2° parte
Engels mostra come tutto il sistema borghese, come potere statale, come partiti, come legislazione (la Legge sui poveri che nel 1834 abolì tutti i sussidi in denaro o in natura e istituì le 'case di lavoro' workhouse, che erano in realtà delle carceri in cui il soggiorno veniva definito “repellente”, è una dimostrazione lampante di una legislazione che afferma che i poveri non hanno “il diritto di esistere in condizioni umane”), come apparato giudiziale, ha lo scopo solo “di proteggere i possidenti contro i nullatenenti... l'ostilità contro il proletariato è la base dell'ordinamento giuridico...”.
“...La legge è sacra al borghese poichè è suo lavoro personale, poiché è fatta con il suo consenso a sua protezione e vantaggio... il borghese inglese si ritrova nella legge come nel suo dio, perciò la ritiene sacra, per questo per essa ha il bastone dell'agente di polizia, il quale è propriamente il suo bastone, una forza meravigliosa per far tacere. Ma ciò non è vero per l'operaio. L'operaio sa troppo bene e lo ha esperimentato troppo spesso, che la legge per lui è una verga con la quale fu vincolato dal borghese, e, se egli non deve, non ne tiene alcun conto...”.
Scrive Engels: “...non meraviglia nulla affatto se gli operai trattati come bestie o divengono realmente bestie o... salvaguardano la coscienza ed il sentimento della loro umanità, con l'odio più vivo, con la continua ribellione interna contro la borghesia che detiene il potere. Essi sono soltanto uomini fino a che sentono la collera contro la classe dominante; divengono bestie tosto che si piegano docilmente al giogo e cercano di rendere gradevole una vita da schiavi, senza pensare a spezzare il giogo”.
E' quindi naturale che nella conclusioni del libro Engels scriva: “la guerra dei poveri contro i ricchi che ora viene combattuta soltanto alla spicciolata e indirettamente, diverrà generale e diretta in tutta l'Inghilterra. È troppo tardi per una soluzione pacifica... Il grido di battaglia risuonerà allora di certo per il paese: Guerra ai palazzi, pace alle capanne — ma sarà troppo tardi, perché i ricchi si possano ancora mettere in guardia...”.
Ma anche in questa denuncia, emerge l'inevitabile progresso/contraddizione costituita dalla borghesia che con “la rivoluzione industriale crea un proletariato sempre più numeroso e una borghesia sempre più ristretta”. Non solo. Essa crea una nuova classe di uomini: I lavoratori prima della rivoluzione industriale – scrive Engels nell'introduzione - “...erano morti intellettualmente, vivevano solo per i loro piccoli privati interessi, per il telaio ed il loro giardinetto e nulla sapevano del grandioso movimento che fuori pervadeva l'umanità. Essi si sentivano soddisfatti nella loro tranquilla vita vegetale, e, senza la rivoluzione industriale, mai sarebbero usciti da questa esistenza senza dubbio molto romantica e piacevole, ma nondimeno indegna d'uomini. Essi appunto non erano uomini, ma semplicemente macchine da lavoro al servizio di pochi aristocratici...; la rivoluzione industriale tirò soltanto la conseguenza col farli semplici macchine e toglier loro l'ultimo resto d'attività indipendente, ma essi appunto perciò furono spinti a pensare ed a pretendere una condizione umana...”.
Emerge l'importanza della grande industria, delle grandi città per l'emancipazione degli operai:
Scrive Engels: “la centralizzazione della popolazione... trascina innanzi ancor più rapidamente lo sviluppo degli operai. Gli operai incominciano a sentirsi una classe nel loro assieme e si accorgono che, quantunque siano individualmente deboli, uniti sono una forza; la separazione dalla borghesia, l'istruzione viene a dare ai lavoratori ed alla loro condizione di vita, idee e percezioni proprie, la coscienza sente d'essere oppressa e gli operai raggiungono una importanza sociale e politica. Le grandi città, sono il focolare del movimento operaio: in esse gli operai hanno in primo luogo incominciato a riflettere sulla loro condizione e a combattere contro essa; in essa apparve il contrasto tra la borghesia ed il proletariato, da esse sono usciti le unioni operaie, il Chartismo ed il socialismo...”. “...Allorché in primo luogo si allontanò dal suo padrone, allorchè apparve evidente che egli era unito soltanto dall'interesse privato, soltanto dal guadagno di denaro, allorché l'apparente unione, che non resistette alla prova più lieve, volò via del tutto, allora l'operaio cominciò a riconoscere la sua posizione ed il suo interesse, e a svilupparsi da sé stesso; allora egli capì d'essere nel suo pensiero, nei sentimenti, nelle estrinsecazioni della volontà, lo schiavo della borghesia. Ed a questo – conclude Engels - hanno principalmente influito le grandi città e l'industria in grande...”.
(SEGUE)
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