Il
14 ottobre 2021 si aprirà un processo ai padroni - Presidente e
Consigliere delegato - della fabbrica Montello di Bergamo, dove
nel 2018/19 le operaie immigrate hanno portato avanti numerose e
forti lotte, strappando un risultato sul pagamento delle pause e
ritiro dei licenziamenti delle operaie iscritte allo Slai Cobas
e dove questa estate sono tornate a scioperare contro la nuova cig
che preannuncia licenziamenti, discriminazioni e peggioramento delle
condizioni di lavoro.
Le
compagne, lavoratrici del Movimento femminista proletario
rivoluzionario ieri come oggi hanno sempre sostenuto le operaie in
lotta.
Durante
la battaglia del 2018, attaccarono apertamente il tentativo dei
padroni della Montello di dividere, ricattare le operaie per far
accettare un accordo truffa, chiedendo loro anche se appartenevano o
meno al Mfpr e segnalando questa presunta appartenenza anche alle
forze dell'ordine - come se stare nel Mfpr fosse un "reato"!
L'Mfpr
fece anche una denuncia alla Procura
contro
questo grave abuso, ricatto, che fu respinto.
OGGI
GRAZIE A QUELLA DENUNCIA SONO I PADRONI DELLA MONTELLO SUL BANCO
DEGLI IMPUTATI!
Vogliamo
che siano condannati! Deve essere un processo esemplare contro
l'atteggiamento dei padroni verso le donne, contro chi vuole
schiacciare la ribellione delle operaie, e soprattutto quella
rappresentata dal Mfpr che fa paura a lor signori.
Pubblichiamo
la denuncia alla procura fatta a suo tempo
Alla
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BERGAMO
Denuncia/Querela
La
sottoscritta Associazione “Movimento femminista proletario
rivoluzionario”, in persona della sua rappresentante nazionale
Calderazzi Margherita (n. a Taranto il 29.11.50), con sede in Taranto
alla via Livio Andronico, 47, denuncia Roberto Sancinelli presidente
della Montello Spa e Angelo Giavazzi consigliere delegato della
Montello Spa.
I
FATTI
La
Montello Spa, Via Fabio Filzi, 5, 24060 Montello BG, nelle persona
del Consigliere Delegato Angelo Giavazzi, in data 14 novembre 2018,
nel corso della vertenza per l'assunzione di 17 lavoratrici, già
operanti nella Coop Eko-Var appaltatrice della Montello, e non
passate, a seguito del cambio appalto, nella nuova ditta appaltatrice
Selection (nonostante accordo sindacale), in risposta ad una lettera
dello Slai cobas per il sindacato di classe di Bergamo, scrive, tra
l'altro – (riportiamo lo stralcio che vogliamo sottoporre
all'attenzione di codesta Procura - mentre alleghiamo l'intera
lettera inviata via e mail):
“(Al)l’incontro
di sabato 3 (novembre c.a. - ndr)... erano presenti, oltre a 5
lavoratrici, il sig. Lauricella, presidente del Consiglio di
Amministrazione della cooperativa Selection, il sig. Cataldo,
consigliere della cooperativa Selection, oltre che, per la Montello,
il sig. Sancinelli, il sig. Giavazzi, consigliere delegato alla
sicurezza aziendale e ai rapporti con la cooperativa e la signora
Muggiolu, responsabile operativa.
In
tale sede le lavoratrici presenti, hanno chiesto chiarimenti in
merito alla possibilità di rientrare a svolgere la propria attività
lavorativa, per il tramite della cooperativa Selection, nel sito
Montello.
Da
parte Montello sono stati chiesti chiarimenti circa l’appartenenza
dichiarata dalle lavoratrici, tramite volantinaggio, al Movimento
Femminista Proletario Rivoluzionario e da chi sostenute in tale
appartenenza. Tale dichiarata appartenenza, segnalata anche alle
forze dell’ordine, ha generato legittime preoccupazioni da
parte della Montello e dei suoi responsabili alla sicurezza, in
considerazione dell’attività di servizio pubblico svolto e del
fatto che i siti di trattamento dei rifiuti, come quello di Montello,
sono considerati sensibili in termini di sicurezza pubblica...”.
Cordiali
saluti.
MONTELLO
S.p.A.
Il
Consigliere Delegato
Angelo
Giavazzi
La
“richiesta di chiarimenti circa l'appartenenza delle lavoratrici al
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario” è in aperta
violazione dello Statuto dei lavoratori Art. 8, che recita:
“È
fatto divieto al datore di lavoro, ai fini dell'assunzione, come nel
corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare
indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose
o sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini
della valutazione dell'attitudine professionale del lavoratore”;
Inoltre
– a parere della scrivente – risulta anche in violazione della
Costituzione, in particolare all'art. 3 che nella prima parte recita:
“Tutti
i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione,
di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
E
all'art. 21 che recita nel primo capoverso:
“Tutti
hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni
altro
mezzo di diffusione”.
E'
evidente – a parere della scrivente – l'effetto ricattatorio
della richiesta della Montello verso le 5 lavoratrici e di
conseguenza indirettamente anche verso le altre 12 in attesa di
assunzione.
All'azione
discriminatoria illegale si unisce una evidente azione di
minaccia/intimidazione con l'annuncio della “segnalazione alle
forze dell'ordine”.
Si
specifica, inoltre, a mero titolo di precisazione, che l'aggiunta
fatta dalla Montello: “...in considerazione dell’attività di
servizio pubblico svolto e del fatto che i siti di trattamento dei
rifiuti, come quello di Montello, sono considerati sensibili in
termini di sicurezza pubblica...”, è totalmente fuori luogo, dato
che il volantinaggio svoltosi in data 20 settembre c.a. - ben prima
dell'avvio della vertenza per il rientro - a cui probabilmente si
riferisce, è stato fatto, non dalle lavoratrici, ma da esponenti,
esterni alla fabbrica, aderenti al Movimento Femminista Proletario
rivoluzionario, ed è stato effettuato fuori dal perimetro della
Montello, lontano dagli ingressi della fabbrica, per cui mai e poi
mai poteva creare problemi di “sicurezza pubblica”.
Pertanto,
questa sottolineatura ha evidentemente solo lo scopo di accentuare
verso le lavoratrici l'azione di minaccia e ricattatoria, creando
artatamente un clima di paura.
Si
fa presente, infine, che le affermazioni fatte dai responsabili della
Montello nell'incontro con la 5 lavoratrici hanno inteso gettare
discredito nei confronti della Associazione Movimento femminista
proletario rivoluzionario, di fatto rappresentata come pericolosa per
le lavoratrici, o per chi eventualmente ne facesse parte, lì dove
questa associazione è volta proprio a difesa delle lavoratrici, dei
diritti delle donne, facendo un assurdo binomio tra eventuale
appartenenza all'Associazione e difesa o meno del posto di lavoro.
Questo,
oltre che violare un diritto costituzionale di libera associazione
per le persone, le lavoratrici, è un offesa per il Movimento
femminista proletario rivoluzionario.
Per
tutto quanto sopra riportato, si chiede a codesta Procura di agire
nei confronti dei responsabili – Roberto Sancinelli
presidente della Montello Spa e Angelo Giavazzi consigliere delegato
della Montello Spa - di questa azione discriminatoria della Montello,
a difesa della libertà delle lavoratrici.
La
scrivente resta a disposizione per fornire ogni notizia e
documentazione, in proprio possesso che possa essere utile.
La
scrivente chiede di conoscere gli esiti della presente denuncia.
20
dicembre 2018.
Movimento
Femminista Proletario Rivoluzionario
Calderazzi
Margherita
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