Conferenza stampa e incontro in Prefettura a Bergamo, parte di questa mobilitazione, per allargare l’informazione sulle iniziative di fabbrica contro la guerra, per rilanciare anche agli altri posti di lavoro non ancora raggiunti la mozione partita da Acciaierie d’Italia (ex Ilva) di Taranto, perché venga usata come forma di lotta su cui unire e far schierare i lavoratori.
Sono più di trecento gli operai che hanno preso posizione contro questa guerra nelle principali fabbriche della provincia, contro la politica guerrafondaia del governo e le spese militari, rivendicano piani concreti e soldi per il lavoro, casa scuola sanità… e per far fronte al carovita.
Una denuncia netta contro la guerra fatta negli interessi dei padroni, dove i morti sono nostri e i profitti sono loro. Ben sapendo che tutte le forme di lotta possibili vanno usate, ma ciò che serve e va costruito, è lo sciopero generale.
La mozione ieri, letta da un operaio Slai Cobas è arrivata anche all’assemblea Tenaris di organizzazione della Fiom di fabbrica, con un intervento seguito che ha potuto meglio spiegarne contenuti e obiettivi di lotta; invitando a farla circolare ancora di più nei reparti e a non far passare la ‘flessibilità di guerra’ per le nuove commesse di tubi per il petrolio, con i precari in crescita, di richieste di aumento dei ritmi e degli straordinari.
L’incontro in Prefettura ieri non era materialmente possibile per impegni istituzionali già in programma. Sarà ricevuta oggi pomeriggio la delegazione dello Slai Cobas. Nella sede locale del governo, verrà rappresentata la posizione dei lavoratori solidali con le masse ucraine colpite dalle bombe ma contro il governo che trascina il paese in guerra al servizio di Usa/Nato e scarica sulle masse popolari e sui lavoratori i costi; per un impegno che cresce nei luoghi di lavoro contro la guerra in corso, in contrasto con la politica del governo che invece fa crescere sempre più il peso dell’industria militare nel paese, è il caso di Leonardo, della Fincantieri ora in mano ad un generale…
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