domenica 1 marzo 2020

2 marzo - LE CONDIZIONI DI LAVORO NELLA SANITÀ, RIFLETTONO IL LIVELLO DI TUTELA SANITARIA PER LE MASSE POPOLARI. -DALLE CORSIE UNO SFORZO PER L’UNITA’ DI CLASSE E LA MOBILITAZIONE no all’informazione di regime


Arrivano in dotazione dell’Ats Bergamo 257.000 mascherine, daL 2.3.20 il personale sanitario e non avrà
l’obbligo di indossarle. Ma non ci avevano detto che non servivano? Ci avevano persino vietato di
metterle, in quanto come operatori sanitari dovevamo essere d’esempio per la popolazione altrimenti
avremmo contribuito a diffondere il panico. Ci hanno bombardato di mail per informarci che le
mascherine servono solo ed esclusivamente quando si ha a che fare con “casi sospetti”. L’uso a tappeto è
inutile e dannoso. Ce l’hanno ripetuto all’infinito in questi giorni. Non solo, ci è stato anche giustamente
ricordato, che come da procedura, solo per i famosi “casi sospetti” , le mascherine da utilizzare sono
quelle con la dicitura FFP3.
Da oggi tutti con la mascherina chirurgica? Scusate ma c’è qualcosa che non ci convince. La risposta più
logica è che sino a ieri, data la mancanza di mascherine, hanno detto che non servivano, adesso che ci
sono, obbligo per tutti. Tanto semplice quanto sconcertante.
In commercio abbiamo tre diversi tipi di maschere: le mascherine igieniche (nota1), le mascherine chirurgiche (nota2) e i
respiratori (nota3).
Controllano le informazioni e le manipolano. Quando non hanno i DPI ci dicono che non servono ed ora
che li hanno, anche se a copertura limitata, cambiano versione.
A dimostrazione che se i lavoratori vogliono tutelarsi non devono fidarsi dei padroni.
Perché ci danno queste benedette mascherine chirurgiche? Probabilmente le FFP3 non sono disponibili o
costano troppo e così vengono distribuite quelle chirurgiche come palliativo per sedare la richiesta di DPI
da parte degli operatori, per dare la parvenza che si sta facendo tutto il possibile.
Le mascherine dovrebbero essere prodotte e distribuite secondo necessità, a prezzo calmierato. Ma nella
società capitalista basata sul profitto, in un momento di emergenza, lo sciacallaggio dei padroni fa
schizzare i prezzi delle mascherine che vengono date non a chi ne ha bisogno ma a chi se le può pagare.
Ai tempi del coronavirus anche le mascherine ci stanno facendo riflettere sulla nostra condizione
lavorativa, sulla qualità del servizio che contribuiamo a fornire con i tagli e le privatizzazioni ai proletari.
Ogni giorno stiamo mettendo le nostre energie per un’informazione al servizio dei lavoratori, per
fare controinformazione tra le masse, per trasformarle in una larga mobilitazione basata sull’unità
di classe, in aperta ribellione a questo sistema.


(1) Mascherina igienica. Serve esclusivamente a proteggere il prodotto (viene ad esempio utilizzata durante l’assemblaggio di
chip) o l’alimento che si sta lavorando, non serve invece a proteggere le vie respiratorie. Questo tipo di mascherina non offre
alcun tipo di protezione in quanto si lascia facilmente attraversare dalle goccioline di saliva (micro nebbiolina) e dalle
secrezioni respiratorie. E’ riconoscibile dall’assenza del marchio CE e riporta ben chiara la notazione che non svolge alcuna
funzione di protezione delle vie respiratorie.

(2) Mascherina chirurgica. E’ utilizzata in particolare in ambiente ospedaliero, e serve a evitare che la persona che la indossa
contamini l’ambiente (e quindi i soggetti con cui viene a contatto). L’uso della mascherina non garantisce una valida difesa
contro il virus, in quanto non offre una sicura protezione alla penetrazione di polveri ed aerosol, ma presenta comunque alcuni
vantaggi: riduce il rischio di contagio se indossata dalla persona malata, in quanto limita il numero di microorganismi immessi
nell’ambiente (es. con uno starnuto) e, può proteggere , in alcuni casi, la persona sana da schizzi di liquidi infetti. Questo tipo
di maschera è riconoscibile per la presenza sulla confezione della marcatura CE e dall’ indicazione del tipo (II o IIR). Dopo 2-3 ore di uso, le mascherine vanno sostituite in quanto, inumidendosi, perdendo di efficacia.

(3) Respiratore. E’ l’unica maschera a garantire, se dotata di particolari filtri, la protezione delle vie respiratorie dal virus dell’
influenza. Particolarmente adatti sono i facciali filtranti antipolvere. Questo tipo di respiratore a filtro è costituito interamente o
prevalentemente di materiale filtrante attraverso il quale passa l’aria inspirata; il respiratore copre almeno il naso e la bocca.
L’aria espirata può essere scaricata attraverso lo stesso materiale filtrante o attraverso una valvola di espirazione. Alcuni tipi,
per migliorare l’adattamento del volto, ricorrono ad un adattatore attorno al naso (monouso). L’utilizzatore deve modellare lo
stringinaso prima dell’ uso.
I facciali filtranti vengono classificati in:
FF P1 facciale filtrante con bassa separazione contro le particelle solide (efficienza filtrante minima 78%);
FF P2 facciale filtrante con media separazione contro le particelle solide e liquide(efficienza filtrante minima 92%);
FF P3 facciale filtrante con alta separazione contro le particelle solide e liquide (efficienza filtrante minima 98%).
La maschera di protezione delle vie respiratorie contro il virus è riconoscibile per la presenza sul respiratore della marcatura
CE EN 149, e dalla classificazione FFP2 o FFP3. Questo tipo di maschera va sostituita dopo 8 ore di uso.
L’efficacia della maschera è legata soprattutto ad una buona tenuta sul volto, per questo va indossata in assenza di barba e
baffi, e all’attuazione di altre misure quali il lavaggio delle mani, il corretto indossamento e rimozione, la corretta eliminazione
dopo l’ uso.
Un uso scorretto può aumentare il rischio di trasmissione piuttosto che ridurlo.

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