sabato 7 settembre 2013

contro la guerra in Siria - contro la dittatura militare in Egitto


mozione dei lavoratori scaturita dalle iniziative alle  portinerie con gli operai arabi della logistica e non solo........
I lavoratori dello slai cobas per il sindacato di classe sono contrari alla guerra che si prepara da  parte USA e altri paesi  contro la Siria, perché è una guerra ingiusta, dato che serve alle potenze imperialiste, Usa in primis, per mantenere le proprie mani sul medio oriente e continuare a spartirsi il controllo delle risorse naturali di quei paesi come il petrolio.

Non sono le bombe dell'imperialismo che possono portare avanzamenti e progresso per i popoli,
basta vedere cosa è successo in Irak, in Afganistan, in Libia…..ancora una volta in Siria come in tutto il mondo arabo sono solo la classe operaia e il popolo che possono cambiare e abbattere governi e regimi dittatoriali nei loro paesi, trovando l'unità di classe nella lotta, superando le divisioni religiose ed etniche.

Noi salutiamo e valutiamo importanti gli scioperi degli operai in Egitto che devono andare oltre la difesa delle condizioni di lavoro e devono schierarsi apertamente contro la dittatura militare neo-Mubarak, e contro la guerra imperialista alla Siria.

Anche in Italia è iniziata una campagna di manipolazione dell'informazione, a partire dal fatto che il min. Bonino ha detto che "senza l'Onu l'Italia non partecipa" alla guerra, dimenticando di dire che nel nostro paese sono presenti numerose basi USA che rispondono direttamente al governo statunitense e non al parlamento italiano.

Sempre durante le crisi cicliche del capitalismo i padroni usano la guerra per spartirsi nuovi mercati e continuare a fare profitti sulla pelle dei lavoratori e del popolo.
Questa ennesima guerra contro la Siria è quindi una guerra imperialista e reazionaria della borghesia e dei padroni di tutto il mondo, mentre la crisi taglieggia i salari e lavoro, crea fame, miseria, distruzione.
Gli operai sono con le masse povere in Siria, in Egitto e nel mondo ovunque combattono e lottano contro l'oppressione e lo sfruttamento imperialista per un mondo senza guerre e padroni.

Noi lavoratori non staremo a guardare, non vogliamo pagare le loro guerre, né vogliamo diventare carne da cannone e siamo pronti alla mobilitazione necessaria contro la guerra in caso di attacco contro la Siria, così come ci mobiliteremo contro quella forma di guerra interna che stato e padroni fanno nel nostro  paese con repressione delle lotte e aumento del razzismo, contro gli immigrati.

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