Poste,
70mila pacchi fermi a Milano: "Merce marcisce nei magazzini, pronti a
chiudere il deposito"
Appello
della società e della controllata Sda che si occupa della consegna dei pacchi e
tra i clienti ha anche Amazon: "I cittadini attendono da settimane i loro
acquisti, è una situazione disastrosa che sta mettendo in ginocchio
l'azienda"
11 ottobre
2017
La
situazione "è grave": 70mila pacchi ostaggio dello sciopero dei
facchini che lavorano per Sda, la società controllata da Poste Italiane, tenuti
fermi da un mese nei magazzini di Carpiano, nel Milanese, dove la merce
deperibile sta provocando anche non pochi problemi. Poste Italiane tenta l'ultimo
appello, altrimenti si dice pronta a chiudere il deposito delle consegne. Una "guerra dei
pacchi" scoppiata nelle scorse settimane, con i sindacati divisi sul passaggio a una nuova
cooperativa e il vicepresidente della commissione Lavori pubblici e
Comunicazioni del Senato, Stefano Esposito (Pd), che parla di situazione
"inaccettabile" a Milano: "il prefetto tuteli i lavoratori
onesti e smetta di assecondare i Cobas", dice.
Sda rischia
di perdere i grossi clienti, come Amazon, e la protesta si è allargata agli hub
di Bologna e Roma. Infuriati i destinatari degli acquisti, che sfogano la loro
rabbia social e si rivolgono alle associazioni dei consumatori perché non
vedono arrivare le consegne. "Tutte le possibili strade negoziali sono
state percorse - si legge in un comunicato - sono stati esposti presso il
Senato e in maniera reiterata presso tutte le autorità competenti a livello
territoriale, i fatti e le ragioni delle parti. A questo punto Sda ha
l'assoluta necessità che le istituzioni locali consentano alle maestranze di
tornare nel proprio luogo di lavoro e di ritornare a svolgere il servizio per i
fornitori, per i dipendenti e per i cittadini. In caso contrario l'azienda
valuterà, nel breve, se tenere aperto il sito di Milano oppure compiere scelte
diverse".
Motivo della
protesta, il trasferimento dell'appalto della gestione della sede di Carpiano
dalla cooperativa Team Coop del consorzio Cpl alla cooperativa Siviglia del
consorzio Ucsa. Trasferimento che il sindacato Slo Cobas ha accettato mentre lo
S.I.Cobas non ha voluto firmare dando vita alla protesta. L'azienda ha
presentato in 21 giorni circa 15 esposti per riportare la situazione alla
normalità. La situazione comunque è difficile a causa delle proteste messe in
campo dai sindacati di base non solo a Milano ma anche a Roma e Bologna con un
calo dei volumi nelle ultime settimane del 50%. La filiera occupa nel complesso
8.500 persone, 1.500 dei quali dipendenti diretti di Sda. Ci sono poi 4.500
corrieri e 2.500 facchini impegnati negli hub. Tra questi, gli iscritti alle
due sigle dei sindacati di base sono circa 1.000.
"Come
ormai noto - spiegano ancora Sda-Poste - il sito è bloccato da poche decine di
manifestanti e da oltre un mese non c'è possibilità di accesso e di recupero di
circa 70mila pacchi. All'interno dei capannoni vi è merce deperibile che sta
generando problemi igienico sanitari accertati dalle autorità competenti".
Sda e Poste Italiane, si legge ancora, "hanno dato disponibilità alle
organizzazioni sindacali e alle istituzioni locali, in numerose e reiterate
occasioni, di trovare un accordo, al di là dei limiti contrattuali, per portare
alla normalità una situazione disastrosa che ha messo in ginocchio l'azienda e
compromesso senza alcun dubbio le relazioni con gli attuali clienti che sono
ostaggio, come Sda, della situazione venuta a crearsi. La stragrande maggioranza
dei lavoratori vuole difendere la propria dignità e il proprio posto di lavoro
e tornare a compiere il servizio normalmente; verso i cittadini, che attendono
da settimane i loro acquisti, l'azienda esprimere rammarico per una circostanza
davvero paradossale".
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