La commissione parlamentare sull'Ilva arrivata a Taranto per due giorni ha
ulteriormente aggravato la situazione, perchè è stata assolutamente inutile
per quanto riguarda la verifica della vera realtà all'interno della fabbrica
e in città; assolutamente inutile nell'ascolto delle legittime rimostranze e
indicazioni che hanno fatto le associazioni ambientaliste e rappresentanze
di lavoratori e cittadini.
Ma non solo è stata inutile, perchè quelli che sono venuti a Taranto sono
apparsi come dei messi imperiali mandati direttamente da Riva e dal governo
e guidati da un uomo da sempre espressione dell'industria e del grande
capitale, Muchetti, prima come giornalista e poi come parlamentare PD. Hanno
difeso le ragioni di Riva meglio di Riva stesso, e le ragioni di Bondi
meglio di Bondi stesso.
Hanno raccontato la favola di una scelta che in pochi anni ci farà diventare
un'isola felice.
Questo è avvenuto perchè ormai, come le dichiarazioni di Bondi nei giorni
passati avevano dimostrato, Taranto è diventata la città dove si possono
raccontare le barzellette e offendere la memoria dei morti, dei malati, la
dignità dei lavoratori, dei cittadini, i magistrati impegnati in questa
importante inchiesta, senza che nessuno li cacci come meriterebbero.
Se l'indignazione in città è percepita, essa non si riesce tuttora a
trasformare in un'effettiva forza di lotta e di ribellione. Abbiamo da un
lato Istituzioni – vedi il Sindaco - che l'unica cosa che riesce a blaterale
è di assumere qualcun altro all'Arpa, Vendola che parla ma solo per i
giornali o per le future campagne elettorali e altri, unici che stanno
zitti, ma solo perchè sono agli arresti.
Ma chiaramente per questa situazione non bisogna soltanto dare la colpa agli
altri.
Pesano altre situazioni: Operai, in parte all'ombra di sindacalisti al
servizio di azienda e governo, in larga maggioranza in attesa non si sa di
che - tranne poche eccezioni; dall'altra una parte di ambientalisti e
'Liberi e pensanti' impegnati in iniziative ad effetto mediatico che gli
danno molta pubblicità ma che non portano nessun risultato concreto agli
operai, ai lavoratori del cimitero, agli abitanti del quartiere Tamburi,
ecc.
Con Bondi, Mucchetti e le iniziative puramente mediatiche, la città sta
scivolando dalla tragedia alla farsa. Chi non ci sta a questo gioco deve
dichiararlo e agire di conseguenza.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe, che pure crede con forza che si
possa salvare la fabbrica e i lavoratori, tutelare sicurezza e salute in
fabbrica e nei quartieri, ottenere giustizia e risarcimenti, non ha mai
nascosto la verità: che questo è possibile solo ed esclusivamente se si
sceglierà la via dello scontro, della rivolta operaia e sociale, del blocco
della fabbrica e della città, della risposta ad una guerra che finora
padroni, Stato e governo hanno fatto e che ha provocato morti e feriti solo
dalla nostra parte.
A metà settembre, con una iniziativa anche di rilievo nazionale, faremo la
nostra parte per chiamare tutti in questa guerra. Ma sin da ora bisogna
accumulare forze e unità non per fare quello che è stato già fatto, a volte
anche con grandi numeri, ma che non ha portato a risultati reali, ma per
fare quello che NON E' STATO FATTO, e che è invece urgente e necessario, non
solo per difendere lavoro e salute, ma anche dignità, giustizia per i morti
e malati, interesse e futuro della città.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
24.7.13
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