domenica 24 marzo 2019

22 marzo - La repressone verso i responsabili dello Slai cobas sc si Bergamo non passa ma contro tutti i padroni occorre alzare la guardia e coordinarsi


I padroni non perdono occasione per fare la guerra agli operai combattivi e alle loro organizzazioni di classe.
Nel moderno fascismo i padroni vogliono la condanna totale dello sciopero e degli scioperanti.
Affermare i diritti degli operai, richiede anche unità e coordinamento di lotta contro la repressione.

In settimana al Tribunale di Bergamo, a seguito di una denuncia dei padroni di Kamila/Cisa del magazzino di Brignano, davanti al giudice per le indagini preliminari, è stato valutato il possibile rinvio a giudizio per i responsabili dello dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Bergamo, accusati di estorsione e di calunnia a mezzo stampa.

Ancora un tentativo di criminalizzare la lotta di classe trasformando gli scioperi e il fermo del magazzino in estorsione, accusando chi lotta giustamente per la garanzia del posto di lavoro e contro il sistema neoschiavista delle cooperative di essere criminali.
Cercando di imbavagliare la voce di chi lotta a suon di querele per inibire l’uso (scarso) della stampa per diffondere la descrizione delle bestiali condizioni di lavoro, fonte di sfruttamento, usura per gli operai e di un incremento esponenziale delle potenzialità di incidente dentro i magazzini.

In questo caso il GIP ha disposto il non rinvio a procedere per entrambi i capi di imputazione.
Ma invitiamo tutte le organizzazioni di base e di classe, ad alzare la guardia e coordinarsi contro la repressione e il moderno fascismo di cui il decreto Sicurezza è parte integrante.

SLAI COBAS per il sindacato di classe - Bergamo

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