venerdì 27 marzo 2020

27 marzo - SCIACALLI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS PADRONI E CONFEDERALI SULLA STESSA LUNGHEZZA D’ONDA PER STRAPPARE AGLI OPERAI, CON IL CAMBIO APPALTO, UN NUOVO CONTRATTO DA FAME E DI MISERIA CALCOLANDO MODI E TEMPI SULLE RIDOTTE CAPACITÀ DI MOBILITAZIONE DI QUESTA EMERGENZA SANITARIA


nella zona è in azione da tempo una lobby confederale che sempre con lo stesso metodo, ha sostenuto i processi di ristrutturazione del settore, facendo più di un disastro tra gli operai delle fabbriche dell’insalata








Sab/Il Tricolore, fabbrica ‘dell’insalata’, quarta gamma, ovvero pulitura e imbustamento dell’insalata e delle zuppe, pronte per il consumo, sta ristrutturando, per recuperare margini di redditività, come dicono, profitto per essere chiari, pianificando aumenti dei ritmi di lavoro e la riduzione degli stipendi.
Con la ristrutturazione economica avanzano anche i tentativi contro il gruppo degli operai organizzato con lo Slai Cobas sc.
C’è aria di cambio appalto in fabbrica, ma sono mesi che viene rimandato e slitta anche il confronto. Lunedì invece arrivano le prime lettere per un trasferimento a 130 km di distanza. Si può leggere che gli operai sono stati divisi in gruppi e spediti in quattro diverse aziende, dal 1 di aprile.
Abbiamo tra l’altro, segnalato il fatto alla prefettura, risultando in tempo di emergenza sanitaria, molto surreale lo spostamento di 50 famiglie a 130 km dalla residenza attuale.
Passano due giorni tra discussioni e preoccupazioni, e sbuca il coniglio dal cappello: si materializza una nuova cooperativa, con un nuovo contratto di assunzione ‘che può salvare gli operai dal trasferimento’ offrendo la possibilità di restare in fabbrica’, dato che il lavoro c’è e continua.
Prendere o lasciare, meno di 48 ore di tempo per pensarci.
Gli operai, in fabbrica da quindici anni, sempre in cooperativa con il contratto a tempo indeterminato merci logistica, operai che hanno sviluppato una professionalità molto alta, nella conduzione delle macchine, nella conoscenza dei processi produttivi, fatti di continui cambi e adeguamenti agli ordini dei clienti (i grandi marchi della GDO) tra mille codici e tipologie di imbustamento dell’insalata, nella conoscenza del prodotto, che va anche ‘mondato’ ovvero tagliato con il minor margine di scarto…
si sono visti proporre, tra pressioni e vere e proprie intimidazioni, un nuovo contratto delle cooperative agricole (senza Naspi), con una proposta di contratto di assunzione a tempo determinato, per 4 mesi, al 7 livello, il livello più basso del contratto dei lavoratori Agricoli, con un periodo di prova forcaiolo di 8 giorni!
Azzerata una vita di lavoro, di accordi aziendali. Con questo contratto devono ripartire da zero, offrendo al prezzo più basso la migliore professionalità possibile sul mercato.
Un contratto osceno per schiacciare il gruppo che fino ad oggi ha resistito con il sindacato, usando il trasferimento come leva, anche verso il resto della fabbrica non sindacalizzata.
Ma questo contratto riporta un’altra voce illegittima, che chiarisce a fondo il meccanismo di questa truffa: pretende che il lavoratore, all’atto della firma, accetti il contratto aziendale, che a quanto si deduce è quello che determina i parametri dell’assunzione, sottoscritto il 27.02.20, che lo accetti pur non conoscendolo, non avendolo visto, che non gli viene consegnato, di cui nessuno conosceva l’esistenza, se non i confederali che l’hanno firmato.
QUESTI SONO UN ELEMENTO ORGANICO DELLA GESTIONE PADRONALE DELLA FABBRICA E DELLO SFRUTTAMENTO OPERAIO, COME TALI VANNO TRATTATI

I PROSSIMI GIORNI SARANNO DI TENSIONE,
E DI SFORZO A TROVARE LE FORME POSSIBILI DI MOBILITAZIONE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
È UN IMPEGNO A CUI TUTTI I LAVORATORI, LE AVANGUARDIE, LE REALTÀ ORGANIZZATE, SONO CHIAMATI,
PERCHÈ I PADRONI USANO LA CRISI E VOGLIONO USCIRNE PIÙ FORTI DI PRIMA, FACENDONE PAGARE IL PREZZO AGLI OPERAI.

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