comunicato
del PARTITO COMUNISTA D’INDIA (MAOISTA)
Lottare contro le riforme anti-operaie delle Labour Laws del governo MODI che sono devastazione per le masse indiane ed espansione per gli imperialisti e la borghesia compradora!
Con le recenti modifiche alle leggi sul lavoro il governo NDA di Modi ha ancora una volta mostrato il suo volto anti-operaio. Nella prima settimana di settembre 2014 ha proposto modifiche all’ Industrial Disputes Act, 1947; al Contract Labour (Regolamento e Abolizione) Act, 1970; al Factories Act, 1948; all’ Apprentices Act, 1961 e al Trade Union Act (leggi sulle controversie industriali, contratti di lavoro, lavoro in fabbrica e apprendistato). Narendra Singh Tomar, il ministro del lavoro dell’Unione li ha annunciati senza batter ciglio, come se fosse il ministro responsabile del benessere dei padroni delle fabbriche, non degli operai. Queste modifiche hanno come unico scopo il super-sfruttamento dei lavoratori, aumentare i super profitti delle multinazionali imperialiste e indiane che si gettano come avvoltoi sul sangue e la carne dei nostri lavoratori.
Queste modifiche rendono parole morta i diritti sul lavoro straordinario e salario aggiuntivo e consentono ai padroni delle fabbriche di far lavorare gli operai per 12 ore invece della giornata lavorativa di otto ore. I turni di notte per le donne sono resi legali. È ora consentito ai padroni di fabbriche che impiegano fino a 300 lavoratori di ridurre il personale o chiudere la fabbrica senza passare attraverso alcuna procedura, secondo la loro volontà. La Legge sulle controversie industriali favorisce ora i padroni in tutte le vertenze relative al lavoro. La legge sui contratti di lavoro si applica ora alle imprese che occupano più di 50 dipendenti, invece che 20, il che significa che a tutte le aziende che impiegano meno di 50 lavoratori a contratto non si applicano neppure le tenui disposizioni di tutela previste dalla legge. Finora, il datore di lavoro principale era responsabile per qualsiasi violazione di legge, anche in caso di lavoratori dell’appalto impiegati da un altro imprenditore. Gli emendamenti ora lo liberano da ogni vincolo.
Ora i lavoratori hanno facoltà di formare un sindacato solo se hanno il consenso del 30% dei lavoratori, mentre in precedenza sette operai potevano fare una domanda di registrazione di un sindacato e potevano formarne uno anche solo col 15% dei lavoratori. Si dice che la misura ha lo scopo di ridurre l’onere di trattare con troppi sindacati, ma non è altro che un palese tentativo di impedire ai lavoratori di organizzarsi per i loro diritti, permettendo ai capitalisti di sfruttarli, opprimerli e reprimerli a loro piacimento. Che razza di democrazia è questa se i lavoratori non possono esercitare correttamente nemmeno il loro diritto di formare un sindacato? Dato che i sindacati revisionisti e borghesi, che vanno quasi sempre a braccetto con le direzioni contro gli interessi dei lavoratori, hanno una posizione dominante sulla classe operaia, è diventato estremamente difficile per gli operai per liberarsi da queste catene e formare i loro sindacati indipendenti.
Queste modifiche hanno reso legali diversi illeciti in materia di condizioni di lavoro in fabbrica, facendosi calpestando tutti i diritti conquistati dei lavoratori in secoli di dure lotte, che sono in un certo senso erano patrimonio di lotte che risalgono alle ribellioni degli schiavi contro lo sfruttamento assoluto del lavoro umano. ... Queste modifiche avranno un grave impatto sull salute fisica e mentale dei lavoratori, porteranno a disastri industriali e avranno anche un pesante impatto sociale. In un contesto in cui nel migliore dei casi le donne che lavorano sono oggetto di molestie sessuali al ritorno dal posto di lavoro di notte, e quando diverse ricerche hanno stabilito che la salute delle donne è gravemente e irrimediabilmente danneggiata dai di turni di notte, la legalizzazione del lavoro notturno per le donne non solo incide sulla loro salute fisica e mentale, creando patologie ginecologiche, le espone a gravi rischi sul posto di lavoro e lungo percorso al e dal lavoro. Nel complesso, questo tipo di stress da lavoro porta all’invecchiamento precoce dei lavoratori e i capitalisti potranno allora cacciarli senza pietà e assumere nuovi lavoratori che passeranno attraverso lo stesso ciclo di sfruttamento per essere infine a a loro volta cacciati.
