sabato 4 gennaio 2025

COME È FINITO IL 2024 INIZIA IL 2025: Già due morti sul lavoro a Lamezia e Conversano....ma non solo, si aggregano i "giornalisti" embedded al servizio di governo e padroni

 

dal manifesto

Strage senza fine Il nuovo anno inizia con un bollettino nero

Redazione

La striscia di sangue sul lavoro riempie già il nuovo anno. Il 2025 si apre con due morti quando ancora la maggior parte dei lavoratori è ancora un ferie. Un lavoratore di 38 anni, Francesco Presta, è morto ieri mattina dopo essere precipitato da un’impalcatura di circa sei metri in un’azienda di profilati nell’area industriale di Lamezia Terme. Mentre un operaio agricolo è morto dopo essere stato travolto dall’automezzo da cui era sceso per aprire un cancello. L’incidente è avvenuto in contrada Riggiero, zona tra Conversano (Bari) e Cozze (Bari). Per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Sul posto...

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

Dal Corriere della Sera. Di Giusi Fasano. Incredibile articolo di chi si "butta" in un argomento che non conosce. Se anche fosse vero....ci mette anche i morti in itinere...senza neppure sapere che anche in quelli che diffonde Inail ci sono. Cara Fasano i morti che diffonde l'Osservatorio sono tutti registrati in tabelle excel per giorno, mese e anno della tragedia, con l'identità della vittima, per età, per professione e nazionalità. Non è Istat l'Osservatorio ma non lo è neppure Inail. Perché cari giornalisti non indagate su quello che denuncio da 16 anni? Che i morti di Inail sono solo i morti di questo Istituto e che rappresentano solo circa il 70% dei morti sul lavoro in Italia Ma che vengono spacciati come rappresentativi del panorama lavorativo italiano. Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro 

 Morti sul lavoro, se già riparte l'inaccettabile conta

di Giusi Fasano

Francesco Stella, morto il 3 gennaio 2025, è il primo di una lista che già sappiamo sarà lunga. Ma la sicurezza sul luogo di lavoro va pretesa: non possiamo fare l'abitudine a una strage quasi sempre evitabile

Come la parola «pace» in questo tempo di guerra in Medio Oriente: la più invocata, la meno credibile. Così la parola «sicurezza» in tempo di pace e di lavoro, in Italia: la più ostentata, la meno affidabile. Al giorno 3 di questo 2025 contiamo i primi due infortuni mortali sul lavoro e — ne siamo già tristemente certi — la lista sarà lunga, lunghissima. Ce lo ripetiamo ogni anno, a ogni strage: basta con i morti sul lavoro, inaccettabile la media di tre caduti al giorno; servono più controlli e cultura della sicurezza.... Ma quasi non ha più senso indignarsi perché ogni frase, alla fine, sa di retorica, di qualcosa già detto e ridetto senza che le parole abbiano mai portato a una strada per invertire la rotta. Si finisce col discutere dei numeri: non sono tre al giorno, sono meno, poi ci sono i morti «in itinere», poi per leggere i dati va considerata la statistica pre-Covid e quella post-Covid... Ma il punto è: se anche fosse una vittima al giorno, anche una alla settimana, sarebbe tutto comunque intollerabile non solo per il numero in sé ma anche perché nel 99,9 per cento dei casi gli infortuni sono evitabili, tutte quelle vite si potrebbero salvare a volte con piccoli, piccolissimi accorgimenti di buon senso. Prendi Francesco, il lavoratore caduto ieri da una impalcatura alta sei metri. L’inchiesta chiarità la dinamica ma la logica ci dice che se è precipitato non era agganciato a nulla oppure era agganciato e il meccanismo non ha funzionato; qualcuno non ha fatto quel che doveva per garantire che lui salisse al sicuro. E finiamola con i «però», con i «ma». La sicurezza sul lavoro si deve pretendere, dagli altri e da se stessi. Sì, anche da se stessi, anche quando il responsabile di turno non ti obbliga a osservarla, come invece dovrebbe fare. Si deve pretendere. Sempre. Non esiste l’opzione «b» per accorciare i tempi o perché «tanto non è mai successo niente»; non salgo su una impalcatura a lavorare se non sono imbragato, e non importa se l’imbragatura richiede tempo o se limita i movimenti. Devo pretenderla. E prima di me deve pretenderla la persona responsabile — guarda un po’— proprio della sicurezza. Siamo il Paese di Suviana, di Casteldaccia, dell’Esselunga di Firenze, di Brandizzo, di Calenzano... nomi che abbiamo imparato ad associare a stragi sul lavoro per le quali ci siamo commossi davanti ai figli, ai fratelli, alle vedove, alle madri in lacrime.

