Stellantis, Melfi: potrebbe tornare “il turno di notte”.
Il rumor, che circola da alcuni giorni, riguarderebbe Lastratura, Verniciatura e Stampaggio. “Abbiamo fermate e stop più lunghi – svela un operaio – servirebbe per allinearci coi tempi del Montaggio. Speriamo, con la notte si guadagna di più”
“Certo, a 50 anni e passa, tornare a fare la notte dopo tanto tempo non sarebbe semplice, ma se è necessario lo faremo, e poi conviene, si guadagna di più”. Sorride e fa gli scongiuri l’operaio della Lastratura con cui abbiamo parlato. La notizia, anzi lo “spiffero”, che si muove già da qualche giorno, è che con la “salita produttiva” legata alla Compass ibrida e ai nuovi modelli, prevista con l’inizio del nuovo anno, qualcosa potrebbe cambiare, in meglio, per diversi addetti. Ci riferiamo ai reparti di Verniciatura, Stampaggio e Lastratura. Del possibile passaggio a 2 turni “a partire da febbraio 2026” avevamo già parlato in precedenza, con una risalita produttiva fino a “280 auto a turno, su due turni quotidiani”.
Nello specifico, però, i rumors parlano di un possibile ritorno del “terzo turno”, cioè quello di notte, tra
febbraio e marzo prossimi, con una spalmatura su 3 turni quotidiani. “In Lastratura, Stampaggio e Verniciatura – chiarisce la nostra fonte – procediamo in modo più lento che al Montaggio. Loro viaggiano fino a 100 scocche in anticipo rispetto a noi”. Tradotto in termini più comprensibili, “da noi è tutto robotizzato – e se si ferma una linea robotizzata, a volte sta ferma anche 4 o 5 ore, e la produzione non la raggiungi mai. Metti oggi a te, domani a un altro turno, così al Montaggio sono costretti a fermarsi anche loro e non lavorano più”. E ancora, per chiarire ulteriormente il contesto: “A noi basta una fermata di un paio di ore e al Montaggio devono fermarsi anche loro per mancanza componenti, come spesso accade”.
E allora, per ridurre il gap, e ovviare alle fermate improvvise degli impianti “meccanizzati”, per una questione di “accumulo”, nei reparti citati si potrebbe tornare all’antica, ai bei tempi, col terzo turno, ‘la notte’. “Ovviamente ciò non vuol dire che si produrrà necessariamente molto di più, questo dipenderà dal mercato, da come verranno percepiti e acquistati i nuovi modelli”. Detto questo però, visti i nuovi quattro modelli in produzione (Compass, Ds7, Ds8 e Lancia Gamma), la probabilità che si possa davvero giungere fino al terzo turno, è quotata bene. “Da ciò che sentiamo dai superiori – svela l’operaio – al 70% da noi si potrebbe davvero tornare al terzo turno”. E la prospettiva, in un momento così delicato per l’Automotive made in Italy, è allettante. “Certo non sarebbe facile dopo 2 anni di Cassa Integrazione a rotazione tornare sui 3 turni, almeno all’inizio. Siamo tutti over 50, sarà dura correre come se ne avessimo 20”.
Ma dietro questa premessa l’operaio non nasconde la speranza che si possa tornare davvero a lavorare con una certa frequenza e con turni che fruttano di più. “Certamente – risponde senza esitazioni – i turni di notte portano a un maggiore salario, e di questi tempi sarebbe come manna dal cielo”. Ma al di là delle illusioni, dei rumors, e delle belle speranze, prova a tenere i piedi ben saldi a terra: “I modelli da fare ci sono, speriamo solo che ci sia davvero la risalita, poi si vedrà”. La speranza c’è, le voci insistenti pure, e cosa costa crederci, almeno in alcune Unità di Stellantis? Clima del tutto opposto, invece, tra Indotto e Logistica, dove è corsa ai licenziamenti, per qualcuno è addirittura già Naspi, e soprattutto, almeno altri 150 lavoratori stanno “resistendo” da quasi due mesi, in presidio permanente, ai cancelli, tra ex Tiberina e Pmc. C’è chi resiste in tenda anche di notte. “Stellantis dopo aver internalizzato le commesse, internalizzi anche noi operai”, insistono loro. Due galassie così lontane, appaiono oggi, Stellantis da una parte, pianeta Indotto dall’altro. Figli di costellazioni mai così distanti.

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