domenica 9 ottobre 2022

9 ottobre - Interventi all'Assemblea proletaria anticapitalista del 17/9 - Contro la guerra imperialista - Intervento di Carla Filosa e contributo Movimento NoMuos

 

(La responsabilità della trascrizione degli interventi registrati in assemblea è unicamente della redazione di questo blog - ci scusiamo preventivamente di inesattezze ed eventuali riduzioni)

INTERVENTO DI CARLA FILOSA

Io ho fatto parte di una rivista marxista che si intitolava “La contraddizione”, durata una trentina d'anni dal 1987 e che ha smesso di pubblicare il cartaceo nel 2015. Mi vorrei ricollegare a quello che ha detto la compagna che mi ha preceduto per aggiungere il ruolo femminile all'interno della guerra, perché la donna che fa figli è semplicemente un'incubatrice che deve produrre non solo lavoratori in tempo di pace ma soldati in tempo di guerra; e quindi la società non si prende carico della filiazione ma accusa le donne che non fanno figli, perché la società non si prende mai carico delle fatiche delle spese delle necessità delle popolazioni, ma usa le popolazioni, come noi vediamo in questa guerra, che non è semplicemente la sofferenza della popolazione Ucraina che sicuramente sta pagando il prezzo maggiore in termini di vite umane e di sofferenze di ogni genere.

Questa guerra era stata preparata adeguatamente, Noi sappiamo da anni che c'è una guerra civile in Ucraina, però era un pezzo di geografia che non ci riguardava, però ci ha riguardato immediatamente nel momento in cui l'Ucraina è diventata il nostro problema, vicino all'Europa. Nelle guerre in Afghanistan, in Siria, in Libia dove sono intervenuti per ammazzare Gheddafi, hanno impedito all'Italia di avere un ruolo che oggi potrebbe essere sostanziale proprio per l'erogazione del gas e del petrolio. L'Italia aveva sofferto di questa limitazione.

Nella guerra in Ucraina, il cui responsabile immediato non è Putin ma essa è frutto di una preparazione imperialistica che parte dall'abbassamento dell'importanza del dollaro a livello mondiale e dalla necessità dell’imperialismo Usa di rinforzarlo, perché altrimenti perde la sua egemonia mondiale, egemonia non solo militare ma anche politica e di drenaggio di ricchezza dai paesi dominati verso gli Stati Uniti. Questa realtà che oggi noi possiamo vedere ma di cui non abbiamo notizia dai partiti per i quali voteremo tra qualche giorno che si sono occupati semplicemente di dire che le bollette del gas e dell'elettricità saranno molto più pesanti per avere dei voti ma non perché interessi la classe politica la sofferenza delle masse - c'è stato anche detto che potevamo scegliere tra la guerra e il condizionatore d'aria, come adesso possiamo scegliere se attivare le caldaie una settimana dopo o due a seconda delle necessità oppure tutto l'inverno - cioè le restrizioni, i sacrifici. E quindi si è parlato semplicemente delle conseguenze della guerra ma non della guerra in sé, mostrando l'incapacità della nostra classe politica a dare ai propri cittadini una lettura di che cosa sia questa guerra, se non in termini di apparentamento all'interno dell’Europea che deve essere al servizio degli Stati Uniti. Tutte le sanzioni fatte alla Russia non sono solo sanzioni alla Russia ma sono abbassamento dell'euro, dato che non si tratta di monete punto, ma rappresentano il rapporto tra imperialismi espresso i termini di monete, riguardano la potenza di dominio che si può ottenere a livello mondiale e che ha prodotto il periodo della guerra fredda. Adesso non avremo più una guerra fredda ma come dice Xi Jinping avremo “una pace calda”, in cui entreremo in maniera maggiore nel prossimo autunno, dentro una condizione economica che è stata definita già da un analista americano “economia di guerra in tempo di pace”. Noi abbiamo la cosiddetta “pace” nel senso che le bombe a me non arrivano però arrivano le conseguenze di questa “pace” che sono le conseguenze di una economia di guerra, di restrizioni, fatta di paura dell'inflazione, della paura della recessione economica che sarà pagata da tutta la popolazione. Allora, gli ucraini possono morire, subire condizioni pesantissime di vita - e già l'Ucraina non era un paese ricchissimo, perché gli ucraini che abbiamo conosciuto venivano da noi a cercare lavoro, quindi significava che il reddito pro capite era bassissimo – e non ha nessuna importanza, l'importanza è mettere i mercati in competizione a livello internazionale. Questo significa la guerra imperialista. Non è semplicemente un nome che ci indica una cattiveria di qualcuno, è il meccanismo di un sistema che è in crisi; perché la crisi del capitale, la crisi del sistema è precedente alla guerra e la guerra non è semplicemente l'espressione militarizzata della politica, come è stato detto da un centinaio e più di anni da Clausewitz, ma la politica è la continuazione della guerra non in termini militari. Allora questa guerra significa sostanzialmente che bisogna ridefinire i rapporti egemonici all'interno del mondo. L'altro giorno a Samarcanda si sono riuniti gli esponenti dell'altro mondo, quello da escludere, quello cattivo che a noi non ci deve interessare. Ieri Russia, India, Cina e gli Stati Uniti si sono disinteressati dei problemi in Europa. l'abbiamo visto con la guerra in Siria, perché i loro interessi adesso si stanno spostando verso il pacifico, cioè verso l'isola di Taiwan, altrimenti detta Formosa una volta, perché lì c'è il contenzioso; ora l'economia mondiale più importante sembra la Cina, però sul piano militare gli Stati Uniti hanno ancora qualcosa da dire e noi abbiamo avuto da Biden la “consolante osservazione” che se Putin tira un atomica lui risponderà allo stesso livello. Cioè l'importanza della vita delle persone è zero, se non possono essere utilizzate possono andare al macero, perché la vita delle persone non esiste in questo sistema che vive semplicemente dello sfruttamento delle persone, oggi anche colpite da un'economia bellica che significa restringere tutte le condizioni di vita, fino ad azzerare gli investimenti per la sanità, una sanità che era stata già depredata e già erano stati chiusi gli ospedali, perché la sanità deve essere privatizzata, la sanità pubblica non rende tantissimo e la terapia intensiva non rende tanto, quindi il numero delle terapie intensive, importantissimo adesso per le epidemia del covid, è risultato insufficiente ad offrire alla popolazione un'assistenza adeguata e si può morire.

