domenica 13 agosto 2017

13 agosto - Una giusta denuncia dei nefasti effetti dei tagli alla Sanità di Lorenzin e Maroni...Ma la soluzione non è più in/sicurezza poliziesca (questa è parte del problema), ma lotta unitaria dei lavoratori e popolazione



Botte, urla e pazienti fuori controllo. Allarme aggressioni negli ospedali lombardi
Sondaggio choc, il 78% degli operatori sanitari ha subito violenze
di ANDREA GIANNI
 
Milano, 11 agosto 2017 - Tre aggressioni nell’arco di poche ore, lo scorso 28 luglio, all’ospedale Sant’Anna di Como, dove due addetti alla sicurezza sono dovuti ricorrere alle cure mediche. Un’infermiera di 36 anni rincorsa e picchiata da un paziente dell’area psichiatrica al San Paolo di Milano, nel maggio scorso. I casi di aggressioni ai danni degli operatori sanitari in Lombardia, secondo il sindacato degli infermieri Nursind, sono «in continuo aumento». E le misure finora attuate «non sono sufficienti». Per monitorare il fenomeno il sindacato ha promosso un questionario sul territorio nazionale, raccogliendo le risposte di 5.066 operatori del settore (una iniziativa analoga era stata lanciata nel 2013). Dai dati relativi alla Lombardia emerge che 692 operatori sanitari su 884 (il 78,28%) hanno risposto di aver subito aggressioni, fisiche o verbali, nel corso della carriera. Un dato superiore a quello nazionale (60,19%).
Tra queste, 83 sono avvenute nel 2014 (11,99%), 114 nel 2015 (16,47%), 138 nel 2016 (19,94%) e 46 nei primi quattro mesi di quest’anno (6,65%). Il trend, quindi, è in costante crescita. Scorrendo i dati nazionali, emerge che gli episodi segnalati quest’anno sono un migliaio nelle varie regioni. La percezione del fenomeno è «decisamente in aumento» per il 75,84% del campione, e «in forte aumento» per il 16,01%. «Nel 2013 la tendenza all’aumento del numero di aggressioni era del 12% annuo - si legge nella relazione del sindacato -. Nel sondaggio attuale si registra un incremento del 32,5% tra il 2015 e il 2016, ma il dato impressionante è quello registrato nel primo quadrimestre 2017 che produrrebbe a fine anno una crescita esponenziale del 96% delle aggressioni rispetto al 2016». Sei volte su dieci l’aggressione non si limita alle parole. E, in tre quarti dei casi, a scatenare la violenza sono state ragioni legate al servizio, ad esempio il paziente che si infuria per l’attesa al Pronto soccorso, spalleggiato dai parenti. In un caso su quattro l’aggressione ha provocato un infortunio sul lavoro.
Sono 8.057 le giornate di assenza dichiarate dai partecipanti al sondaggio, con un costo annuo stimato in 386.220 euro nel 2016 e in 294.831 euro nel 2015. Per frenare il fenomeno alcuni ospedali hanno introdotto le guardie giurate. Al Sacco di Milano, invece, gli infermieri sono stati dotati di un fischietto per richiamare l’attenzione in situazioni critiche. «Serve un potenziamento del presidio delle forze dell’ordine - spiega Donato Carrara, della direzione nazionale del Nursind - per garantire l’incolumità dei lavoratori». Intanto l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, promette che da settembre «il problema verrà affrontato in maniera strutturata», verificando la possibilità di «aumentare il numero delle guardie giurate nei Pronto soccorso».

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