sabato 15 dicembre 2018

14 dicembre - Prima il razzismo ora lo schiavismo: l'Ungheria inizia a ribellarsi a Orban

Migliaia di manifestanti sono andati a manifestare sulla piazza davanti al Parlamento, scontri con la polizia. Il governo accusa Soros di aver fomentato la protesta globalist 14 dicembre 2018 
 Prima il razzismo, poi lo sfruttamnento e infine la limitazione delle libertà. Una 'ricetta' che ha provocato scontri violenti fino a tarda notte, a Budapest, fra manifestanti che protestano contro il governo e la polizia, sulla piazza davanti al Parlamento. In migliaia hanno protestato ieri sera di nuovo contro la legge sugli straordinari, ribattezzata «schiavista», che aumenta a 400 ore l'anno gli straordinari dei lavoratori.
La mobilitazione è motivata però anche dalle misure che minacciano la libertà accademica e il forzato trasferimento da Budapest della Ceu, istituto fondato da George Soros.
La polizia è intervenuta con ingenti forze, usando gas lacrimogeno e urticante al peperoncino. Secondo un primo bilancio ci sarebbero 30 feriti, fra cui anche due poliziotti. Gli scontri sono continuati fino a tarda notte: molti giovani hanno occupato due ponti sul Danubio, e sono ritornati più volte sulla piazza del Parlamento. La polizia ha fermato una decina di persone.
I manifestanti hanno usato fumogeni. Il corteo ha esibito cartelli con le scritte: «Non siamo schiavi!», «Paese libero, università libera!». La folla scandiva fra l'altro: «Orban vattene!».
Il ministro dell'interno Sandor Pinter ha definito la manifestazione «un attacco duro» contro il governo, definendo i manifestanti «prezzolati di Soros». L'opposizione intende ricorrere alla Corte costituzionale per la legge controversa.



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