CONTRIBUTO INVIATO DAL MOVIMENTO NO MUOS

Dalle piazze dove si protesta sia le femministe russe del Feminist Anti-War Resistance sia i movimenti No TAV, No Coltano, NO Muos e ogni realtà sociale contro il sistema militare dai no War ai movimenti per il disarmo ai sindacati di base ce lo ripetono: nella militarizzazione e nella guerra non c’è liberazione ma costrizione, violenza e distruzione, incremento di povertà e diseguaglianza sociale. Sono bastati pochi mesi di guerra per far salire alle stelle i prezzi delle materie prime, delle fonti energetiche; ciò porta al rallentamento, se non addirittura alla chiusura, di tante attività. Sono a rischio circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro. La guerra è entrata a gamba tesa dentro i corpi, dentro i pantaloni e le nostre tasche. La “folle” rincorsa a chi si arma meglio è più potente fa gola per spendere più in spese militari; e mentre mancavano posti letto negli ospedali, mentre c’era chi moriva in casa in attesa e in assenza di assistenza sanitaria, si è continuato imperterriti a investire nell’industria militare e nelle attività militari. Secondo una relazione del SISPRI del 2021, l’Italia fa parte della top ten di esportatori mondiali di sistemi d’arma. Il PNRR dovrebbe essere un’occasione di investimenti e finanziamenti importanti. Tre sono gli assi di intervento principali del piano per accedere ai fondi Next Generation Europe: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Sulla base di questi tre macro temi, si sono sviluppate sei missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (cui è destinato il 21% dei fondi); transizione ecologica (cui è destinato il 31% dei fondi); infrastrutture per una mobilità sostenibile (cui è destinato il 14% dei fondi); istruzione e ricerca (cui è destinato il 13% dei fondi); inclusione e coesione sociale a sostegno dell’empowerment femminile e dei giovani (cui è destinato il 12% dei fondi); salute ( cui è destinato il 9% dei fondi). Sebbene il piano sia ovviamente più complesso, questo è più o meno una sintesi, utile ad identificare i settori (e la quantità di denaro prevista per ognuno) su cui investire. Tante sono le pressioni affinché parte di questi fondi vengano investiti nel settore bellico e militare. A proposito della prima missione, che riguarda la 19 digitalizzazione e l’innovazione, “ viene suggerito” che è necessario “valorizzare il contributo della Difesa allo sviluppo del cosiddetto "internet delle cose" (internet of things) e al rafforzamento della difesa cibernetica, nonché di dare piena attuazione ai programmi di specifico interesse volti a sostenere l'ammodernamento e il rinnovamento dello strumento militare, promuovendo l'attività di ricerca e sviluppo delle nuove tecnologie e dei materiali e contribuendo al necessario sostegno dello strategico settore industriale e al mantenimento di adeguati livelli occupazionali nel comparto”. Insomma, in soldoni si chiede che una fetta del budget previsto per questa missione venga dato a disposizione del ministero della Difesa, da investire anche (ma non esclusivamente) in cyber security. A proposito della transizione ecologica, la commissione palesa il suo interesse anche su questo tema. Si parla della realizzazione di smart military district, cioè distretti militari intelligenti, cioè distretti militari di nuova generazione che