I lavoratori “premiati” per l’assenteismo: “E’ stato
vergognoso umiliarci così”
La replica
dei dipendenti della Nobili di Suno (Novara): “Mi hanno operata alla schiena,
ci hanno tolto anche questo diritto?”
31/01/2016
31/01/2016 -
VIDEO
La dipendente della rubinetteria: “Il medico
dell’azienda certificò la mia malattia”
«Quando ha
fatto il mio nome gli ho detto che rifiutavo di prendere quella coppa e che non
permettevo a nessuno di rendermi ridicola a fronte di una malattia riconosciuta
dal mio medico e da quello dell’azienda, poi lui ha allargato le braccia e ha
detto “Con questo ho finito” ed è andato via. Sto tuttora male, rivedo quella
scena, non me lo sarei mai aspettata in tutti questi anni di lavoro»: Lucia Lo
Vetere, dipendente della rubinetteria «Nobili» di Suno (Novara), è una dei tre
lavoratori a cui l’imprenditore Alberto Nobili ha voluto assegnare la «coppa
dell’assenteista» a causa della sua lunga assenza per malattia. Un gesto che ha
scatenato le proteste dei lavoratori e dei sindacati. Intervista di Marcello
Giordani, video Paolo Migliavacca/Ciost
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Novara, mette alla gogna i più assenti. La replica:
curarsi è ancora un diritto
L’iniziativa
del re dei rubinetti scatena le polemiche in fabbrica. I lavoratori: eravamo
malati, non siamo ”furbetti del cartellino”
Alberto
Nobili ha «premiato» i tre dipendenti che durante il 2015 sono stati più
assenti per malattia
31/01/2016
marcello
giordani
suno
(novara)
Una coppa per i tre più assenteisti, chiamati su un
podio improvvisato in fabbrica. La «cerimonia», davanti a 250 lavoratori, è
stata interrotta dopo le proteste dell’operaia chiamata al «secondo posto». E’
accaduto alla rubinetteria Nobili, a Suno, nel Novarese. L’azienda è leader nel
settore e vanta fatturati in continua crescita. L’episodio risale al 23
dicembre ma è stato reso noto solo ora, dopo la presa di posizione del
sindacato, che chiede le scuse dell’imprenditore. E’ l’antivigilia di Natale e
nello stabilimento viene allestito un piccolo podio, con dei bancali, e sopra,
tre coppe che l’imprenditore usa di solito per le premiazioni nelle gare di
ciclismo. Le maestranze credono si tratti di una cerimonia improvvisata per gli
auguri.
CHIAMATI SUL PALCO
Alberto Nobili, amministratore delegato dell’azienda,
esordisce facendo i complimenti alle maestranze: «Anche quest’anno abbiamo
ottenuto buoni risultati, ma sono rammaricato dall’alto tasso di assenteismo di
un piccolo gruppo di addetti; se 172 persone non hanno mai fatto un’ora di
assenza, ne abbiamo una ventina che eccedono. I primi tre addirittura con 200,
160 e 120 giorni di mutua. Non è giusto di fronte a chi è sempre presente».
Nobili chiama il «terzo classificato», gli offre la coppa e riceve una raffica
di proteste: «Non le auguro nemmeno la metà dei problemi di salute che ho avuto
io», dice il lavoratore, che ha una invalidità del 50% e sei ernie accertate.
L’industriale fa in tempo anche a pronunciare il nome della «seconda» che
reagisce con altrettanta veemenza: «Come si permette di umiliarmi in questo
modo? Sono stata operata alle vertebre, sono tornata a lavorare e devo usare la
sedia in officina: non può offendere così la nostra
dignità». L’imprenditore a quel punto non va oltre: «Quello che è
accaduto - dicono Rolando Bianchi, Cigl, e Marco Ticozzi, Cgil, segretari dei
metalmeccanici - è inaccettabile. E’ stata violata la privacy e lesa la dignità
dei lavoratori». Nobili prova a ridimensionare il senso dell’iniziativa: «E’
stato un gesto folcloristico, ma dietro c’è il problema oggettivo
dell’assenteismo, di fronte al quale come imprenditori abbiamo le mani legate.
Ho voluto dare un segnale a tutta l’azienda, e infatti, sarà un caso, a gennaio
il tasso di assenze è crollato». «E’ forse giusto - aggiunge - che ci siano
lavoratori che si danno da fare, sudano e faticano, sono sempre presenti e
attivi, e debbano prendere lo stesso stipendio di chi se ne sta a casa per
mesi? Secondo me no. Mi è sembrato opportuno intervenire, per una questione di
giustizia. I lavoratori non vogliono che i loro nomi siano associati a quelli
dei mille furbetti che abitano uffici e aziende d’Italia. E si sfogano: «Siamo
vittime di un trattamento vergognoso. Non ci saremmo mai aspettati una cosa del
genere nella nostra azienda. È ancora un diritto farsi operare e curare o ci
hanno tolto anche questo?».
marcello
giordani
SUNO
«Quando verso le 10 ho visto che stavano montando una
sorta di podio coi pallet e sentito che avrebbero dato dei premi “ironici” ai
dipendenti con più assenze mi sono messa a piangere: ero stata operata, ho
pensato che poteva capitare a me. Le mie colleghe mi hanno rassicurato e mi
hanno detto che non era vero niente, che ci sarebbe stato il classico discorso
di auguri prima di Natale, e mi sono un po’ tranquillizzata. E invece ho
sentito il mio nome». A parlare è una delle lavoratrici «premiate» alla
rubinetteria Nobili di Suno con la «coppa dell’assenteista». Non ha voluto
ritirarla e ha reagito subito: «Ho detto al titolare che era inammissibile che
ci trattasse in questo modo, che nessuno si poteva permettere di umiliarci in
questa maniera: mi sono alzata dalla sedia, ho fatto un passo e mi sono messa a
gridare. Il pianto di prima mi aveva liberato, adesso potevo dire tutto quello
che mi sentivo in dovere di rispondere davanti a un gesto così provocatorio.
Non so quante volte ho detto che era una vergogna, perché le mie assenze non
sono per vacanze ma causate da una patologia certificata».
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