ribadiamo
da tantissimi anni, ma i risultati non si vedono e i due infortuni stanno a
dimostrarlo in maniera lampante. Molto probabilmente in questa azienda –
argomenta il segretario generale della Fiom Lombardia – della c’è carenza di
informazione, di formazione e di un’adeguata campagna di sensibilizzazione in
generale circa i comportamenti che le maestranze e gli operai devono tenere in
fase di fermo, manutenzione e lavorazione”. “Come già sostenuto ripetutamente
in passato – conferma Rota – ci aspettiamo che gli enti preposti svolgano i
dovuti controlli e prendano le dovute precauzioni, affinché vi sia un adeguato
livello di salvaguardia da parte dei lavoratori, che prestano la propria
manodopera all’interno degli stabilimenti del gruppo. Siamo disponibili a
livello sindacale nei confronti dell’azienda a discutere sulle misure da
intraprendere per aumentare gli standard di tutela, al fine di arrivare a
mettere i lavoratori nelle migliori condizioni, non solo di vigilanza, ma anche
in termini di prescrizioni da osservare per ottimizzare la sicurezza negli
ambienti di lavoro”. “Nonostante due mesi fa ci sia stato un infortunio mortale
sul lavoro – conclude Rota – dal punto di vista sindacale, troviamo inoltre
scandaloso l’atteggiamento dell’azienda che, in questo lasso di tempo, nel
discutere il rinnovo dei premi aziendali, chiede di inserire le giornate degli
infortuni come meccanismo penalizzante economicamente per i lavoratori. Questo
dimostra ancora una volta come in questa azienda sia deficitaria la
consapevolezza delle cose da fare sul piano della sicurezza”.
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