mercoledì 1 gennaio 2025

7 GENNAIO CREVALCORE

 

Appello alla sottoscrizione e alla partecipazione

7 gennaio 2005 - 2025

a 20 anni dal disastro ferroviario di Crevalcore:

17 morti (di cui 5 ferrovieri) e decine di feriti

7 gennaio ore 15.30 PRESIDIO

al “Parco 7 gennaio 2005” - Bolognina di Crevalcore


Esserci - Per esprimere la solidarietà ai familiari e ai ferrovieri; - perché fu una strage annunciata, dove tutte le condizioni (linea a binario unico, nebbia fitta, un solo macchinista alla guida, nessun sistema di controllo e ridondanza ...) erano poste per non evitarla; - per ricordare e riflettere sulla barbara sentenza che ha inchiodato per sempre Vincenzo Di Biase, il macchinista morto, e per il continuo riprodursi di simili sentenze che assolvono i responsabili e con la vergognosa formula dell’“errore umano” condannano i lavoratori. Una forma particolare e feroce di repressione: uccisi sul lavoro e condannati per il disastro! - Per ribadire il nostro NO! alla delega: sono i lavoratori e le lavoratrici che devono far propria la lotta per la sicurezza e la salute; - per affermare la necessità di un’attività unitaria e costante sui temi della sicurezza, della salute e della repressione nei luoghi di lavoro e sul territorio.

- Coordinamento 12 ottobre - Familiari della strage ferroviaria di Viareggio e del crollo della Torre Piloti di Genova; - Ezio Gallori; - Coordinamento Lavoratori/trici Autoconvocati/e (CLA); - Assemblea 29 giugno; - Cub-Trasporti; - Sindacato Generale di Base (SGB); - SolCobas; - Cobas Lavoro Privato; Cub Pisa; - Slai Cobas per il sindacato di classe; Medicina Democratica di Firenze; - Attivisti, delegati, Rls di sindacati di base, del Coordinamento Macchinisti Cargo (CMC), delle aree di alternativa e opposizione in Cgil “Radici del sindacato” e “Rete 25 Aprile” Basilicata


Comunicato

L’unico “errore umano”: non ribellarsi!


Ore 12.53, un treno viaggiatori si scontra con un treno merci: 17 Vittime, tra cui 5 ferrovieri, e decine di feriti. 5 giorni dopo, la 18^ vittima: un macchinista, amico dei colleghi morti nella strage, si toglie la vita.

Dal blog di C. Soricelli: l'annus Horribilis 2024 si conclude con 10 morti negli ultimi 2 giorni, nel post chi sono le vittime

 

chi sono le vittime

L'anno si è concluso con 1055 morti sui luoghi di lavoro che diventano con l'itinere così come li conta e diffonde INAIL 1481 (ma che potrebbero aumentare in fase di aggiornamento finale) negli ultimi 2 giorni del 2024 sono morti di lavoro in 10. Ecco chi sono: In provincia di Lodi è morto un giovane egiziano di 24 anni cadendo dal tetto di un capannone. In Provincia di Caserta ha perso la vita travolta da un muletto Pompeo Mazzacapo, in Provincia di Modena, a Finale Emilia ha perso la vita un giardiniere che stava potando un albero, trovato solo dopo 10 ore. In provincia di Parma è morto ucciso da un toro l'agricoltore Renzo Villani, in Piemonte nella provincia di Vercelli ha perso la vita fulminato Marco Bergamaschi. nel centro di Milano è morto sulle strade un rider pakistano di 43 anni, in Umbria una giovane donna è morta mentre si recava a lavorare in un ristorante per il Veglione di Capodanno, per infortuni domestici sono morti in tre: Paolo Vitelli un noto imprenditore che è morto aprendo una serranda, scivolando per terra e battendo la testa in un resort in Val D'Aosta, un'altra giovane donna di 25 anni è morto per un incendio a Torino, a Cefalù in Sicilia è morto un turista tedesco per monossido di carbonio, che in questo mese ha ucciso decine di persone, qua e là per l'Italia. In Allegato la mia Colomba della Pace 2025 senza guerre e morti sul lavoro