(Il volantino dato questa mattina all'Ilva)
NESSUNA FIDUCIA NELLA TRATTATIVA ROMANA
Arcelor/Mittal finora non ha fatto nessun passo indietro. Il governo
interviene per salvare la sostanza del piano Arcelor/Mittal: esuberi,
peggioramento delle condizioni contrattuali e di lavoro; e sul fronte delle
bonifiche, nessuna copertura da subito dei parchi minerali.
Il grande sciopero del 9 ottobre aveva bisogno di una continuità reale per
arrivare alla trattativa di oggi su posizioni di forza. A Genova e a Novi
Ligure hanno continuato con le iniziative di lotta, a Taranto No. La decisione
del Consiglio di fabbrica di ieri è tardiva. Ciononostante se effettivamente
dal tavolo romano non verrà nulla di buono va sostenuta con un nuovo grande
sciopero dei lavoratori, che non si fermi fino a risultati concreti.
La guerra dell'acciaio in corso su scala mondiale spinge Mittal a volere
l'Ilva abbassando il costo del lavoro, che significa più sfruttamento con meno
operai. Il governo del jobs act e dell'abolizione dell'art.18 non può che
essere dalla sua parte.
Noi da sempre abbiamo proposto un'altra soluzione, quella di imporre con la
lotta un decreto operaio che sancisca la conservazione di tutti i posti di
lavoro e la difesa dei diritti acquisiti e “25 anni bastano” - vale a dire una
misura di pensionamento anticipato, che sia anche di risarcimento agli operai
che hanno pagato un costo pesante in termini di vite umane, salute, ecc. .
Anche ai sostenitori della “nazionalizzazione” diciamo che mai lo Stato in
questo regime capitalista ha applicato leggi che non fossero quelle della
concorrenza e dello sfruttamento. Padroni privati o padroni di Stato ha già
voluto dire all'Ilva esuberi, più sfruttamento e più inquinamento.
300 donne, cittadini dei Tamburi, coi loro bambini, hanno manifestato ieri.
La loro lotta è la stessa lotta nostra. Operai e cittadini si devono unire per
bloccare fabbrica e città se vogliamo davvero cambiare i piani di padroni,
governo e Stato.
Per questo, sin dal prossimo sciopero bisogna bloccare la produzione e
invadere la città. Chiamare a raccolta le masse popolari dei quartieri
inquinati, far sentire finalmente forte e chiara la voce comune.
Sappiamo bene che è una lotta prolungata, difficile e che serve l'unità dei
lavoratori; questa unità non è assicurata dalla linea, dalla pratica dei
sindacati confederali – se siamo arrivati a questo punto è anche “grazie” a
loro. Nè pensiamo, francamente, che gli spezzoni di sindacati di base presenti
attualmente in fabbrica siano una vera alternativa.
Abbiamo sin dall'inizio denunciato i piani di Arcelor/Mittal perchè lo Slai
Cobas per il sindacato di classe conosce bene questi padroni, dato che siamo
legati da un vincolo ideologico e di classe con gruppi operai e masse che
combattono questi padroni in India e ovunque hanno un loro stabilimento, e le
loro fabbriche hanno sempre significato più sfruttamento, licenziamenti e
cancellazione dei diritti.
Ora, però, quel che conta è cosa siamo in grado di fare noi di fronte a
questi nuovi padroni, in termini di lotta, organizzazione e resistenza operaia
e popolare.
Il governo Gentiloni e i nuovi governi che si avvicinano, ripetiamo, sono
dalla parte dei padroni e ogni idea di portarli dalla nostra parte è una pura
illusione. Lo stesso vale francamente per Emiliano e il sindaco Melucci.
Dobbiamo contare sulle nostre forze, dobbiamo lottare per un governo operaio
che difenda lavoro e salute.
31.10.17
SLAI COBAS per il sindacato di classe
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