lunedì 30 settembre 2019

28 settembre - Porto di Napoli, se non sei disposto a morire sul lavoro il padrone ti licenzia e non ti paga neppure: il caso di Ciro, operaio SoTeCo per Msc. Solidarietà a Ciro dalla Rete per la sicurezza


COMUNICATO- STAMPA
Se non sei disposto a morire sul lavoro il padrone ti licenzia e non ti paga neppure!
E’ quello che succede nel Porto di Napoli, alla So.Te.Co., Terminal Container di proprietà del gruppo MSC.
In breve: lo scorso anno Ciro, operaio del SI Cobas, ottiene la reintegra sul posto di lavoro dopo una lunga battaglia in Tribunale per un licenziamento comminatogli dall’azienda a causa di un incidente sul lavoro frutto della totale assenza di misure di sicurezza all’interno del Terminal, e con cui So.Te.Co., come già in altre occasioni, cercava furbescamente di occultare le proprie responsabilità scaricando la colpa unicamente sul lavoratore.
Al suo ritorno in servizio le condizioni di sicurezza all’interno del Terminal sono ulteriormente peggiorate: gru e carrelli fatiscenti e malfunzionanti, manto stradale disconnesso, buche e toppe ovunque, condizioni igieniche indecorose.

Dopo un’iniziale sconforto Ciro, con l’assistenza del SI Cobas, decide di segnalare la condizione di pericolo all’azienda, evidenziando come la precarietà dei mezzi e degli strumenti di lavoro metta seriamente a repentaglio l’incolumità degli operai, denunciando che alcune delle gru su cui gli viene chiesto di salire sono oggettivamente inidonee in base alle normative sulla sicurezza e alla legge 81/08 e chiedendo un intervento tempestivo all’azienda.
Non può segnalare nulla invece alle RLS aziendali, per il semplice motivo che da anni in So.Te.Co. il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza… non c’è!
Di fronte alle segnalazioni di Ciro l’unica risposta da parte dell’azienda è una sfilza di lettere di contestazione disciplinari per “rifiuto di svolgere la mansione”, fino al nuovo licenziamento avvenuto agli inizi di giugno.
Peccato che solo qualche giorno prima del licenziamento, quando il lavoratore era già in sospensione cautelativa, l’Autorità Portuale e gli enti di controllo su sollecitazione del nostro sindacato effettuano un’ispezione all’interno di So.Te.Co., a seguito della quale le gru segnalate da Ciro vengono fermate!
Dopo tre mesi, il lavoratore è riuscito finalmente a venire in possesso della busta-paga di fine rapporto, appurando che al danno di un licenziamento dalla chiara natura ritorsiva, si aggiunge la beffa: dal salario dovuto sono state infatti sottratte in maniera arbitraria tutte le giornate lavorative in cui era regolarmente in servizio ma aveva “osato” segnalare la pericolosità e l’inadeguatezza delle gru fatiscenti e malfunzionanti!
So.Te.Co., dopo aver licenziato un operaio in palese violazione della legge 81/08, arriva anche a trafugargli dalle tasche oltre 500 euro!
In questi mesi, la presenza del SI Cobas all’interno di Co.Na.Te.Co e So.Te.Co. è riuscita più volte a smascherare il sistema di ricatti, di soprusi e di illegalità che vige all’interno dei Terminal anche grazie al silenzio, all’omertà e alla collusione dei sindacati confederali.
Se i padroni di MSC e i loro zerbini credono di mettere a tacere le voci scomode con continue rappresaglie e licenziamenti, hanno fatto male i conti!
Nelle prossime settimane continueremo a denunciare pubblicamente e in ogni sede quanto è accaduto e sta accadendo nei Terminal del Porto di Napoli.
Siamo sin d’ora a completa disposizione degli organi di stampa locali e nazionali per ogni ulteriore informazione e chiarimento al riguardo, a partire dall’assemblea nazionale indetta dal SI Cobas domenica 29 settembre nella sala Santa Maria La Nova a Napoli per lanciare lo sciopero generale del 25 ottobre e le mobilitazioni autunnali per migliori condizioni di lavoro, salariali e di vita.
Vogliamo lavorare per vivere, in condizioni salariali e di sicurezza adeguate, non per rischiare ogni giorno la morte in nome dei profitti.

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