giovedì 25 luglio 2013

NO! A lla rappresentanza dei padroni !!


Le organizzazioni sindacali Cgil ,Cisl e Uil con la Confindustria, benedette
dal presidente della repubblica, il “compagno” Napolitano, come tra amici si
sono accordati per irrigidire ancora di più le regole che hanno permesso ai
lavorato ri italiani di contare in questi ultimi anni nelle trattative
sindacali autorganizzandosi.
La sera del 31 maggio 2013 , questi signori, hanno siglato l’accordo su
rappresentanza e diritti sindacali.
Ministri e sindacalisti si augurano che all’accordo seguano norme e regole
di legge che recepiscono le sue condizioni ma soprattutto che infliggano ai
sindacati (di base e i lavoratori) che ostacolano le future norme
sottoscritte dalle segreterie nazionali,
con scioperi o altre forme di lotta, le giuste sanzioni economiche.
L’hanno chiamato “un accordo storico”, purtroppo di avvenimenti storici così
negli ultimi tempi ne abbiamoregistrando parecchi. Sono molti i segnali che
vanno nella stessa direzione :i lavoratori italiani devono essere
incaprettati si fronte alle necessità del sistema di risparmiare e cercare
di uscire dalla crisi; nello stesso tempo
che politici e amministratori pubblici e padroni di ogni risma continuano a
far profitti o attingono a piene manisoldi dalla collettività anche quando
le loro aziende sono in crisi.
Il governo Letta segue le linee di quelli passati : 50 miliardi di euro per
i prossimi tre anni verranno stanziati da questi politici per finanziare il
“fondo centrale di garanzia
” che si occupa di aiutare le aziende in crisi di liquidità, in barba alla
povertà e alla disoccupazione che aumenta in Italia e in Europa.
Serve ricordare ai lavoratori che leggono che sono state già cambiate norme
e regole che hanno ridotto le nostre difese legali oltre alla perdita di
stipendio; nel pubblico impiego abbiamo perso dai 3000 ai 4000 euro all’anno
tutto senza eccessivi clamori; per i lavoratori del privato oltre al
contenimento del salario, si sono
ridotte le norme di tutela, sono aumentati i contratti atipici è aumentata
la paura di perdere il posto di lavoro,mentre altri migliaia lo hanno già
perso o lo stanno perdendo.
Così mentre il governo prepara norme e leggi per sgravare dalle tasse ai
padroni, aumentano le ore di cassaintegrazione, chiudano le fabbriche
,coloro ( i sindacati confederali) che vivono anche delle iscrizioni dei
lavoratori e utilizzando la loro forza per mantenere i loro privilegi, si
accordano per togliere alla classe operaia
ogni possibilità di difesa.
Quest'accordo infame prevede che
Gli accordi nazionali di categoria potranno essere convalidati dalle OO.SS.
che rappresentano il 50 %+1. In questo modo vengono esclusi tutti i
sindacati di base che non hanno quelle percentuali. Potranno essere ammesse
al tavolo delle trattative,le sigle sindacali che abbiano almeno il 5% di
iscritti ma saranno riconosciute solo se firmano gli accordi capestro che
vogliono i padroni come è successo con la Fiat.
Anche sulle rappresentanza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, si sono
accordati con i padroni in modo tale che ai fini della misurazione del voto
espresso nella elezione delle R.S.U., varranno esclusivamente i voti
assoluti espressi per ogni Organizzazione Sindacale aderente al patto
scellerato suddetto
Da questo si deduce che chi non accetterà la politica dei padroni non può
rappresentare i lavoratori,e gli stessi lavoratori potranno contare solo se
iscritti a Cgil, Cisl e Uil, Ugl. La Fiat ha fatto scuola con poca o scarsa
opposizione, lo Slai Cobas a Pomigliano ha denunciato e si è battuto contro
questa deriva ma pervincere una battaglia del genere bisogna
avere un vero esercito operaio che attualmente è organizzato da questi
signori.
Se dovessero passare per legge queste norme la dittatura sindacale è
