mercoledì 5 ottobre 2022

5 ottobre - MORIRE DA RIDER, MA ANCHE IL VERGOGNOSO E DISUMANO MESSAGGIO DI LICENZIAMENTO POST MORTEM

 questo il messaggio dei luridi padroni delle piattaforme delle consegne a domicilio


di seguito 

Articoli di Vito Totire e Tonio dell’Olio 


Riders: basta con lo schiavismo, anche nelle forme più subdole

Pieno sostegno allo sciopero del 5 ottobre

di Vito Totire (*)

Sciopero di protesta per la morte di un lavoratore addetto alla consegna di cibo; prendiamo atto dell’adesione di molti soggetti ma, tra questi (non lo diciamo certo per fare polemiche) ce ne sono diversi che si esprimono sulla questione solo “il giorno dopo”;

Sebastian Galassi, 26 anni, è morto a Firenze alle 21.30 del primo ottobre 2022 nel corso del tragitto di lavoro; l’evento non deve passare come un “infortunio in itinere” risarcito con criteri da elemosina; né il problema principale è quello economico.

«Infortunio» è parola che già dal 26 maggio 2022 (atto di fondazione della RETE NAZIONALE LAVORO SICURO) abbiamo proposto di abbandonare: infortunio significa mancanza di fortuna mentre la morte di Sebastian è tutt’altro, strettamente connessa e dunque effetto di un’organizzazione del lavoro costrittiva e schiavistica che non tiene conto dei veri rischi, dei carichi di lavoro, della stanchezza, della fatica, dei ritmi fisiologici, in breve non tiene conto del “fattore umano”.

Da sempre diciamo che la strada maestra è la prevenzione.

Questo lavoratore non è morto per un incidente fortuito. La sua morte è conseguenza della diffusione di attività lavorative ad altissimo tasso di costrittività che assomigliano più allo schiavismo che ai contratti leali e dignitosi che hanno contraddistinto le relazioni sociali nel corso del ventesimo secolo (almeno in alcune parti del pianeta e non in maniera proprio continuativa).

Il lavoro a cottimo è sempre stato vissuto dalla classe operaia come una forma di schiavismo dissimulata (poco dissimulata in verità) che rovina, con metodi ricattatori, la salute psicofisica del “prestatore d’opera” il quale appunto contratta una mercede per il lavoro prestato e non intende affatto mettere in vendita la salute e la sua stessa vita e sicurezza. Tanto più la costrittività e il ricatto stanno pesando oggi che i LAVORATORI SONO MASSACRATI DAGLI EXTRAPROFITTI DEI FORNITORI DI ENERGIA E DI ACQUA “POTABILE” ; 

L’ATTUALE SITUAZIONE SOCIO-ECONOMICA è DUNQUE FORIERA DI NUOVI LUTTI E NUOVE STRAGI DI LAVORATORI E PROLETARI: i padroni e una parte maggioritaria dei “decisori politici” fanno finta di non capirlo.

Chi negli ultimi decenni ha avallato la deregulation del mercato e l’erosione dei diritti dei lavoratori, il giorno dei funerali farebbe bene a tacere e il giorno successivo dovrebbe fare autocritica pubblica e sincera.

Viva lo sciopero del 5 ottobre 2022

Basta con lo schiavismo

La salute psicofisica, la vita e la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici non sono in vendita.

(*) Vito Totire è portavoce della «RETE NAZIONALE LAVORO SICURO»

L’algoritmo che licenzia i morti 

di Tonio Dell’Olio (*)

Cos’altro deve succedere per capire che ormai da troppo tempo abbiamo imboccato (e stiamo percorrendo) la strada peggiore? Quello che è successo a Sebastian Galassi, 26 anni, e alla sua famiglia non è soltanto una disgrazia con epilogo ancor più tragico ma l’icona perfetta della condizione perversa che siamo stati capaci di stabilire anche nei rapporti di lavoro. Sebastian, che lavorava nelle consegne a domicilio per conto di Glovo, muore mentre svolgendo il suo lavoro di rider la sua moto si scontra frontalmente con un suv. A breve distanza di tempo dalla sua morte, la famiglia riceve un’e-mail dall’azienda in cui si comunica che per non aver rispettato le condizioni e i termini di lavoro sottoscritti, viene disattivato il suo account, ovvero è licenziato. Le scuse successive del datore di lavoro appaiono peggiori del male prodotto: il sistema algoritmico fa scattare quella comunicazione se il lavoratore manca le consegne o non risponde alle chiamate. È esattamente in questo modo che abbiamo consacrato l’annullamento dei volti e delle relazioni. Abbiamo staccato la spina all’umanità. Uno scivolamento lento e apparentemente inesorabile verso l’algoritmizzazione della vita. Sebastian perdonaci.

(*) ripreso da www.mosaicodipace.it



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