lunedì 1 febbraio 2016

1 febbraio - Padroni IGNOBILI sfruttatori e non solo



I lavoratori “premiati” per l’assenteismo: “E’ stato vergognoso umiliarci così”
La replica dei dipendenti della Nobili di Suno (Novara): “Mi hanno operata alla schiena, ci hanno tolto anche questo diritto?”



31/01/2016
31/01/2016 - VIDEO
La dipendente della rubinetteria: “Il medico dell’azienda certificò la mia malattia”
«Quando ha fatto il mio nome gli ho detto che rifiutavo di prendere quella coppa e che non permettevo a nessuno di rendermi ridicola a fronte di una malattia riconosciuta dal mio medico e da quello dell’azienda, poi lui ha allargato le braccia e ha detto “Con questo ho finito” ed è andato via. Sto tuttora male, rivedo quella scena, non me lo sarei mai aspettata in tutti questi anni di lavoro»: Lucia Lo Vetere, dipendente della rubinetteria «Nobili» di Suno (Novara), è una dei tre lavoratori a cui l’imprenditore Alberto Nobili ha voluto assegnare la «coppa dell’assenteista» a causa della sua lunga assenza per malattia. Un gesto che ha scatenato le proteste dei lavoratori e dei sindacati. Intervista di Marcello Giordani, video Paolo Migliavacca/Ciost
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Novara, mette alla gogna i più assenti. La replica: curarsi è ancora un diritto
L’iniziativa del re dei rubinetti scatena le polemiche in fabbrica. I lavoratori: eravamo malati, non siamo ”furbetti del cartellino”



Alberto Nobili ha «premiato» i tre dipendenti che durante il 2015 sono stati più assenti per malattia


31/01/2016
marcello giordani
suno (novara)
Una coppa per i tre più assenteisti, chiamati su un podio improvvisato in fabbrica. La «cerimonia», davanti a 250 lavoratori, è stata interrotta dopo le proteste dell’operaia chiamata al «secondo posto». E’ accaduto alla rubinetteria Nobili, a Suno, nel Novarese. L’azienda è leader nel settore e vanta fatturati in continua crescita. L’episodio risale al 23 dicembre ma è stato reso noto solo ora, dopo la presa di posizione del sindacato, che chiede le scuse dell’imprenditore. E’ l’antivigilia di Natale e nello stabilimento viene allestito un piccolo podio, con dei bancali, e sopra, tre coppe che l’imprenditore usa di solito per le premiazioni nelle gare di ciclismo. Le maestranze credono si tratti di una cerimonia improvvisata per gli auguri.  
CHIAMATI SUL PALCO  
Alberto Nobili, amministratore delegato dell’azienda, esordisce facendo i complimenti alle maestranze: «Anche quest’anno abbiamo ottenuto buoni risultati, ma sono rammaricato dall’alto tasso di assenteismo di un piccolo gruppo di addetti; se 172 persone non hanno mai fatto un’ora di assenza, ne abbiamo una ventina che eccedono. I primi tre addirittura con 200, 160 e 120 giorni di mutua. Non è giusto di fronte a chi è sempre presente». Nobili chiama il «terzo classificato», gli offre la coppa e riceve una raffica di proteste: «Non le auguro nemmeno la metà dei problemi di salute che ho avuto io», dice il lavoratore, che ha una invalidità del 50% e sei ernie accertate. L’industriale fa in tempo anche a pronunciare il nome della «seconda» che reagisce con altrettanta veemenza: «Come si permette di umiliarmi in questo modo? Sono stata operata alle vertebre, sono tornata a lavorare e devo usare la sedia in officina: non può offendere così la nostra dignità».  L’imprenditore a quel punto non va oltre: «Quello che è accaduto - dicono Rolando Bianchi, Cigl, e Marco Ticozzi, Cgil, segretari dei metalmeccanici - è inaccettabile. E’ stata violata la privacy e lesa la dignità dei lavoratori». Nobili prova a ridimensionare il senso dell’iniziativa: «E’ stato un gesto folcloristico, ma dietro c’è il problema oggettivo dell’assenteismo, di fronte al quale come imprenditori abbiamo le mani legate. Ho voluto dare un segnale a tutta l’azienda, e infatti, sarà un caso, a gennaio il tasso di assenze è crollato». «E’ forse giusto - aggiunge - che ci siano lavoratori che si danno da fare, sudano e faticano, sono sempre presenti e attivi, e debbano prendere lo stesso stipendio di chi se ne sta a casa per mesi? Secondo me no. Mi è sembrato opportuno intervenire, per una questione di giustizia. I lavoratori non vogliono che i loro nomi siano associati a quelli dei mille furbetti che abitano uffici e aziende d’Italia. E si sfogano: «Siamo vittime di un trattamento vergognoso. Non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere nella nostra azienda. È ancora un diritto farsi operare e curare o ci hanno tolto anche questo?». 

marcello giordani
SUNO
«Quando verso le 10 ho visto che stavano montando una sorta di podio coi pallet e sentito che avrebbero dato dei premi “ironici” ai dipendenti con più assenze mi sono messa a piangere: ero stata operata, ho pensato che poteva capitare a me. Le mie colleghe mi hanno rassicurato e mi hanno detto che non era vero niente, che ci sarebbe stato il classico discorso di auguri prima di Natale, e mi sono un po’ tranquillizzata. E invece ho sentito il mio nome».  A parlare è una delle lavoratrici «premiate» alla rubinetteria Nobili di Suno con la «coppa dell’assenteista». Non ha voluto ritirarla e ha reagito subito: «Ho detto al titolare che era inammissibile che ci trattasse in questo modo, che nessuno si poteva permettere di umiliarci in questa maniera: mi sono alzata dalla sedia, ho fatto un passo e mi sono messa a gridare. Il pianto di prima mi aveva liberato, adesso potevo dire tutto quello che mi sentivo in dovere di rispondere davanti a un gesto così provocatorio. Non so quante volte ho detto che era una vergogna, perché le mie assenze non sono per vacanze ma causate da una patologia certificata».   



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