domenica 9 gennaio 2022

9 gennaio - ANNO NUOVO, VECCHI ROGHI. VOGLIAMO LE CASE! da Campagne in Lotta

 

Anno nuovo, vecchi roghi. Vogliamo le case!

La notte di capodanno un grande incendio ha bruciato 20 baracche all’interno della tendopoli di San Ferdinando (RC). Fortunatamente nessuno è rimasto ferito, ma diverse persone hanno perso il loro rifugio e tutto ciò che avevano al suo interno. Come da copione, la protezione civile avrebbe dovuto installare delle tende di emergenza per chi è rimasto senza nulla, ma a due giorni dall'incendio ancora non si è vista nessuna tenda e le persone si stanno arrangiando con ripari ancora più precari. Come tutti sanno, i roghi all'interno dei ghetti soprattutto l'inverno sono talmente ordinari da non fare ormai nemmeno più scalpore, nonostante siano tantissime le persone che in questi incendi hanno perso la vita. Soltanto nelle tendopoli-baraccopoli di San ferdinando, nel 2018 sono morti Becky Moses, Suruwa Jaiteh e Moussa Ba, Noumou Sylla nel 2019. Questi incendi li abbiamo visti divampare nelle baraccopoli autocostruite così come nelle tendopoli di Stato, a dimostrazione del fatto che le seconde non sono certo la soluzione delle prime. Perché in fin dei conti le distruzioni (del fuoco così come delle ruspe), le ricostruzioni, e poi di nuovo gli sgomberi hanno sempre fatto comodo a chi ha interessi a mantenere tutto sospeso nell'emergenza, nella precarietà e nell''illegalità', quella che poi serve a giustificare interventi repressivi.

Perché le richieste degli abitanti della tendopoli di accedere a vere case non sono mai state ascoltate? Mentre tutti, dal sindaco ai sindacati (come la CGIL) e alle associazioni umanitarie (come NO CAP), propongono o si rivendicano soluzioni abitative mai viste, “accoglienza degna” o proposte per pochi fortunati con documento e contratto di lavoro, nessuno parla di case vuote e pronte all'uso proprio a pochi chilometri dalla stessa tendopoli di San Ferdinando. Parliamo delle case di Contrada Serricella a Rosarno, costruite nel 2015 con fondi europei destinati ai lavoratori stagionali, rimaste vuote e inutilizzate per anni per poi, nel 2021, essere escluse dal programma operativo regionale Calabria, a causa del mancato collaudo e quindi dell'impossibile fruibilità. Senza dimenticare lo spreco di soldi pubblici relativo a strutture fin dall’inizio destinate ad ospitare o fornire servizi per i lavoratori stagionali, come è avvenuto per il Centro polifunzionale 'Donna Livia' nei pressi di Taurianova, inaugurato nel 2016, finanziato per circa 650mila euro dal Pon Sicurezza e mai entrato in funzione, o ancora per il Villaggio della solidarietà, per la cui riqualificazione e recupero il comune di Rosarno ha incassato, nel giugno 2021, un ulteriore contributo del Ministero dell’Interno (per approfondimenti si veda https://www.facebook.com/comitatolavoratoridellecampagne/posts/4416054871793937 e https://campagneinlotta.org/resoconto-sulle-soluzioni.../).

A quasi 12 anni dalla rivolta di Rosarno, continua la vergogna dei campi di stato e del sistema di sfruttamento violento che rappresentano. Come ci è stato insegnato 12 anni fa, la sola arma che abbiamo è continuare a lottareAnno nuovo, vecchi roghi. Vogliamo le case! La notte di capodanno un grande incendio ha bruciato 20 baracche all’interno della tendopoli di San Ferdinando (RC). Fortunatamente nessuno è rimasto ferito, ma diverse persone hanno' perso il loro rifugio e tutto ciò che avevano al suo interno. Come da copione, la protezione civile avrebbe dovuto installare delle tende di emergenza per chi è rimasto senza nulla, ma a due giorni dall'incendio ancora non si è vista nessuna tenda e le persone si stanno arrangiando con ripari ancora più precari. Come tutti sanno, i roghi all'interno dei ghetti soprattutto l'inverno sono talmente ordinari da non fare ormai nemmeno più scalpore, nonostante siano tantissime le persone che in questi incendi hanno perso la vita. Soltanto nelle tendopoli-baraccopoli di San ferdinando, nel 2018 sono morti Becky Moses, Suruwa Jaiteh e Moussa Ba, Noumou Sylla nel 2019. Questi incendi li abbiamo visti divampare nelle baraccopoli autocostruite così come nelle tendopoli di Stato, a dimostrazione del fatto che le seconde non sono certo la soluzione delle prime. Perché in fin dei conti le distruzioni (del fuoco così come delle ruspe), le ricostruzioni, e poi di nuovo gli sgomberi hanno sempre fatto comodo a chi ha interessi a mantenere tutto sospeso nell'emergenza, nella precarietà e nell''illegalità', quella che poi serve a giustificare interventi repressivi. Perché le richieste degli abitanti della tendopoli di accedere a vere case non sono mai state ascoltate? Mentre tutti, dal sindaco ai sindacati (come la CGIL) e alle associazioni umanitarie (come NO CAP), propongono o si rivendicano soluzioni abitative mai viste, “accoglienza degna” o proposte per pochi fortunati con documento e contratto di lavoro, nessuno parla di case vuote e pronte all'uso proprio a pochi chilometri dalla stessa tendopoli di San Ferdinando. Parliamo delle case di Contrada Serricella a Rosarno, costruite nel 2015 con fondi europei destinati ai lavoratori stagionali, rimaste vuote e inutilizzate per anni per poi, nel 2021, essere escluse dal programma operativo regionale Calabria, a causa del mancato collaudo e quindi dell'impossibile fruibilità. Senza dimenticare lo spreco di soldi pubblici relativo a strutture fin dall’inizio destinate ad ospitare o fornire servizi per i lavoratori stagionali, come è avvenuto per il Centro polifunzionale 'Donna Livia' nei pressi di Taurianova, inaugurato nel 2016, finanziato per circa 650mila euro dal Pon Sicurezza e mai entrato in funzione, o ancora per il Villaggio della solidarietà, per la cui riqualificazione e recupero il comune di Rosarno ha incassato, nel giugno 2021, un ulteriore contributo del Ministero dell’Interno (per approfondimenti si veda https://www.facebook.com/comitatolavoratoridellecampagne/posts/4416054871793937 e https://campagneinlotta.org/resoconto-sulle-soluzioni-abitative-progettate-e-realizzate-nella-piana-di-gioia-tauro/). A quasi 12 anni dalla rivolta di Rosarno, continua la vergogna dei campi di stato e del sistema di sfruttamento violento che rappresentano. Come ci è stato insegnato 12 anni fa, la sola arma che abbiamo è continuare a lottare.


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