Molto sangue è stato versato per conquistare questi diritti, nelle lotte dei lavoratori in tutto il mondo e nelle rivoluzioni che miravano a mettere fine allo sfruttamento del lavoro e all’oppressione di tutte le masse lavoratrici, compreso il proletariato. Questi diritti sono stati conquisti come risultato accumulato di entrambi i tipi di lotta nel loro insieme. E ora con queste riforme il governo Modi vuole portare indietro l’orologio della storia. In realtà, sta seguendo la via aperta da tutti i precedenti governi in carica dal 1991 a oggi, da quando sono state adottate nuove misure economiche e hanno preso piede le politiche Globalizzazione, Privatizzazione e Liberalizzazione (GPL), che hanno imposto queste misure anti-operaie su sollecitazione degli imperialisti. ...
Nei primi 100 giorni il governo Modi/NDA ottenuto il record storico di adottare una o più misure antipopolari ogni giorno, questa sfilza di emendamenti contro i lavoratori sono solo le ultime. Modi e soci mettono in pratica l’ideale della borghesia capitalistico-burocratica e compradora, aprendo alla penetrazione di investimenti diretti stranieri settori finora non aperti o solo parzialmente aperti. Le zone economiche speciali funzionano già come paesi dentro il paese, con proprie norme anti-operaie non vincolate alla Costituzione indiana. Oltre a quello centra, i governi di quasi tutti gli stati rincorrono il triste primato nella brutale repressione delle lotte di operai e impiegati quando scioperano e si mobilitano per le loro giuste rivendicazioni. L’attacco contro lo dei sciopero dipendenti pubblici dello stato del Tamilnadu e la repressione contro i lavoratori di Gurgaon in Haryana sono solo i casi estremi. ...’ La magistratura sta facendo la sua parte nell’imporre l’agenda della globalizzazione adottando sentenze contro i lavoratori, tra cui la famigerata sentenza che vieta gli scioperi. I grandi media ripetono falsi argomenti per sostenere queste politiche anti-operaie, dicendo che andranno a creare “nuova occupazione”, “posti di lavoro”, “aumento della quota manifatturiera del PIL”, ecc.
Con la disoccupazione e sotto-occupazione che raggiungono livelli sempre più alti, nel quadro della crisi economica mondiale, e con l’inflazione alle stelle, i salari reali dei lavoratori sono sempre più compressi. Il popolo sprofonda sempre più nel classico pantano capitalista, dove quelli che riescono a trovare lavoro lavorano per lunghissime ore in condizioni di lavoro orribili mentre fuori dai cancelli della fabbrica di aggirano lavoratori affamati che non riescono a lavorare neppure un’ora per mantenere se stessi o le loro famiglie. L’enorme esercito industriale di riserva dei disoccupati spingendo ancor più verso il basso i salari dei lavoratori, a causa della spietata concorrenza per il lavoro. In combinata con le ultime misure anti-operaie, la situazione diventa sempre più preoccupante per le masse lavoratrici del nostro paese.
Nonostante i giochi delle classi dominanti sulle cifre del tasso di crescita, che puntano il dito sull’aumento degli investimenti di capitale speculativo nel mercato azionario e cercano di farlo passare come indice di sviluppo del paese, sanno molto bene che la vera ricchezza viene dal lavoro degli operai. Sanno molto bene che solo sfruttando gli operai fino all’ultima goccia di sangue possono riempire i loro conti e sguazzare nel lusso. Per la classe operaia la necessità immediata è comprendere più chiaramente questa realtà, organizzarsi e condurre una dura lotta di classe contro i loro sfruttatori e i politici compradori che gli leccano gli stivali.
