domenica 22 marzo 2020

22 marzo - Policlinico di Palermo: coronavirus e altre vecchie emergenze, continuano costantemente le denunce dello Slai Cobas per il sc

Continuano costantemente le denunce dello Slai Cobas per il sindacato di classe


Nei lunghi anni della sua attività, anche come RSU, lo Slai cobas per il sc ha denunciato e lottato contro lo sfascio assoluto del Policlinico di Palermo; sfascio che viene pagato naturalmente dalle lavoratrici e dai lavoratori dell’ospedale (oltreché dai malati e dai loro familiari).
E da questo punto di vista il Policlinico di Palermo è parte integrante del quadro disastroso della sanità nazionale, a cominciare dai locali fatiscenti e poi tutto quello che viene denunciato nel documento che riportiamo!
Mentre si attendono risposte da parte delle istituzioni, dei diretti responsabili, a queste giuste richieste, che non arrivano mai! in questo particolare frangente, di “emergenza coronavirus” continua verso i lavoratori quotidianamente l’aggiornamento e la controinformazione cercando di chiarire quanto più scientificamente possibile e con dati alla mano come stanno realmente le cose.

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S. L. A. I. COBAS per il sindacato di classe


Sede provinciale: Via G .del Duca, 4 - 90138 Palermo –  tel. 091/203686 – 3387708110
e- mail: cobas_slai_palermo@libero.it


Prot. 120/2020                                                                               Palermo, 17.03.2020

                                                             Al Ministro della Salute
                                                              All’Assessore della Salute                                                                                                                         della Regione Sicilia
                                                              Al Rettore dell’Università degli Studi
                                                                    di Palermo
                                                              Alla Direzione Generale dell’A.O.U.P.
                                                                          “ P. Giaccone” di Palermo

                                                      p.c.       Al Sig. Prefetto di Palermo

                                                                    All’Ispettorato regionale del Lavoro
                                                                    Agli Organi di Stampa
                                                                     Alle Lavoratrici e ai Lavoratori
                                                                            del Policlinico di Palermo
                                                               
Oggetto: Assenza di Dispositivi di Protezione Individuale/Grave carenza di personale addetto all’assistenza/Emergenza igienico-sanitaria/ Richiesta applicazione Smart Working, Policlinico Palermo
                 Con la presente la scrivente O.S. denuncia innanzitutto l’assenza prolungata dei D.P.I., a cominciare dalle mascherine, che costringe i medici e tutto il personale addetto all’assistenza presso il Policlinico di Palermo a lavorare senza sicurezza, rischiando, alla luce dell’emergenza coronavirus, la compromissione del proprio stato di salute.
                 Inoltre, si fa rilevare ex novo la grave ed atavica carenza di infermieri, O.S.S., OTA, tecnici, medici, che comporta, per quelle poche unità in servizio, turni massacranti e un notevole stress lavoro-correlato, in aperta violazione della legge n.81/08 e dell’A.Q.E. in merito alla questione “salute e sicurezza” nei luoghi di lavoro. In tal senso si diffida dall’utilizzo del personale invalido, in precario stato di salute e con limitazioni imposte dal M.C., in reparti, turni e mansioni non compatibili.
                 Altresì si denuncia ancora una volta il persistere dell’emergenza igienico-sanitaria all’interno del nosocomio in oggetto, a cominciare dalle corsie e dalle sale operatorie, così come più volte evidenziato anche dalla RSU dell’Università degli Studi di Palermo; emergenza che, ancor più in questo frangente, rappresenta un fatto gravissimo.
                 Infine si chiede l’estensione dello “Smart Working” al personale non impegnato nell’assistenza diretta ai degenti, qualora ne facesse richiesta.

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