giovedì 12 ottobre 2017

12 ottobre - Vertenza SDA: Esposito (PD) sollecita di fatto la repressione della lotta dei Cobas



Poste, 70mila pacchi fermi a Milano: "Merce marcisce nei magazzini, pronti a chiudere il deposito"


Appello della società e della controllata Sda che si occupa della consegna dei pacchi e tra i clienti ha anche Amazon: "I cittadini attendono da settimane i loro acquisti, è una situazione disastrosa che sta mettendo in ginocchio l'azienda"


11 ottobre 2017
La situazione "è grave": 70mila pacchi ostaggio dello sciopero dei facchini che lavorano per Sda, la società controllata da Poste Italiane, tenuti fermi da un mese nei magazzini di Carpiano, nel Milanese, dove la merce deperibile sta provocando anche non pochi problemi. Poste Italiane tenta l'ultimo appello, altrimenti si dice pronta a chiudere il deposito delle consegne. Una "guerra dei pacchi" scoppiata nelle scorse settimane, con i sindacati divisi sul passaggio a una nuova cooperativa e il vicepresidente della commissione Lavori pubblici e Comunicazioni del Senato, Stefano Esposito (Pd), che parla di situazione "inaccettabile" a Milano: "il prefetto tuteli i lavoratori onesti e smetta di assecondare i Cobas", dice.

Sda rischia di perdere i grossi clienti, come Amazon, e la protesta si è allargata agli hub di Bologna e Roma. Infuriati i destinatari degli acquisti, che sfogano la loro rabbia social e si rivolgono alle associazioni dei consumatori perché non vedono arrivare le consegne. "Tutte le possibili strade negoziali sono state percorse - si legge in un comunicato - sono stati esposti presso il Senato e in maniera reiterata presso tutte le autorità competenti a livello territoriale, i fatti e le ragioni delle parti. A questo punto Sda ha l'assoluta necessità che le istituzioni locali consentano alle maestranze di tornare nel proprio luogo di lavoro e di ritornare a svolgere il servizio per i fornitori, per i dipendenti e per i cittadini. In caso contrario l'azienda valuterà, nel breve, se tenere aperto il sito di Milano oppure compiere scelte diverse".
Motivo della protesta, il trasferimento dell'appalto della gestione della sede di Carpiano dalla cooperativa Team Coop del consorzio Cpl alla cooperativa Siviglia del consorzio Ucsa. Trasferimento che il sindacato Slo Cobas ha accettato mentre lo S.I.Cobas non ha voluto firmare dando vita alla protesta. L'azienda ha presentato in 21 giorni circa 15 esposti per riportare la situazione alla normalità. La situazione comunque è difficile a causa delle proteste messe in campo dai sindacati di base non solo a Milano ma anche a Roma e Bologna con un calo dei volumi nelle ultime settimane del 50%. La filiera occupa nel complesso 8.500 persone, 1.500 dei quali dipendenti diretti di Sda. Ci sono poi 4.500 corrieri e 2.500 facchini impegnati negli hub. Tra questi, gli iscritti alle due sigle dei sindacati di base sono circa 1.000.
"Come ormai noto - spiegano ancora Sda-Poste - il sito è bloccato da poche decine di manifestanti e da oltre un mese non c'è possibilità di accesso e di recupero di circa 70mila pacchi. All'interno dei capannoni vi è merce deperibile che sta generando problemi igienico sanitari accertati dalle autorità competenti". Sda e Poste Italiane, si legge ancora, "hanno dato disponibilità alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni locali, in numerose e reiterate occasioni, di trovare un accordo, al di là dei limiti contrattuali, per portare alla normalità una situazione disastrosa che ha messo in ginocchio l'azienda e compromesso senza alcun dubbio le relazioni con gli attuali clienti che sono ostaggio, come Sda, della situazione venuta a crearsi. La stragrande maggioranza dei lavoratori vuole difendere la propria dignità e il proprio posto di lavoro e tornare a compiere il servizio normalmente; verso i cittadini, che attendono da settimane i loro acquisti, l'azienda esprimere rammarico per una circostanza davvero paradossale".


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