puntino all’efficienza energetica. Nuove infrastrutture militari quindi, da fare soprattutto al sud Italia, che vengono presentate come un’occasione per creare lavoro ma anche di sviluppare infrastrutture e investimenti al sud. Per l’anno 2022 ancora una volta netto e rilevante viene trainato dal bilancio proprio del Ministero della Difesa prevede una spesa per la difesa pari a più di 25 miliardi, con un aumento di circa 850 milioni rispetto all’anno precedente, (25.935 milioni per la precisione) (+5,4% rispetto al 2021). Ancora più del solito si tratta, come già accennato, di un aumento derivante da decisioni prese in passato: già il bilancio a legislazione vigente prevedeva per il Ministero della Difesa un totale complessivo di 25.904 milioni (Sezione I della Legge di Bilancio). Le voci interne del Bilancio della Difesa vedono aumenti tra i 150 e i 200 milioni di euro per Marina Militare e Carabinieri, una flessione di 90 milioni per l’Aeronautica Militare e una sostanziale conferma del budget per l’Esercito. Ben più robusto l’aumento di stanziamento per i capitoli complessivamente afferenti a Stato Maggiore e Segretariato Generale della Difesa (insieme agli uffici politici e di bilancio): circa un miliardo e duecento milioni di euro in crescita determinati soprattutto, come vedremo, da stanziamenti per il procurement di nuovi sistemi d’armamento. togliendo lo 0,5% del PIL in istruzione e lo 0,8% per la sanità in favore del complesso-militare-industriale europeo. Come movimento no Muos da anni lo gridiamo nelle strade nelle piazze. Non è più rinviabile l’attenzione e l’assunzione di responsabilità individuali e collettive, e far sì che le comunità diventino soggetti politici” più comunità nei territori più informazione consapevole. Aprire altre alternative al modello capitalistico alle speculazioni finanziaria sulle fonti energetiche, ambientale sociale Far tornare a volare le aspirazioni fuori da ogni paura, alle repressioni continue in linea fascista per una vita degna e dignitosa fuori da ogni imperialismo patriarcale fuori da ogni violenza da ogni distruzione e incentivi militari . E ’una questione di sopravvivenza non più rinviabile, rompere con la propaganda militarista  soprattutto dentro l’educazione scolastica Sappiamo che le Forze Armate italiane stanno investendo molto per entrare nelle scuole. L'occupazione militare continua a produrre sulle popolazioni civili: sottrazione di luoghi pubblici, riduzione degli spazi di agibilità democratica e protagonismo civile, penalizzazione economica, danni ambientali e notevoli rischi per la salute. Le forze armate stanno pianificando il loro futuro con i nostri figli stanno stravolgendo i valori pedagogici a cui dovrebbe ispirarsi la scuola dell'Italia! Si aprono protocolli d’intesa nella didattica delle scuole cosicché vengono rappresentati in un connubio che “impositivo ", il cui mandato non è portare i bambini in gita al parco ma dentro le caserme. Così si fa cultura?… di guerra! Se porti i bambini nel bosco fanno esperienza della natura e imparano a rispettarla, se li fai accompagnare dall’Esercito imparano ad apprezzare l’Esercito e a vedere da vicino quei gioiellini di aerei da guerra…tutto condito in picnic familiare.

Fuori i militari e le basi Nato - Ora e sempre NOMUOS

Movimento No Muos 


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