Lo Slai cobas non si fiderà mai di padroni, commissari, governo e sindacati che dicono che non ci saranno esuberi, sapendo bene che i piani dei commissari sono a breve termine e i piani dei padroni nuovi tutto potranno essere e fare che mantenere gli organici attuali.
Lo Slai cobas non chiamerà mai un “risultato” ridurre i nuovi cassintegrati come i vecchi cassintegrati di Ilva AS a 840 euro che possono arrivare massimo a 1.200 euro di salario;
Lo Slai cobas non crederà mai alle promesse di governo, Commissari, dirigenti sindacali confederali, Usb compreso, che nel 2026 tutti i cassintegrati Acciaieria e Ilva AS rientreranno in fabbrica.
Noi siamo quelli che hanno sempre detto che l’amministrazione straordinaria e la via scelta dal governo Meloni/Urso avrebbe portato ad un peggioramento in termini di lavoro, salario, futuro dei lavoratori, risoluzione dei problemi della sicurezza e salute in fabbrica e sul territorio.
Lo Slai cobas è indignato per l’accoglienza calorosa fatta dall’Usb al Min. Urso ed Emiliano alla festa del Usb il 26 luglio, e per il sostegno incondizionato dato da Rizzo e Usb – dagli altri sindacati non avevamo dubbi – al piano di ripartenza e di svendita della fabbrica a nuovi padroni. Questo non è fare sindacato e chi lo pensa si sbaglia e lo vedrà sulla propria pelle nei prossimi mesi e ancor più nei prossimi anni.
Lo Slai cobas non lavorerà mai per trasformare i cassintegrati in Lpu, lavoranti gratis per i Comuni, né per considerare “incentivo all’esodo” un obiettivo di una vertenza sindacale.
Su quello che significa questo accordo per l’appalto, stendiamo un velo pietoso e non tanto perché le ditte dell’appalto in parte, solo in parte, avranno i soldi promessi dal governo che non sono certo il 70%, quanto perché scaricheranno sugli operai il costo vero di questa crisi e di questo accordo in termini di licenziamenti, cassintegrazione permanente/flessibilità e contratti precari.
Figuriamoci se una fabbrica piena di cassintegrati Ilva si potrà mai riempire di operai dell’appalto.
E’ inutile dire che un accordo considerato “così importante e così bello” dai sindacati Confederali e Usb, andrebbe sottoposto all’approvazione dei lavoratori in assemblee generali all’esterno delle portinerie - e andrebbe rigettato.
Noi abbiamo già detto che in questa fabbrica, se vogliamo salvare lavoro, salario, salute e realizzare un vero piano ambientale, serve un’altra lotta, un’altra linea sindacale e un altro sindacato.
Su questo, anche se la situazione la consideriamo davvero difficile e negativa, riprenderemo a insistere da settembre in poi.
Vogliamo innanzitutto dei comitati autonomi degli operai, vogliamo una piattaforma operaia alternativa a questo accordo, che insista innanzitutto sulla integrazione salariale vera della cig al 100%. Vogliamo organizzare una minoranza di operai che non accettano lo stato di cose esistenti e che lavori per diventare maggioranza.
Un lungo commento all’incontro tra Usb/Urso/Emiliano alla festa di Usb del 26 luglio è disponibile sul blog tarantocontro – https://tarantocontro.
invitiamo ad ascoltare e a mandare vostri commenti (vocali o scritti) a WA 3519575628
31.7.24
SLAI COBAS per il sindacato di classe – Acciaierie e appalto
Taranto Via Livio Andronico, 47 – WA 3519575628 – slaicobasta@gmail.com – tel. 3475301704