COMUNICATO- STAMPA
Se non sei disposto a morire sul lavoro il
padrone ti licenzia e non ti paga neppure!
E’ quello che succede nel Porto di Napoli, alla
So.Te.Co., Terminal Container di proprietà del gruppo MSC.
In breve: lo scorso anno Ciro, operaio del SI
Cobas, ottiene la reintegra sul posto di lavoro dopo una lunga
battaglia in Tribunale per un licenziamento comminatogli dall’azienda
a causa di un incidente sul lavoro frutto della totale assenza di
misure di sicurezza all’interno del Terminal, e con cui So.Te.Co.,
come già in altre occasioni, cercava furbescamente di occultare le
proprie responsabilità scaricando la colpa unicamente sul
lavoratore.
Al suo ritorno in servizio le condizioni di
sicurezza all’interno del Terminal sono ulteriormente peggiorate:
gru e carrelli fatiscenti e malfunzionanti, manto stradale
disconnesso, buche e toppe ovunque, condizioni igieniche indecorose.
Dopo un’iniziale sconforto Ciro, con
l’assistenza del SI Cobas, decide di segnalare la condizione di
pericolo all’azienda, evidenziando come la precarietà dei mezzi e
degli strumenti di lavoro metta seriamente a repentaglio l’incolumità
degli operai, denunciando che alcune delle gru su cui gli viene
chiesto di salire sono oggettivamente inidonee in base alle normative
sulla sicurezza e alla legge 81/08 e chiedendo un intervento
tempestivo all’azienda.
Non può segnalare nulla invece alle RLS
aziendali, per il semplice motivo che da anni in So.Te.Co. il
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza… non c’è!
Di fronte alle segnalazioni di Ciro l’unica
risposta da parte dell’azienda è una sfilza di lettere di
contestazione disciplinari per “rifiuto di svolgere la mansione”,
fino al nuovo licenziamento avvenuto agli inizi di giugno.
Peccato che solo qualche giorno prima del
licenziamento, quando il lavoratore era già in sospensione
cautelativa, l’Autorità Portuale e gli enti di controllo su
sollecitazione del nostro sindacato effettuano un’ispezione
all’interno di So.Te.Co., a seguito della quale le gru segnalate da
Ciro vengono fermate!
Dopo tre mesi, il lavoratore è riuscito
finalmente a venire in possesso della busta-paga di fine rapporto,
appurando che al danno di un licenziamento dalla chiara natura
ritorsiva, si aggiunge la beffa: dal salario dovuto sono state
infatti sottratte in maniera arbitraria tutte le giornate lavorative
in cui era regolarmente in servizio ma aveva “osato” segnalare la
pericolosità e l’inadeguatezza delle gru fatiscenti e
malfunzionanti!
So.Te.Co., dopo aver licenziato un operaio in
palese violazione della legge 81/08, arriva anche a trafugargli dalle
tasche oltre 500 euro!
In questi mesi, la presenza del SI Cobas
all’interno di Co.Na.Te.Co e So.Te.Co. è riuscita più volte a
smascherare il sistema di ricatti, di soprusi e di illegalità che
vige all’interno dei Terminal anche grazie al silenzio, all’omertà
e alla collusione dei sindacati confederali.
Se i padroni di MSC e i loro zerbini credono di
mettere a tacere le voci scomode con continue rappresaglie e
licenziamenti, hanno fatto male i conti!
Nelle prossime settimane continueremo a denunciare
pubblicamente e in ogni sede quanto è accaduto e sta accadendo nei
Terminal del Porto di Napoli.
Siamo sin d’ora a completa disposizione degli
organi di stampa locali e nazionali per ogni ulteriore informazione e
chiarimento al riguardo, a partire dall’assemblea nazionale indetta
dal SI Cobas domenica 29 settembre nella sala Santa Maria La Nova a
Napoli per lanciare lo sciopero generale del 25 ottobre e le
mobilitazioni autunnali per migliori condizioni di lavoro, salariali
e di vita.
Vogliamo lavorare per vivere, in condizioni
salariali e di sicurezza adeguate, non per rischiare ogni giorno la
morte in nome dei profitti.
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