giovedì 25 luglio 2013

Condanne di primo grado per il processo a Torino sul crack Agile. Un mese fa l’udienza lunga 8 ore del ramo del processo ad Arezzo, sul fallimento di Eutelia.


Venerdì 12 luglio: una data da ricordare, e non solo per i lavoratori Agile
ex Eutelia, ma per tutte le migliaia di lavoratori truffati di cui è pieno
il nostro paese. Il Tribunale di Roma ha emesso le sentenze  di primo grado
per la bancarotta fraudolenta di Agile, totale 23 anni di carcere. I giudici
si sono pronunciati: 9 anni ad Antonangelo Liori, ex direttore dell’Unione
Sarda, figura principale del gruppo Omega. Lui, che in un’intercettazione
dice: “Se fallisce Eutelia io continuo ad avere la mia macchina, il mio
autista, il mio elicottero, la mia villa… tutto uguale, e loro non hanno più
un lavoro. Questa è la storia!”. 8 anni per Claudio Marcello Massa,
amministratore di fatto di Agile ed Omega, e 6 anni ad Isacco Landi,
amministratore di Eutelia. Per tutti interdizione perpetua dai pubblici
uffici e interdizione per 10 anni da attività imprenditoriali.Alla lettura
della sentenza è partito un applauso liberatorio dai lavoratori presenti in
aula, in rappresentanza degli oltre mille lavoratori e lavoratrici di Agile
costituiti parte civile nel processo. “Con questa sentenza – affermano
Roberta Turi e Fabrizio Potetti della Fiom – si sancisce il principio
secondo cui è del tutto illegittima la condotta di chi, giunto al vertice di
un’impresa, non opera per il suo sviluppo ma agisce allo scopo di
depredarla, distruggendo la sua capacità di produrre valore e finendo per
mettere sul lastrico migliaia di dipendenti”. Un processo storico, questo di
Agile perché come ricorda la nota sindacale della Fiom è stata: “La prima
volta che un tribunale italiano ha accettato la costituzione di parte civile
dei dipendenti in un processo per la bancarotta fraudolenta di un’azienda”.Erano
otto nel luglio 2010 le ordinanze di custodia cautelare in carcere contro i
responsabili del crack Agile. Tre sono stati condannati venerdì scorso,
quattro avevano patteggiato pene inferiori ai due anni con i benefici della
sospensione della pena: Leonardo Pizzichi (presidente del cda di Eutelia,
uomo Monte dei Paschi di Siena), Pio Piccini (amministratore di Omega e poi
di Agile), Marco Fenu (dirigente di Agile e tesoriere del gruppo Omega),
Salvatore Cammalleri (amministratore unico e procuratore di Agile). Fanno
sette… manca l’ottavo, la “mente”, come dimostra anche il processo di Arezzo
sul crack Eutelia: Samuele Landi, fuggito negli Emirati Arabi al primo
tintinnio lontano di manette. Capitan Uncino, come amava farsi chiamare,
sarà processato separatamente. La sua posizione fu stralciata dal processo
principale per non bloccare l’intero dibattimento, dato che c’era stato nei
suoi confronti un difetto di notifica.Il latitante di Dubai aveva chiesto il
rito abbreviato ma il giudice l’ha dichiarato contumace e ha già fissato
cinque udienze tra settembre e dicembre. Entro l’anno arriverà quindi anche
la condanna per Samuele Landi e non potrà essere minore di quella inflitta a
Massa e Liori perché la sua responsabilità è almeno pari alla loro. Si è
arrivati a questo processo a seguito delle denunce dei lavoratori, la
Guardia di Finanza scoprì che: “Attraverso un articolato sistema di frode i
manager Eutelia-Agile avevano portato Agile ad una situazione di gravissimo
dissesto economico-finanziario e di insolvenza per milioni di Euro, anche
nei confronti di migliaia di lavoratori”. Gli indagati, infatti: “Hanno
acquistato numerose società con alcune migliaia di dipendenti ed hanno posto
in essere unacolossale operazione dolosa volta tra l’altro a cagionare il
fallimento della società Agile al file di spogliarla dei suoi asset e di
sottrarre la garanzia ai creditori più importanti, i circa 2000 dipendenti“,
spiegava in una nota la GdF.Queste condanne dicono tante cose, prima fra
tutte che davanti ad un ingiustizia non si deve mai stare zitti, anche se il
nemico è potente. Si è scoperchiata una colossale truffa, molto in uso nel
nostro paese bisogna dire, ai danni di migliaia di lavoratori e dello Stato.
Ma è proprio lo Stato – col governo e il ministero dello sviluppo economico
che nel 2009 diede il via libera alla cessione fra Eutelia ed Omega di
Agile – il primo responsabile, perché quando avvenne la cessione erano già
in corso le indagini del Tribunale di Arezzo sui Landi, per irregolarità e
distrazione capitali da Eutelia, e Massa e Liori avevano già un lungo
curriculum di fallimenti alle spalle. La cessione era quindi quanto mai
sospetta. Ma il ministro Claudio Scajola, a sua insaputa naturalmente,
firmò. Ora i lavoratori di Agile possono dire: “Avevamo ragione e ci è stato
riconosciuto!”, ma è un’amara soddisfazione perché il lavoro distrutto non
verrà mai restituito e non vi sarà risarcimento che potrà sanare il grande
danno e dramma subito. Inoltre è solo un primo grado, che può cambiare in
appello. Ma che questa sentenza serva come monito ad altri falsi
imprenditori ed ai lavoratori: chi lotta può perdere, chi non lotta ha già
perso.

di Cadigia Perini | @cadigiaperini








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