martedì 9 febbraio 2016

9 febbraio - Non solo il processo: cosa si "muove" intorno all'Ilva di Taranto. Da tarantocontro



Ilva, manovre del governo per conto di industria e finanza per regalare l'Ilva alla Marcegaglia... mentre a Taranto sindacati confederali, Confindustria 'scioperano insieme' - penoso passo indietro della USB - NO allo sciopero pilotato! Le proposte dello Slai cobas per il sindacato di classe
Salvataggio dell’Ilva, Marcegaglia in campo (quella che a Taranto ha chiuso la sua fabbrica e messo in strada gli operai)

A due giorni dalla scadenza, la prima certezza. Il gruppo Marcegaglia presenterà una manifestazione di interesse per l’acquisizione, o l’affitto, degli asset aziendali del gruppo Ilva. Si  tratta della prima proposta per il salvataggio del colosso dell’acciaio che dal 2013 è commissariato e gestito dallo Stato.  
Quando tra due giorni la «troika» composta da Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi aprirà le buste, in ogni caso, si tratterà soltanto dell’inizio. Poi ci sarà tempo fino a giugno per valutare le offerte e preparare la cessione.
LA PENOSA USB - PRIMA: 

Ilva: USB, Si allo sciopero e alla manifestazione del prossimo 10 febbraio
Si a partecipazione di Usb  vuole essere un chiaro segnale di ricerca dell’unità sindacale e soprattutto il tentativo di dare una scossa in positivo alla infinita frammentazione di cui questa città soffre e in cui il governo sguazza – commenta Francesco Rizzo, dirigente provinciale al termine del direttivo che si è tenuto ieri mattina.
Mentre a Taranto si continua a litigare su cosa sia giusto fare, la fabbrica cade a pezzi, l ‘indotto o quel che resta di esso, sta collassando e il futuro che si prospetta è tutt’altro che roseo, bonifiche e salute sono state cancellate dalle priorità. Il governo con l’ultimo decreto ha semplicemente detto che non ci sono garanzie per le  bonifiche e per la salute, che  non si attuerà l’ ambientalizzazione e nessuna garanzia occupazionale, ignorando tutte le posizioni di chi sostiene la Nazionalizzazione – riconversione,  la privatizzazione, fino ad arrivare a coloro che sostengono  la chiusura. Per tutti questi motivi saremo presenti al corteo silenzioso che muoverà dal ponte di pietra fin sotto la Prefettura senza nessun blocco e senza creare nessun disservizio alla città,  ma facendo capire con un rigoroso silenzio che siamo parte integrante della città e non antagonisti ad essa – va avanti Rizzo -. Al Prefetto consegneremo un documento in cui rimarcheremo la contrarietà e le contraddizioni contenute nell’ ultimo decreto. Auspichiamo che questo possa essere il primo passo per riavviare un dialogo corretto con il mondo politico-istituzionale,  dell’associazionismo e sindacale che a Taranto manca da troppo tempo e che finora ha permesso al Governo di prendere decisioni senza tener conto delle voci in campo e soprattutto della città”.
LA PENOSA USB - DOPO: 
Nel momento in cui è arrivato l’annuncio dell’adesione di Confindustria alla manifestazione Ilva del prossimo 10 febbraio, l’USB ha deciso di tirarsi indietro.
ll coordinatore provinciale Francesco Rizzo – attraverso una nota stampa – ha comunicato: “Non abbiamo nessuna intenzione di manifestare con lo stemma di Confindustria affianco al nostro -aggiunge- fino a prova contraria Confindustria per noi rappresenta la controparte e non un alleato. Nelle more dell’intesa con Fim Fiom Uilm, non era prevista tale adesione. Per cui riteniamo fondamentale, per la partecipazione di Usb, anche da parte delle stesse una presa di posizione ufficiale”
Pubblicato da tarantocontro 

LE PROPOSTE DELLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE 
SERVE BEN ALTRA LOTTA. SERVE UNA RIVOLTA OPERAIA E POPOLARE, PER STRAPPARE CON LA FORZA DELLA LOTTA QUESTI OBIETTIVI: 

- nessun operaio deve andare a casa:
- salari e diritti acquisiti non si toccano
- fine dei contratti di solidarietà, gli operai devono essere impiegati nella messa a norma degli impianti,
 
- la prima messa a norma è garantire la sicurezza degli operai, postazione ispettiva fissa in Ilva
- in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva 25 anni bastano, con estensione a tutti dei benefici pensionistici,
- lavori subito dell’AIA, nessun rinvio delle bonifiche nè all’interno nè all’esterno della fabbrica
- visite mediche mirate, cure sanitarie gratuite, ospedale e strutture d'emergenza affidate ad Emergency, per fronteggiare la situazione.

Questa lotta si sarebbe già dovuta fare. Ma siamo sempre in tempo a fare!

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