giovedì 19 aprile 2018

17 aprile - da tarantocontro: trattativa romana Ilva - il punto e l'indicazione dello Slai Cobas per il sindacato di classe - massima diffusione, circolazione, dibattito, contatti


OPERAI

La trattativa romana fa qualche passettino in avanti, giudicato positivo dai sindacati.
Mittal, governo provvisorio e parte dei sindacati confederali, sotto la regia di Calenda, vogliono chiudere prima che i giochi si riaprano. Ma ora come ora c'è una sola chiusura possibile dal loro punto di vista: esuberi che potrebbero ancora essere limati ma restano, salari non garantiti e non sono certo le proposte in campo che risolvono il problema, diritti acquisiti rivisitati in peggio.
Governo, Mittal e la parte dei sindacati compiacenti non possono andare oltre questo, con la complicità della Commissione europea che, al di là delle petizioni degli ambientalisti, è da una parte sola, quella dei padroni dell'industria dell'acciaio, Mittal compresa.


E' necessario dire che noi siamo assolutamente contrari che pur di “accontentare Taranto” e la Commissione europea, si taglino posti di lavoro a Piombino e negli altri stabilimenti Mittal in Europa.
La classe operaia, cosciente di sé e del proprio ruolo, non ha città da difendere, non ha nazione, ha un solo interesse: quello come classe proletaria che unita combatte contro il governo e contro tutti i governi dei padroni, oggi per il lavoro, il salario, i diritti, la salute, domani per eliminare i padroni e abbattere lo Stato e i governi del padroni.

Tornando a Taranto. Siamo convinti che la trattativa può decollare a favore dei lavoratori e cambiare
le carte in tavola solo se i lavoratori fanno sentire la loro voce autonoma, attraverso la lotta e la rappresentanza diretta. Gli stessi obiettivi che a parole sostengono ora una parte dei sindacati “niente esuberi, tutti in Mittal, salvaguardia di salari e diritti”, non sono ottenibili senza la lotta. E questo i lavoratori se lo devono mettere in testa, non è un problema di governo né nemico, né amico, peraltro i 5 Stelle sono falsi amici.
Lo Slai Cobas non intende limitarsi a predicare nel vuoto né aspettare sulla riva del fiume che la barca affondi, ma lavora per autorganizzare gli operai. Anche un piccolo nucleo, compatto e deciso, può influenzare e guidare la massa nella situazione attuale. Ognuno, operai individualmente e collettivamente dovranno per forza assumersi la loro responsabilità se non vogliono che al danno della crisi Ilva, delle morti sul lavoro e da lavoro, si aggiunga la beffa di accordi bidone che prima li dividono, in operai di serie A e serie B, e poi li schiacciano tutti insieme.
Non è difficile trovare obiettivi che uniscano gli operai, né i padroni sono così forti come vogliono apparire. Mittal ha enorme bisogno di questo stabilimento nella guerra dell'acciaio quanto mai acuta; il governo attuale e quello futuro sono governi deboli, senza arte né parte; i sindacati confederali hanno un consenso appeso ad un filo, fatto soprattutto di privilegi, cattive abitudini, in-coscienza operaia.
Il lavoro per tutti può essere tutelato, la fabbrica radicalmente cambiata. L'unità operai-masse dei quartieri popolari inquinati ricostruita, i diritti acquisiti, che sono costati lotte e sangue operaio non possono essere cancellati con un tratto di penna.
Il problema di eventuali incongruenze, temporanee o future, in materia di organico, anche con questi nuovi padroni, può essere risolto col prepensionamento esteso e volontario, che è anche un risarcimento obbligato nella siderurgia e nelle fabbriche della morte come quella di Taranto.
Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto
slaicobasta@gmail.com
info 347-5301704
aprile 2018



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