Nella giornata di ieri si è raggiunto in Prefettura a
Milano un accordo sulla vertenza SDA.
Da quasi un mese i lavoratori dell’hub milanese erano in lotta contro il cambiamento nelle condizioni di lavoro dovuti ai cambi d’appalto. Con il solito giochetto del cambio appalto, in questo caso da Cpl a Ucsa, si volevano cancellare le condizioni migliorative ottenute con l'accordo Fedit (ad es. due giorni in più di ferie l'anno; assicurazione sugli infortuni sul lavoro) e introdurre le norme del JobsAct, quindi in sostanza meccanismi di licenziamento più semplici, giocando sulla pelle di centinaia di facchini.
Da quasi un mese i lavoratori dell’hub milanese erano in lotta contro il cambiamento nelle condizioni di lavoro dovuti ai cambi d’appalto. Con il solito giochetto del cambio appalto, in questo caso da Cpl a Ucsa, si volevano cancellare le condizioni migliorative ottenute con l'accordo Fedit (ad es. due giorni in più di ferie l'anno; assicurazione sugli infortuni sul lavoro) e introdurre le norme del JobsAct, quindi in sostanza meccanismi di licenziamento più semplici, giocando sulla pelle di centinaia di facchini.
In tutta Italia, con punte massime all’Interporto di Bologna, si era sviluppata la solidarietà alla lotta operaia, che ha creato ingentissimi danni all’azienda responsabile dell’attacco ai diritti.
Con l’accordo di ieri, i circa 70mila pacchi – la maggior parte di Amazon, fermi da settimane a Carpiano ripartiranno. In realtà, a provocare forti danni a sé stessa è stata proprio SDA con la serrata messa in campo. Questa mirava a demoralizzare i lavoratori e ad ottenere un forte deprezzamento di SDA, risultato ottimale per il piano di ristrutturazione pensato da Poste attraverso la svendita dell'azienda logistica di Stato. Ma si volevano anche creare i presupposti per l'accelerazione di un percorso legislativo finalizzato a ridimensionare il diritto di sciopero, nonchè per giustificare l'esigenza di nuovi esuberi, ripulendo l'azienda dagli operai sindacalizzati. Poste Italiane, proprietaria di SDA, aveva infatti minacciato di chiudere completamente il centro di smistamento pacchi. Sventata, affermano i SI Cobas, l’ipotesi della vendita ad Amazon della stessa SDA, processo che avrebbe comportato probabili ulteriori attacchi alle condizioni di lavoro dei corrieri. La possibilità è che però si avvii un processo di ristrutturazione interna dell’azienda, con aumento del lavoro automatizzato e possibili tagli ai turni o proprio a interi posti di lavoro.
Il comunicato dei SI COBAS sull’accordo raggiunto:
Nella giornata odierna il S.i. Cobas, alla presenza
dei responsabili di SDA Cocchiaro e Diano, ha firmato l’accordo in prefettura
per far riprendere il lavoro e riaprire l’hub di Carpiano. Vogliamo però fare
alcune precisazioni in merito alla gogna mediatica e giornalistica che in
questi giorni si è scatenata contro il Si cobas e la lotta alla SDA di
Carpiano: Lo sciopero è iniziato nell'ambito di una normale vertenza sindacale
in seguito a un cambio appalto irregolare nell'hub di Carpiano e si è
successivamente esteso a livello nazionale per le mancate risposte da parte di
SDA. A seguito di questo sciopero, durato qualche giorno, SDA ha risposto con una
serrata (chiusura volontaria da parte dell'azienda) degli Hub di Roma, Bologna
e Carpiano. Questi magazzini sono stati chiusi per volere dell'azienda e non
dei lavoratori. Con questa lotta i lavoratori di SDA hanno smascherato il piano
di alcuni dirigenti, ovvero di indurre una crisi aziendale addossando la colpa
agli scioperi per procedere con i licenziamenti e l'eliminazione del Si. Cobas
per vendere SDA ad Amazon, così come indicato dal diktat di Poste Italiane,
supportati dalla stampa e da qualche politico del PD. Tutte queste manovre,
messe in campo da più attori padronali, istituzionali e della carta stampata,
volevano riportare indietro la ruota della storia nel settore della logistica
fino a 10 anni fa, dove prima dell'entrata in campo del S.i. Cobas regnava la
schiavitù e lo sfruttamento. Tutti i lavoratori hanno da subito capito che la
posta in gioco era alta e politicamente importante; questa consapevolezza ha
dato loro la forza necessaria per resistere ai feroci attacchi mediatici,
fisici e padronali per tutto questo mese. La lotta non finisce con questo
accordo, visto che i piani di SDA e Poste Italiane hanno ancora all'orizzonte i
licenziamenti e la riduzione dei costi da far ricadere sulle spalle dei
lavoratori, nonché la reintroduzione del jobs act. Tale ristrutturazione
riguarderà tutti i lavoratori e le lavoratrici di SDA, diretti e indiretti, e
non avverrà per via dei nostri scioperi, che hanno anzi avuto il merito di
fermare momentaneamente il piano di ristrutturazione, ma per mano di SDA e
POSTE ITALIANE, che vogliono ridurre i costi facendoli pagare ai lavoratori. Quindi
la partita è tutta da giocare e la giocheremo bene, come abbiamo sempre fatto,
con intelligenza e larghe vedute.
Avanti fino alla vittoria Contro il Jobs act e contro i licenziamenti!
Avanti fino alla vittoria Contro il Jobs act e contro i licenziamenti!
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