È la prima volta che la travagliata storia dell’azienda di Riva di Chieri (un tempo proprietà della Whirlpool) finisce davanti a un giudice
Sedici lavoratori della ex Embraco hanno impugnato il licenziamento e questa mattina — 24 novembre — si è aperta la causa davanti al giudice del lavoro. È la prima volta che la travagliata storia dell’azienda di Riva di Chieri (un tempo proprietà della Whirlpool) finisce davanti a un giudice. La vicenda è complessa e segue i diversi step che dal 2017 a oggi hanno segnato il destino del polo industriale e dei quasi 400 lavoratori che vi lavoravano.
Cinque anni fa, infatti, Whirlpool esce di scena e lo stabilimento diventa di proprietà di Chieri Italia con un fondo di 20 milioni che Embraco Europe (gruppo Whirlpool) aveva garantito per la reindustrializzazione al momento della cessione del ramo di azienda. Il capitolo successivo della storia vede protagonista la società Ventures, che subentra a Chieri Italia. Il finale, invece, racconta che la fabbrica non è mai decollata e che i macchinari che dovevano servire per realizzare il nuovo asset produttivo non sono mai entrati in azienda. E parte dei venti milioni sarebbe sparita in alchimie finanziarie finite al centro di un’inchiesta della magistratura.
In questo contesto a pagare sono stati i lavoratori: alcuni hanno accettato un’iniziale buonuscita, altri un cifra piuttosto esigua al momento del fallimento della società. In sedici, però, hanno deciso di non arrendersi e assistiti dall’avvocato Valentina Giuliana Brigandì hanno contestato il licenziamento e citato in giudizio sia Chieri Italia sia Ventures. Secondo il legale, il licenziamento è «inefficace» perché frutto della bancarotta distrattiva di cui sono accusati i vertici di Ventures. Gli operai chiedono gli stipendi arretrati dal 2018 ad oggi. Questa mattina il giudice ha invitato le parti a una conciliazione.
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