Lo Slai Cobas per il sc denuncia come gravissimo quanto accaduto a Palermo nella scuola statale Borsellino, Istituto Comprensivo a Piazza Magione, dove alcuni giorni fa all’interno di una iniziativa didattica per la sicurezza stradale alcuni vigili urbani, simulando un arresto, con l’ausilio di un cane addestrato hanno sparato colpi di pistola a salve davanti ai piccoli alunni della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.
I bambini in particolare della scuola dell’infanzia si sono impauriti e hanno iniziato a piangere, si legge in un quotidiano locale “«Papà lo sai questa mattina hanno sparato a scuola per uccidere il cattivo, si è sentito dire un genitore dalla figlia di 4 anni appena tornata dall’asilo. “Lo giuro, per un secondo mi si è gelato il sangue nelle vene – racconta il genitore – poi mi ha spiegato cosa era successo e sono rimasto sconvolto, senza parole» (da La Repubblica Palermo).
E’ paradossale che la Dirigente Scolastica che ha subito preso le distanze dall’iniziativa non sapesse nei dettagli come questa sarebbe stata svolta, così come minimo sono ipocrite le scuse del Comandante dei vigili urbani alle famiglie dei bambini mentre ha fatto presente che da ora in poi queste iniziative non si organizzeranno più nelle scuole di primo grado ma alle superiori si. Per gli studenti delle scuole di secondo grado nella scuola attuale che tanto piace al governo Meloni le esercitazioni militari e poliziesche vanno invece bene!
Ed è stato assolutamente vergognoso utilizzare, per giustificarsi, il fatto che parecchi bambini della scuola primaria abbiano applaudito, ma i bambini sono bambini appunto e in generale seguono gli esempi, le incitazioni che arrivano dai cosiddetti adulti, da chi li dovrebbe educare, vedi alcune maestre che hanno incitato i bambini ad applaudire come si sente nel video pubblicato e diffuso sui mass media.
Da più parti si è sollevato nell’immediato lo stesso interrogativo: cosa c’entrano gli spari, la simulazione di un’azione repressiva con una iniziativa didattica volta alla sicurezza stradale?
E se l’interrogativo è logico e naturale, purtroppo invece non c’è affatto da sorprendersi poiché anche questa negativa “lezione” fatta nella scuola di Palermo si inserisce nella concezione e azione concreta del governo Meloni/Valditara che mentre si riempie arrogantemente la bocca di “legalità” a scuola, di “educazione alla convivenza civile” di “educazione civica” e via dicendo, nei fatti vuole invece sempre più imporre una scuola che deve sempre più essere quella dell’alternanza scuola-lavoro al servizio della logica militare e della guerra, quella in cui agli studenti si insegna come usare il manganello, vedi l’osceno caso di Genova, la scuola del voto in condotta e della repressione, dell’umiliazione degli studenti alla Valditara maniera e contemporaneamente della loro irregimentazione, e come si vede già sin da quando sono piccoli.
Esprimendo solidarietà agli alunni e ai genitori che hanno giustamente protestato, non possiamo che ribadire che questa scuola deve essere rigettata e combattuta ma per farlo occorre lottare ad ampio raggio contro il governo Meloni.
Slai Cobas per il sindacato di classe Palermo
articolo della stampa
Venerdì, 15 Novembre 2024
Gli spari dei vigili a scuola e la simulazione dell'arresto, la preside: "Drammatica sottovalutazione, chiedo scusa a tutti"
Lucia Sorce, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo statale Rita Borsellino finito nella bufera, è visibilmente provata: "Mi assumo pienamente la responsabilità di quanto successo"
Un "corto circuito", un "errore umano" nato da "drammatica sottovalutazione". Lucia Sorce, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo statale 'Rita Borsellino' di Palermo finito nella bufera dopo la simulazione dell'arresto di un malvivente da parte della polizia municipale con tanto di spari a salve, è visibilmente provata.
"Mi assumo pienamente la responsabilità di quanto successo - dice all'Adnkronos - e chiedo scusa a tutti i docenti e ai genitori. C'è stato un errore umano, un'inaccettabile leggerezza. E' chiaro che la proposta è stata inadatta e incoerente, ma non è stata fatta in cattiva fede". A ogni modo, dice senza giri di parole, "come scuola non possiamo permetterci di non avere uno sguardo critico, di non contestualizzare, di non capire che abbiamo dei bambini a cui dobbiamo garantire ben altri scenari".
La cattura del ladro con tanto di unità cinofila è andata in scena nel cortile del plesso Ferrara, alla Magione. Poco prima ai bimbi dai 3 ai 7 anni di età era stata fatta una lezione di educazione stradale. "Hanno parlato di come attraversare la strada, di come difendersi dai cani randagi. I vigili urbani si sono dimostrati sensibili e professionali. Tutto era apparso come un gioco".
Poi, terminata quella lezione, era arrivata la proposta. Simulare l'arresto di un ladro. Una proposta fatta con "superficialità", ragiona adesso la preside alla guida dell'istituto comprensivo da 18 anni, e accolta con "altrettanta leggerezza" dalle insegnanti. Così ai bimbi era stato spiegato che ci sarebbero state pistole giocattolo ma che nessuno sarebbe davvero morto. "Nessuno mi aveva parlato di spari o di caccia al cattivo", dice adesso la preside, sottolineando che "al di là del fatto che una simile attività non ha nulla a che fare con l'educazione stradale, la cattura di un malvivente si può spiegare in tanti altri modi".
fonte Adnkronos
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