Dalla Tenaris Dalmine, alla Beretta e alla Montello, volantinaggi e assemblee partecipate con le operaie delle fabbriche contro il nuovo governo dei padroni, in preparazione dell'assemblea nazionale delle operaie che si terrà il 28 ottobre a Trezzo.
Nella sua prima uscita pubblica dopo le elezioni la Meloni ha ben chiarito le intenzioni del suo partito: "non disturbare chi vuole fare impresa, non disturbare chi assume, chi produce e crea ricchezza".
Libertà di schiavizzare quindi, libertà di sottrarre a lavoratrici e lavoratori ogni residuo diritto acquisito, di cestinare definitivamente le norme sulla sicurezza nei posti di lavoro, libertà di distruggere l'ambiente, libertà di evadere il fisco e di concentrare la ricchezza nelle mani di pochi, con conseguenti ricadute sulla scuola e la sanità pubblica, tra gli altri, non più finanziate per mancanza di fondi derivanti dalle entrate a cui lo Stato rinuncerà, mentre continua a destinare soldi pubblici ai padroni, alla guerra..
Questa sarà l’azione del nuovo governo, in marcia verso una dittatura del capitale ancora più aperta e che sarà di tipo oggettivamente e soggettivamente moderno fascista.
E' necessaria quindi una battaglia unitaria da fare subito nelle fabbriche, posti di lavoro, territori, in prospettiva di una Nuova Resistenza.
Come detto dalle compagne del Mfpr all’assemblea proletaria anticapitalista del 17 settembre a Roma:
“Se sarà una donna fascista come la Meloni alla presidenza del consiglio, sarà una opportunità, perché questo mostrerebbe in modo chiaro che le donne non sono tutte uguali, le donne al potere, le padrone, le ricche, le politicanti sono la faccia più concentrata e feroce del potere capitalista e imperialista... Sarà la maniera concreta per mostrare che la contraddizione di classe è alla base e che la ribellione, la lotta delle donne proletarie deve essere il cuore e la forza nella lotta rivoluzionaria per un vero cambiamento sociale.
“Poiché l’oppressione delle donne è ‘oppressione senz'altro’, la lotta della maggioranza delle donne oppresse che si pone nella prospettiva di abolire “tutte le oppressioni”, di tutti, anche degli uomini, anche dei lavoratori, per una umanità nuova, è centrale per una nuova società, che chiamiamo socialismo, e deve essere compreso da tutti quanto sia centrale.”
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