martedì 2 febbraio 2016

2 febbraio - Dopo l'ennesimo infortunio alla Marcegaglia, fim-fiom-uilm indicono un ridicolo sciopero di 1 ora




Un’ora di sciopero alla Marcegaglia dopo l’infortunio di martedì scorso al giovane operaio di 24 anni. I sindacati hanno chiesto “con urgenza un incontro con la direzione aziendale in cui affrontare queste problematiche che continuano a mettere a rischio l’incolumità dei lavoratori  e per cercare e programmare soluzioni condivise adeguate e sicure per chi opera sugli impianti”. Fim, Fiom e Uil sottolineano come quanto accaduto al 24enne “è solo l’ultimo di una serie che purtroppo si stanno verificando con sempre più preoccupante frequenza nello stabilimento di Forlì.
Questo impone l’urgenza di agire e intervenire per evitare il ripetersi di situazioni analoghe. L’ Rsu della Marcegaglia, assieme a Fim-Fiom-Uilm del territorio di Forlì, ritengono sia indispensabile mettere in campo momenti di formazione, ravvisando nella mancanza di adeguata formazione e addestramento specifico sugli impianti e sul loro utilizzo una delle cause principali dell’incidente del 26 gennaio. Una particolare attenzione in tal senso va posta nei confronti dei giovani neo assunti alle volte lasciati precocemente e senza specifica esperienza sugli impianti – concludono -. Riteniamo inoltre fondamentale mettere in campo degli investimenti necessari affinché le macchine dove gli operai lavorano siano messe in sicurezza: in presenza di operatori queste non devono attivarsi con il rischio di causare danni gravissimi alla salute degli stessi”. FIOM – “L’episodio occorso a Forlì, unitamente all’incidente mortale di qualche tempo fa a Mantova, ribadisce, semmai ve ne fosse necessità, che davvero questa è un’azienda in cui c’è bisogno urgente di interventi seri e non di facciata sul piano della sicurezza”, sostiene Mirco Rota, coordinatore nazionale Fiom Cgil per gli stabilimenti Marcegaglia. “Come Fiom lo ribadiamo da tantissimi anni, ma i risultati non si vedono e i due infortuni stanno a dimostrarlo in maniera lampante. Molto probabilmente in questa azienda – argomenta il segretario generale della Fiom Lombardia – della c’è carenza di informazione, di formazione e di un’adeguata campagna di sensibilizzazione in generale circa i comportamenti che le maestranze e gli operai devono tenere in fase di fermo, manutenzione e lavorazione”. “Come già sostenuto ripetutamente in passato – conferma Rota – ci aspettiamo che gli enti preposti svolgano i dovuti controlli e prendano le dovute precauzioni, affinché vi sia un adeguato livello di salvaguardia da parte dei lavoratori, che prestano la propria manodopera all’interno degli stabilimenti del gruppo. Siamo disponibili a livello sindacale nei confronti dell’azienda a discutere sulle misure da intraprendere per aumentare gli standard di tutela, al fine di arrivare a mettere i lavoratori nelle migliori condizioni, non solo di vigilanza, ma anche in termini di prescrizioni da osservare per ottimizzare la sicurezza negli ambienti di lavoro”. “Nonostante due mesi fa ci sia stato un infortunio mortale sul lavoro – conclude Rota – dal punto di vista sindacale, troviamo inoltre scandaloso l’atteggiamento dell’azienda che, in questo lasso di tempo, nel discutere il rinnovo dei premi aziendali, chiede di inserire le giornate degli infortuni come meccanismo penalizzante economicamente per i lavoratori. Questo dimostra ancora una volta come in questa azienda sia deficitaria la consapevolezza delle cose da fare sul piano della sicurezza”.


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