lunedì 6 agosto 2018

6 agosto - NUOVA ORRIBILE STRAGE DI BRACCIANTI MIGRANTI NELLE STRADE DELLE CAMPAGNE FOGGIANE 12 MORTI!


12 persone - tutti braccianti agricoli e migranti - sono morte in un incidente stradale avvenuto poco fa sulla strada statale 16, nella località Ripalta, nel territorio di Lesina, nel Foggiano. Nell’impatto sono rimaste ferite altre persone, il cui numero non è stato ancora reso noto. A quanto si è saputo, l’impatto si è verificato, per cause in corso di accertamento, tra un furgone con targa bulgara che trasportava numerosi braccianti agricoli, tutti extracomunitari, che tornavano dalle campagne dove avevano raccolto pomodori, ed un tir. Le vittime viaggiavano, insieme ad altre tre persone, rimaste ferite, a bordo di un furgone che si è scontrato frontalmente con un camion carico di pomodori. I tre feriti sono stati ricoverati nell’ospedale di San Severo. Al momento non si conoscono le loro condizioni
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Sesto San Giovanni,  6 Agosto 2018 


La strage infinita


Dopo i quattro migranti morti in un incidente sul lavoro – che questo sia ben chiaro – sabato scorso, oggi ne sono morti altri 12, nelle campagne di Foggia. Anche questa è una strage di lavoro. 16 nostri fratelli di classe, sfruttati peggio delle bestie nei campi per pochi euro al giorno. Non sapremo mai i loro nomi.
Quello che sappiamo è che, dopo qualche indagine, ci diranno che si tratta di una fatalità, al massimo verrà alla luce, come negli anni scorsi, qualche squallida storia di caporalato. Come ogni estate. Ma succederà di nuovo, perché nessuno ha interesse a fermare lo sfruttamento bestiale che porta frutta e pomodori, insanguinati, sulle nostre tavole.
Così come si è ripetuta – sempre oggi – una riedizione della strage di Viareggio (29 giugno 2009): questa volta sul raccordo stradale di Borgo Panigale, Bologna. Un Tir carico di materiale infiammabile, 2 morti e una settantina di feriti finora. Merci pericolose che viaggiano senza alcuna misura di sicurezza, autisti costretti a guidare fino allo sfinimento (tutti sanno che le schede che registrano il chilometraggio si taroccano) perché gli affari, il mercato, non si possono fermare, le misure di sicurezza sono un impedimento, sono i “lacci e lacciuoli” tanto deprecati negli scorsi anni da industriali e politici, che frenano il “progresso”.
Qui l’unico progresso è quello dei capitalisti. Noi possiamo solo sperare di non essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. E, alla faccia di chi sbraita “prima gli italiani”, oggi si  dimostra, una volta ancora, che non c’è alcuna differenza, i padroni sfruttano e ammazzano italiani e stranieri, bianchi e neri, senza alcuno scrupolo, perché, a loro interessa solo il profitto.
Ma, per una volta, facciamoci una domanda: vogliamo davvero – noi, i nostri cari, i compagni di lavoro, gli sconosciuti che incontriamo tutti i giorni, qualunque sia il colore della loro pelle - essere la carne da macello che permette agli sfruttatori di arricchirsi ancora di più sul nostro sangue e sulla nostra vita?
Se la risposta è no, ricominciamo a pensare di unirci, organizzarci e lottare per rovesciare questo sistema sociale, barbaro e inumano, che si chiama capitalismo.

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