In tutto il mondo c’è stata una impennata di lotta classe, in particolare nel quadro della crisi economica mondiale. dagli Stati Uniti all’ Europa abbiamo assistito a movimenti e grandi manifestazioni e lotte,..in particolare in Europa contro i licenziamenti, il taglio del welfare e la perdita dei risparmi a causa dei crack delle banche. Anche in India crescono le lotte della classe operaia per migliori condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori, come il diritto di formare sindacati e anche solo a tenere riunioni o dharnas (marce). Operai e impiegati non subito passivi le riforme alle leggi sul lavoro. Ci sono state forti e combattive proteste, , tra cui un bandh Bharat (sciopero generale) indetto da tutti i sindacati contro il precedente tentativo del governo UPA. Anche i sindacati tradizionali hanno criticato le riforme alle leggi sul lavoro. Per tutti i sindacati e associazioni di lavoratori la necessità del momento è di mettersi insieme per combattere questa offensiva della classe dominante contro tutto il popolo lavoratore.
Il CC del PCI (Maoista) chiama i lavoratori del nostro paese a sollevarsi uniti contro le ultime modifiche anti-operaie adottate dal governo NDA di Modi e a piegarlo con le loro lotte e mobilitazioni militanti. Ci rivolgiamo a tutte le organizzazioni e individui democratici e progressisti a stare dalla parte dei lavoratori nelle loro lotte e a dare loro voce contro il super-sfruttamento da parte della borghesia che dominano il nostro paese per nutrire la bestia imperialista... Smascherare il modello Vikas del governo Modi come svendita Paese, anti-popolare e antinazionale. Non è che il modello degli imperialisti che mirano a sfruttare, opprimere e reprimere le masse lavoratrici del nostro paese.
(Abhay)
Portavoce,
Comitato Central, PCI (Maoista)
Lottare contro le riforme anti-operaie delle Labour Laws del governo MODI che sono devastazione per le masse indiane ed espansione per gli imperialisti e la borghesia compradora!
Con le recenti modifiche alle leggi sul lavoro il governo NDA di Modi ha ancora una volta mostrato il suo volto anti-operaio. Nella prima settimana di settembre 2014 ha proposto modifiche all’ Industrial Disputes Act, 1947; al Contract Labour (Regolamento e Abolizione) Act, 1970; al Factories Act, 1948; all’ Apprentices Act, 1961 e al Trade Union Act (leggi sulle controversie industriali, contratti di lavoro, lavoro in fabbrica e apprendistato). Narendra Singh Tomar, il ministro del lavoro dell’Unione li ha annunciati senza batter ciglio, come se fosse il ministro responsabile del benessere dei padroni delle fabbriche, non degli operai. Queste modifiche hanno come unico scopo il super-sfruttamento dei lavoratori, aumentare i super profitti delle multinazionali imperialiste e indiane che si gettano come avvoltoi sul sangue e la carne dei nostri lavoratori.
Queste modifiche rendono parole morta i diritti sul lavoro straordinario e salario aggiuntivo e consentono ai padroni delle fabbriche di far lavorare gli operai per 12 ore invece della giornata lavorativa di otto ore. I turni di notte per le donne sono resi legali. È ora consentito ai padroni di fabbriche che impiegano fino a 300 lavoratori di ridurre il personale o chiudere la fabbrica senza passare attraverso alcuna procedura, secondo la loro volontà. La Legge sulle controversie industriali favorisce ora i padroni in tutte le vertenze relative al lavoro. La legge sui contratti di lavoro si applica ora alle imprese che occupano più di 50 dipendenti, invece che 20, il che significa che a tutte le aziende che impiegano meno di 50 lavoratori a contratto non si applicano neppure le tenui disposizioni di tutela previste dalla legge. Finora, il datore di lavoro principale era responsabile per qualsiasi violazione di legge, anche in caso di lavoratori dell’appalto impiegati da un altro imprenditore. Gli emendamenti ora lo liberano da ogni vincolo.