servita. Nessun lavoratore potrà dissentire dagli accordi che verranno
siglati per i bisogni dell’economia nazionale e per gli interessi dei
padroni, i lavoratori italiani si troveranno a mantenere gli apparati
burocratici delle organizzazioni sindacali che si
accorderanno con i padroni come meglio ridurre lo stipendio, aumentare i
carichi di lavoro, licenziare gli esuberi, intruppando ogni singolo
individuo
nella difesa della patria dei padroni, della produttività aziendale,nella
fregatura del proprio dovere.
Finita la spinta propulsiva degli anni 70, dove la classe operaia italiana
aveva conquistato non solo potere economico ma aveva inciso profondamente
nel corpo politico di questo sistema, costruendo le sue avanguardie,
avvicinandosi alla teoria rivoluzionaria e anticapitalista, unica strada che
può portare alla vittoria il proletariato italiano e mondiale, oggi si trova
in balia della politica concertativa e di salvezza nazionale, come in un
terremoto tutti uniti contro il disastro, solo che come sempre chi paga sono
i giovani, i lavoratori, i pensionati e le ricchezze prodotte si accumulano
sempre dalla stessa parte.
L’infame accordo sulla rappresentanza è la continuazione del patto di non
aggressione stipulato dalla triplice con i padroni costringe tutti i
lavoratori italiani a sentirsi colpevoli della crisi e essere solidali con i
propripadroni. Vogliono che continuiamo a produrre ricchezza senza
chiederein cambio quello che ci spetta
come reagire a tutto questo ? quale strategia possiamo proporre ? Dobbiamo
dire subito ai lavoratori che se non ci organizzano pagheremo tutto fino in
fondo e non solo con il
contenimento dello stipendio e di posti di lavoro che diventano sempre più
precari senza contare chi lo sta perdendo, ma l’annullamento della nostra
identità di classe.
La fase di crisi irreversibile attuale non permette opposizioni alle scelte
del governo dettate dai padroni si può solo ubbidire non è più consentito
dissentire, tento meno organizzarsi contro la politica che ne consegue.
Queste sono le aspettative dei padroni, questo vogliono le organizzazioni
sindacali che hanno sottoscritto l’infame accordo, noi non crediamo che una
proposta di legge che migliori in pochino le cose possa risolvere il
problema, ne che è una questione di percentuali e numeri, ai lavoratori ai
militanti della nostra organizzazione e del sindacalismo di base, ai
compagni che lottano per l’emancipazione politica di classe,diciamo che l’opposizione
a questo accordo nasce dalla generalizzazione della lotta in ogni settore ed
ogni
categoria, dobbiamo insieme lavorare per questo, cominciando ad individuare
le organizzazioni sindacale e politiche che utilizzano da sempre la lotta
dei lavoratori per i propri usi e consumi, per mantenere i propri privilegi
e consolidare il proprio peso
L’unità della lotta dal basso contro questa deriva ha bisogno di queste
chiarificazioni, oggi non si tratta solo di difesa economica ma di scelte
politiche, perciò dobbiamo batterci contro il sistema e le sue leggi
soprattutto se sponsorizzate dal sindacato confederale o di base
intrallazzone.

RIGETTIAMO L’ACCORDO SULLA RAPPRESENTANZA SINDACALE,FIRMATO DALLA
CONFINDUSTRIA E DA CGIL, CISL e UIL.

L’UNICA LEGGE CHE POSSIAMO ACCETTARE E QUELLA CHE PREVEDE I LAVORATORI TUTTI
ELETTORI TUTTI ELEGGIBILI, CHE POSSANO CONTARE NELLE SCELTE
ECONOMICHE ORGANIZZANDO SCIOPERI DI RESISTENZA E DI RIVEDICAZIONI SENZA
LACCI E LACCIUOLI, CHE POSSANO AUTORGANIZZARSI SENZA MUSERUALE.

RIDUZIONE DELL’ORAIRO A PARITA’ DI SALARIO,AUMENTI DI SALARIO CHE RECUPERINO
L’INFLAZIONE.

LAVORARE PER COSTRUIRE IL SINDACATO DI CLASSE, PER CREARE L’UNICO STRUMENTO
POLICO NECESSARIO AI LAVCORATORI IN QUESTA FASE.

Milano 15luglio 2013
SLAICobasProvinciale Milano

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