L’accordo ponte è una tregua economica, regalata a Tenaris sulla pelle dei lavoratori, per il biennio 21/22 segnato da profitti record dichiarati dalla stessa azienda, in parte provenienti anche dai ‘tubi di guerra’.
È un referendum che rispecchia la ristrutturazione della fabbrica di questi anni, tutto produttività, flessibilità e precarietà; in una parola dalla parte del padrone.
Ma il referendum ha una doppia faccia. Dietro un quesito elementare ‘volete dei soldi subito? Votate si al resto penseremo’, cerca con la risposta affermativa un consenso, in realtà non verificato in questi termini, da spendere come appoggio alla trattativa per il rinnovo del contratto aziendale.
Trattativa che è già pianificata per essere gestita nel chiuso delle sale riunioni, nelle ristrette, per restituire agli operai un ‘prendere o lasciare’ finale, per un accordo perdente e filo padronale.
Senza la rottura, la partecipazione, la mobilitazione organizzata degli operai, i piani dei padroni trovano un punto di forza e di realizzazione nelle strutture confederali.
Di seguito il testo dell'accordo ponte.
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