martedì 19 dicembre 2023

19 dicembre - LOTTA DEI PRECARI IN QUESTA FASE: un intervento dello Slai Cobas sc di Palermo

 

A Palermo organizziamo lavoratori che rientrano nel mondo infinito e variegato dei precari. Sono lavoratori delle cooperative sociali e sono uno di quei settori che hanno tra i salari più bassi in Italia, arrivano a circa 8 € se hanno fatto un tot di anni, se no è anche più basso. In questi settori, dove in prevalenza lavorano donne, esiste la rivendicazione del salario minimo, che il governo Meloni ha bocciato facendo la finta paladina dei lavoratori, dicendo che i padroni alla fine poi lo userebbero come misura per abbassare gli altri salari un pò più alti. Questi discorsi che servono a creare confusioni anche tra i proletari vanno smascherati.

Così come il legame guerra/salari, come se l'abbassamento dei salari fosse conseguenza diretta della guerra, mentre in realtà, sì la guerra incide, ma i salari già venivano attaccati prima, come la questione prezzi, del carovita. Anche questo va chiarito. Mentre gli stessi sindacati di base tendono a schiacciare la questione dei salari, dei prezzi come effetto della guerra, senza invece dare una spiegazione scientifica del perché i salari vengono attaccati o perché aumentano i prezzi, del rapporto salari/profitti, eccetera.

Occorre tra i lavoratori portare contenuti netti e chiari, perché questo aiuta a comprendere la lotta che si deve portare avanti.

L'attacco ai diritti dei lavoratori mette in campo delle lotte, ma oggi non possono essere più le solite lotte fatte finora, a volte addirittura elemosinante nei confronti delle Istituzioni come fanno i confederali. 

Le lotte devono essere adeguate allo scontro di fase. In questo occorre far fare un salto ai lavoratori.

La lotta immediata per la difesa dei posti di lavoro nei settori precari si lega a temi e necessità di lotte più ampie, più nazionali e che legano oggettivamente questa fetta di precari a tutto un mondo molto più ampio di precari, anche di disoccupati. Sicuramente una di queste lotte è quella del salario minimo, al reddito di cittadinanza. La maggioranza sono donne. Quest'anno siamo riusciti a farle rientrare quasi tutti al lavoro, però non tutti. Quindi ci sono state lavoratrici che hanno dovuto ricorrere al reddito di cittadinanza, ma adesso con le misure del governo sono tagliate fuori anche da questa misura. Per questo la lotta, pur partendo dalle istanze più immediate, deve necessariamente essere investita da questi temi. I precari, i disoccupati devono capire l'importanza di una lotta più ampia.

E questo vale anche per gli operai perché il capitale usa l'esercito industriale di riserva, i disoccupati che "pressano ai cancelli" per abbassare i salari degli operai. Su questo, per esempio a Palermo ai Cantieri navali, abbiamo avuto discussioni con diversi operai, uno "scontro", perché le posizioni diversi operai erano reazionarie, in particolare sul reddito di cittadinanza che "è giusto che sia cancellato, perchè dato a parassiti, gente che non fa niente...".

Anche sulla questione guerra siamo gli unici ad avere portato lavoratori precari, disoccupati alla fabbrica. Hanno interloquito con gli operai, e in queste discussioni anche accese, operai hanno avuto atteggiamento diverso. Perché vedendosi il precario davanti che gli diceva "ma io lo vivo sulla mia pelle, ma tu mettiti anche nei miei panni" ecc. gli operai stavano ad ascoltare e alcuni cambiavano posizione. Si deve lavorare per l'unità tra gli operai e gli altri settori di lavoratori.







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