Sono 33 le morti bianche nel periodo
luglio 2014-giugno 2015, dei quali 21 nella sola provincia di Bari. La Scu si
ricompatta a Brindisi. In Basilicata diminuiti i reati contro la pubblica
amministrazione
BARI - Alla Puglia va il primato degli infortuni mortali
sul lavoro rispetto al Sud Italia con 33 morti bianche nel periodo luglio
2014-giugno 2015 rispetto ai 27 decessi dell’anno precedente, dei quali 21
nella sola provincia di Bari. Il dato emerge dalla relazione del presidente
della Corte di Appello di Bari, Gianfranco Castellaneta, presentata in
occasione della cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario.
Di «primato»
ha invece parlato il Pg di Bari, Anna Maria Tosto. «L'incremento - evidenzia la
relazione - costituisce un segnale preoccupante di una perdurante inadeguatezza
delle misure preventive di sicurezza, con conseguente esposizione a rischio
dell’incolumità dei lavoratori. Il tema del lavoro è stato al centro di
numerosi interventi durante la cerimonia. Non solo sicurezza ma anche lavoro nero
e caporalato, soprattutto nel territorio di Foggia. Il procuratore generale
Annamaria Tosto ha infatti sottolineato la necessità di «interventi contro il
lavoro nero, soprattutto nei campi dove vengono impiegati migranti spesso
confinati in veri e propri ghetti dove migliaia di persone vivono in violazione
di qualsiasi principio di umanità e convivenza civile». Il riferimento torna
nelle parole del rappresentante del Csm, Paola Balducci, e - a margine della
cerimonia - del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha
parlato di «vergogna dei ghetti», annunciando nel prossimo bilancio regionale
un «consistente stanziamento di fondi per la lotta al caporalato» oltre a
«misure per la chiusura dei ghetti». Corruzione e truffe aumentano nel distretto
di Corte di Appello di Bari. Il dato è stato evidenziato dalla relazione
sull'amministrazione della giustizia relativa al periodo luglio 2014-giugno
2015. I procedimenti per corruzione sono infatti passati da 26 a 55, con un
forte decremento, invece, del peculato (da 290 a 97). «E' facile però presumere
- si legge nella relazione del presidente della Corte d’appello Gianfranco
Castellaneta - che plausibilmente il quadro statistico non rappresenti la reale
dimensione di un fenomeno largamente diffuso nella società contemporanea, dove
domina la logica dello scambio e della reciprocità sia nella sfera economica,
che nel funzionamento della democrazia reale». Per quanto riguarda le truffe si
registra un aumento del 18 per cento e nel solo circondario di Bari del 63 per
cento, passando da 1.903 a 3.110. Se da un lato, inoltre, diminuiscono i reati
di estorsioni e usura, dall’altro si registra un "sensibile aumento» dei
reati di riciclaggio (da 231 a 287). Nella relazione un’ampia parte viene, come
del resto ogni anno, dedicata alle questioni della durata dei processi e degli
organici. Sulla durata dei procedimenti e sulle pendenze, il presidente
Castellaneta ha espresso «cauto ottimismo» ricordando la flessione del 21 per
cento nel settore civile, ma un incremento del 4 per cento nel penale. «Il 2016
sarà l’anno del polo giudiziario a Bari». Lo ha detto il sindaco, Antonio
Decaro, nel suo intervento in occasione della cerimonia di inaugurazione
dell’anno giudiziario. Il tema dell’edilizia giudiziaria è protagonista da anni
degli interventi di magistrati e avvocati. Oggi, però, non si tratta più di un
auspicio o di una speranza per il futuro, ma di un «percorso ormai
concretamente intrapreso verso la realizzazione di una cittadella», ha
continuato il sindaco annunciando di aver «dato al Governo la disponibilità a
cofinanziare il progetto con parte dei fondi europei destinati alla città
metropolitana». Ricordando gli «insufficienti e inadeguati» edifici giudiziari
baresi, il presidente della Corte di Appello, Gianfranco Castellaneta, ha
quindi espresso «fiducia che quest’anno 2016 sia quello in cui porre le basi
per risolvere, una volta per tutte, questo annoso problema». Nota polemica con
il Governo da parte del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che
ha stigmatizzato come «il Governo non ha mai investito a sufficienza su questo
territorio per l’edilizia giudiziaria».
LECCE - Il «ricompattamento della Scu a Brindisi con
irrigidimento delle strutture gerarchiche e ritorno al passato delle cerimonie
di affiliazione» è uno dei dati segnalati durante la cerimonia di inaugurazione
dell’anno giudiziario da Marcello Dell’Anna, presidente della Corte d’appello
di Lecce. La Scu brindina ha come core business il mercato degli stupefacenti
(segnalato in crescita), oltre all’attività estorsiva con modalità
mafiose. Dell’Anna nella sua relazione ha evidenziato nel distretto
"una sorta di stabilizzazione nel periodo 2014/2015 degli interessi sul
territorio» della 'Sacra corona unità e di gruppi gravitanti intorno ad essa,
«sebbene molti degli esponenti di maggiore spessore siano detenuti in carcere».
Per il presidente Dell’Anna, «ad ostacolare l’azione di contrasto alle
manifestazioni criminose concorrono la scarsa collaborazione di molte vittime
di condotte criminose e violente». Nel distretto il traffico delle sostanze
stupefacenti non ha registrato significative flessioni; non si sono verificati
omicidi di mafia; il contrabbando di sigarette è rientrato.
Ciononostante, la ripresa della criminalità nella provincia di Lecce ha segnalato rinnovata vitalità, gli episodi di danneggiamento, intimidazione e violenza sono aumentati del 40%. Nella provincia di Taranto l’assetto criminale è stato profondamente inciso dall’operazione 'Alias', che nell’ottobre del 2014 ha portato ad oltre 50 arresti.
Ciononostante, la ripresa della criminalità nella provincia di Lecce ha segnalato rinnovata vitalità, gli episodi di danneggiamento, intimidazione e violenza sono aumentati del 40%. Nella provincia di Taranto l’assetto criminale è stato profondamente inciso dall’operazione 'Alias', che nell’ottobre del 2014 ha portato ad oltre 50 arresti.
POTENZA - In Basilicata nel 2015 sono diminuiti del 16%
i reati contro la pubblica amministrazione e del 48% i casi di indebita
percezione di contributi pubblici: in generale si registra un calo di quasi
tutte le tipologie di reato, fatta eccezione per l’omicidio colposo e le
lesioni (+16%), le rapine (passate da 106 a 121) e le estorsioni (da 137 a 142
casi). I dati sono contenuti nella relazione illustrata stamani a Potenza, nel
corso della cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario, dal presidente vicario
della Corte d’Appello, Vincenzo Autera. In Basilicata, ha invece evidenziato il
Procuratore generale della Corte, Massimo Lucianetti, «le indagini in materia
ambientale sono più difficoltose che altrove», con «specifico riguardo allo
svolgimento di accertamenti tecnici preliminari all’individuazione di
situazioni di disastro ambientale o di pericolo per la salute pubblica, in
particolare per l’inquinamento di falde acquifere che approvvigionano diversi
comuni: su questo fronte è sempre alto il livello di attenzione e di impegno
della polizia giudiziaria e delle procure».
Alla cerimonia non hanno partecipato i rappresentanti
delle Camere penali della Basilicata, di Lagonegro (Potenza) e Matera,
preferendo la presenza all’incontro sul tema della legalità in una scuola del
capoluogo lucano: in una nota hanno auspicato che l'inaugurazione possa
trasformarsi da cerimonia "autocelebrativa» a «vero momento di confronto e
di dibattito».
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