Comunicato
stampa per INAIL
Durante
il percorso verso l'8 marzo, dalle lavoratrici delle pulizie, della
ristorazione, della metalmeccanica riunite in assemblea, si è alzato
unanime un grido di denuncia: i ritmi di lavoro sempre più elevati
compromettono i tendini delle mani e delle braccia, ci comprimono le
terminazioni nervose, ci spaccano la schiena … e l'INAIL spesso non
riconosce la natura professionale delle lesioni!
Il
mancato ricambio generazionale, il lavoro sotto organico, fa sì che,
per una manciata di euro di profitto, ci si accanisca a estrarre
sempre più prestazioni da donne già logorate da una vita di lavoro.
Siamo
andate a studiarci i dati sulle malattie professionali diffusi
dall'INAIL che conferma la nostra denuncia.
La
provincia di Pisa, insieme a Lucca, è quella dove si registra il
maggior numero di denunce di malattie professionali rispetto alle
restanti province toscane, mediamente 1500 denunce ogni anno (anni
dal 2015 al 2017). Di queste, però, l'INAIL ne riconosce solo il 55
%.
Per
quanto riguarda la provincia di Pisa, non vengono riportati i dati
divisi per genere: il dato regionale ci dice però che il
riconoscimento delle malattie professionali nelle donne cala di circa
10 punti percentuali rispetto a quello degli uomini per cui si può
evincere che nella provincia di Pisa solo il 45 % delle denunce di
malattia professionale che riguardano le donne vengano riconosciute.
Le
denunce di malattia professionale sono numericamente molto inferiori
nelle donne che negli uomini (circa la metà), anche a causa del più
basso livello di occupazione femminile, ma i numeri si invertono
quando si parla di malattie muscoloscheletriche, dovute ai movimenti
ripetitivi: il tunnel carpale interessa un terzo in più di donne che
di uomini, le altre malattie muscoloscheletriche sono circa due terzi
di quelle degli uomini! Mentre per gli uomini le malattie
professionali risultano diversificate, le malattie professionali
denunciate dalle donne riguardano nella quasi totalità tunnel
carpale, altre malattie miscoloscheletriche e malattie del rachide
(schiena), che sommate costituiscono il 90 % delle malattie
professionali denunciate dalle lavoratrici.
Facendo
gli opportuni calcoli si può stimare quindi che ogni anno a Pisa 450
donne subiscano i danni della violenza di ritmi forsennati di lavoro,
delle carenze di organico, di turni di lavoro prolungati.
Anche
di questa ulteriore violenza sui corpi delle donne vuole parlare Non
Una Di Meno in questa giornata di sciopero dal lavoro produttivo e
riproduttivo.
Vuole
inoltre denunciare il ruolo delle istituzioni che da una parte si
ergono a paladine della “sicurezza delle donne” e dall'altra
creano le condizioni strutturali perchè questa violenza si perpetui.
L'INAIL
è una di queste istituzioni che dovrebbe tutelare lavoratori e
lavoratrici, ma che in realtà ammicca alle Aziende elargendo sconti
sui premi assicurativi, e sempre più preferisce credere alle
autocertificazioni dei datori di lavoro di assenza del rischio,
piuttosto che a quanto dichiarato sulle condizioni lavorative dalle
donne che richiedono il riconoscimento di malattia professionale.
In
questo anno, come negli altri, stimiamo che a 250 donne delle 450 di
cui sono pervenute le denunce a questi uffici dell'INAIL di Pisa non
verrà riconosciuta la malattia professionale
Forse
nella deriva patriarcale che il nostro paese sta vivendo anche
l'INAIL vuole tornare alle sue origini, quando nel 1929 fu fondato
col nome di INFAIL “Istituto Nazionale Fascista per l'Assicurazione
contro gli Infortuni sul Lavoro”
Noi
non lo permetteremo! L'INAIL va riformato e saremo noi a farlo!
Non
Una Di Meno Pisa
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