L'accordo sottoscritto a fine marzo tra la ditta - multinazionale - Pellegrini dell'appalto Acciaierie d'Italia e Cisl e Usb, prevede che solo per una parte minoritaria dei lavoratori e lavoratrici part time viene confermato il rapporto di lavoro a tempo indeterminato e le 24 ore settimanali; per tutti gli altri NO. Si tratta di una vera e propria discriminazione e divisione tra i lavoratori e lavoratrici, fondata su un "criterio di premialità", cioè di piena disponibilità verso l'azienda. Già il fatto di legare un diritto al lavoro e all'aumento dell'orario ad un "premio" è osceno. Ma quale "premio"? Gli operai e le operaie in questi quasi 3 anni di pandemia si sono fatti il "mazzo", hanno dovuto lavorare anche a rischio di prendersi il covid, e invece che ottenere diritti gli viene concesso un premio dal padrone? Di fatto, poi, questo "premio" viene legato ad una sorta di fedeltà all'azienda, alla subordinazione ai criteri di "prottività, efficienza e obiettivi". La Pellegrini, grazie a questo lavoro ha incassato profitti, ai lavoratori si concede un premio... Ma non a tutti! Chi è stato in malattia, chi ha dovuto per motivi familiari assentarsi viene "punito". Colpendo soprattutto le donne. Per le lavoratrici solo la "maternità obbligatoria o facoltativa" non viene definita "assenza", ma tutto il resto sì: problemi di salute che le lavoratrici hanno per dover fare il doppio lavoro, in fabbrica e in casa, problemi familiari, con i figli, problemi di assistenza anziani (che vengono scaricati sempre sulle donne)...
Questo accordo discriminatorio della Pellegrini e Cisl/Usb viola anche norme dello Statuto dei Lavoratori e deve essere ritirato
Lo sciagurato e illegale accordo sottoscritto a marzo dalla azienda dell'appalto Acciaierie d'Italia, Pellegrini Spa e da Cisl eUsb, nella sua applicazione si sta dimostrando ancora peggiore. La maggiorparte dei lavoratori e lavoratrici che nei due anni di covid erano passati a 24 ore, non stanno avendo la stabilizzazione delle 24 ore perchè hanno superato le 48 ore di assenza per malattia; ma da queste assenze vengono arbitrariamente escluse buona parte delle malattie, anche interventi operativi, periodi di quarantena per covid - in cui era vietato dalla normativa Asl uscire di casa, malattie psichiche, ecc.
A questo ora si sta aggiungendo un altro sopruso. Gli stessi sindacati firmatari, vedendo che anche loro iscritti non rientrano nella stabilizzazione delle ore e arrampicandosi sugli specchi, stanno dicendo ai lavoratori di presentare all'azienda cartelle cliniche, cioè di permettere che sia l'azienda a decidere se quella patologia e il livello di malattia sia riconosciuta o meno nei criteri fissati dall'accordo. Violando in questo modo sia la privacy di donne e uomini, sia la normativa sanitaria che impedisce che l'azienda sia "giudice" della patologia del lavoratore.
Siamo anche all'aperta violazione dello Statuto dei Lavoratori - riportiamo questi due articoli:
ART. 5. - Accertamenti sanitari. Sono vietati accertamenti da parte del datore di lavoro sulla idoneità e sulla infermità per malattia o infortunio del lavoratore dipendente. Il controllo delle assenze per infermità può essere effettuato soltanto attraverso i servizi ispettivi degli istituti previdenziali competenti, i quali sono tenuti a compierlo quando il datore di lavoro lo richieda. Il datore di lavoro ha facoltà di far controllare la idoneità fisica del lavoratore da parte di enti pubblici ed istituti specializzati di diritto pubblico. ART. 6. - Visite personali di controllo.
ART. 16. - Trattamenti economici collettivi discriminatori. È vietata la concessione di trattamenti economici di maggior favore aventi carattere discriminatorio.
Occorre opporsi a questo accordo! Fare assemblee e pretenderne l'immediato ritiro.
Per tutte vi deve essere conferma del rapporto di lavoro e dell'incremento di orario!
Lavoratrici Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto
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