Ora i lavoratori hanno facoltà di formare un sindacato solo se hanno il consenso del 30% dei lavoratori, mentre in precedenza sette operai potevano fare una domanda di registrazione di un sindacato e potevano formarne uno anche solo col 15% dei lavoratori. Si dice che la misura ha lo scopo di ridurre l’onere di trattare con troppi sindacati, ma non è altro che un palese tentativo di impedire ai lavoratori di organizzarsi per i loro diritti, permettendo ai capitalisti di sfruttarli, opprimerli e reprimerli a loro piacimento. Che razza di democrazia è questa se i lavoratori non possono esercitare correttamente nemmeno il loro diritto di formare un sindacato? Dato che i sindacati revisionisti e borghesi, che vanno quasi sempre a braccetto con le direzioni contro gli interessi dei lavoratori, hanno una posizione dominante sulla classe operaia, è diventato estremamente difficile per gli operai per liberarsi da queste catene e formare i loro sindacati indipendenti.
Queste modifiche hanno reso legali diversi illeciti in materia di condizioni di lavoro in fabbrica, facendosi calpestando tutti i diritti conquistati dei lavoratori in secoli di dure lotte, che sono in un certo senso erano patrimonio di lotte che risalgono alle ribellioni degli schiavi contro lo sfruttamento assoluto del lavoro umano. ... Queste modifiche avranno un grave impatto sull salute fisica e mentale dei lavoratori, porteranno a disastri industriali e avranno anche un pesante impatto sociale. In un contesto in cui nel migliore dei casi le donne che lavorano sono oggetto di molestie sessuali al ritorno dal posto di lavoro di notte, e quando diverse ricerche hanno stabilito che la salute delle donne è gravemente e irrimediabilmente danneggiata dai di turni di notte, la legalizzazione del lavoro notturno per le donne non solo incide sulla loro salute fisica e mentale, creando patologie ginecologiche, le espone a gravi rischi sul posto di lavoro e lungo percorso al e dal lavoro. Nel complesso, questo tipo di stress da lavoro porta all’invecchiamento precoce dei lavoratori e i capitalisti potranno allora cacciarli senza pietà e assumere nuovi lavoratori che passeranno attraverso lo stesso ciclo di sfruttamento per essere infine a a loro volta cacciati.
Molto sangue è stato versato per conquistare questi diritti, nelle lotte dei lavoratori in tutto il mondo e nelle rivoluzioni che miravano a mettere fine allo sfruttamento del lavoro e all’oppressione di tutte le masse lavoratrici, compreso il proletariato. Questi diritti sono stati conquisti come risultato accumulato di entrambi i tipi di lotta nel loro insieme. E ora con queste riforme il governo Modi vuole portare indietro l’orologio della storia. In realtà, sta seguendo la via aperta da tutti i precedenti governi in carica dal 1991 a oggi, da quando sono state adottate nuove misure economiche e hanno preso piede le politiche Globalizzazione, Privatizzazione e Liberalizzazione (GPL), che hanno imposto queste misure anti-operaie su sollecitazione degli imperialisti. ...
Nei primi 100 giorni il governo Modi/NDA ottenuto il record storico di adottare una o più misure antipopolari ogni giorno, questa sfilza di emendamenti contro i lavoratori sono solo le ultime. Modi e soci mettono in pratica l’ideale della borghesia capitalistico-burocratica e compradora, aprendo alla penetrazione di investimenti diretti stranieri settori finora non aperti o solo parzialmente aperti. Le zone economiche speciali funzionano già come paesi dentro il paese, con proprie norme anti-operaie non vincolate alla Costituzione indiana. Oltre a quello centra, i governi di quasi tutti gli stati rincorrono il triste primato nella brutale repressione delle lotte di operai e impiegati quando scioperano e si mobilitano per le loro giuste rivendicazioni. L’attacco contro lo dei sciopero dipendenti pubblici dello stato del Tamilnadu e la repressione contro i lavoratori di Gurgaon in Haryana sono solo i casi estremi. ...’ La magistratura sta facendo la sua parte nell’imporre l’agenda della globalizzazione adottando sentenze contro i lavoratori, tra cui la famigerata sentenza che vieta gli scioperi. I grandi media ripetono falsi argomenti per sostenere queste politiche anti-operaie, dicendo che andranno a creare “nuova occupazione”, “posti di lavoro”, “aumento della quota manifatturiera del PIL”, ecc.
Con la disoccupazione e sotto-occupazione che raggiungono livelli sempre più alti, nel quadro della crisi economica mondiale, e con l’inflazione alle stelle, i salari reali dei lavoratori sono sempre più compressi. Il popolo sprofonda sempre più nel classico pantano capitalista, dove quelli che riescono a trovare lavoro lavorano per lunghissime ore in condizioni di lavoro orribili mentre fuori dai cancelli della fabbrica di aggirano lavoratori affamati che non riescono a lavorare neppure un’ora per mantenere se stessi o le loro famiglie. L’enorme esercito industriale di riserva dei disoccupati spingendo ancor più verso il basso i salari dei lavoratori, a causa della spietata concorrenza per il lavoro. In combinata con le ultime misure anti-operaie, la situazione diventa sempre più preoccupante per le masse lavoratrici del nostro paese.
Nonostante i giochi delle classi dominanti sulle cifre del tasso di crescita, che puntano il dito sull’aumento degli investimenti di capitale speculativo nel mercato azionario e cercano di farlo passare come indice di sviluppo del paese, sanno molto bene che la vera ricchezza viene dal lavoro degli operai. Sanno molto bene che solo sfruttando gli operai fino all’ultima goccia di sangue possono riempire i loro conti e sguazzare nel lusso. Per la classe operaia la necessità immediata è comprendere più chiaramente questa realtà, organizzarsi e condurre una dura lotta di classe contro i loro sfruttatori e i politici compradori che gli leccano gli stivali.
In tutto il mondo c’è stata una impennata di lotta classe, in particolare nel quadro della crisi economica mondiale. dagli Stati Uniti all’ Europa abbiamo assistito a movimenti e grandi manifestazioni e lotte,..in particolare in Europa contro i licenziamenti, il taglio del welfare e la perdita dei risparmi a causa dei crack delle banche. Anche in India crescono le lotte della classe operaia per migliori condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori, come il diritto di formare sindacati e anche solo a tenere riunioni o dharnas (marce). Operai e impiegati non subito passivi le riforme alle leggi sul lavoro. Ci sono state forti e combattive proteste, , tra cui un bandh Bharat (sciopero generale) indetto da tutti i sindacati contro il precedente tentativo del governo UPA. Anche i sindacati tradizionali hanno criticato le riforme alle leggi sul lavoro. Per tutti i sindacati e associazioni di lavoratori la necessità del momento è di mettersi insieme per combattere questa offensiva della classe dominante contro tutto il popolo lavoratore.
Il CC del PCI (Maoista) chiama i lavoratori del nostro paese a sollevarsi uniti contro le ultime modifiche anti-operaie adottate dal governo NDA di Modi e a piegarlo con le loro lotte e mobilitazioni militanti. Ci rivolgiamo a tutte le organizzazioni e individui democratici e progressisti a stare dalla parte dei lavoratori nelle loro lotte e a dare loro voce contro il super-sfruttamento da parte della borghesia che dominano il nostro paese per nutrire la bestia imperialista... Smascherare il modello Vikas del governo Modi come svendita Paese, anti-popolare e antinazionale. Non è che il modello degli imperialisti che mirano a sfruttare, opprimere e reprimere le masse lavoratrici del nostro paese.
(Abhay)
Portavoce,
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