Oltre al cancro anche la
beffa: licenziata per troppe assenze
Domenica, 15
Febbraio 2015 09:21
Redazione
Contropiano
Simona, 40 anni, malata oncologica e dipendente del
negozio Saturn del centro commerciale Romaest di Roma. Tornata a casa dopo 2
mesi di ospedale, ha trovato a farle gli onori di casa sua figlia e un bel
telegramma che le ha annunciato il licenziamento per “superamento del periodo
di comporto”.
MEDIAMARKET S.p.A, azienda italiana di Media-Saturn Holding GmbH[, che a sua volta appartiene al gruppo tedesco METRO AG (DAX: MEO), prima catena di elettronica di consumo in Europa con oltre 974 megastore distribuiti in 16 paesi europei, ha applicato alla lettera il contratto di lavoro e non ha avuto alcun riguardo per la lavoratrice, mamma di una figlia, che ora si ritrova a combattere contro il cancro e contro la disoccupazione. «È il prodotto di una società che annulla l’aspetto umano» - dichiara Francesco Iacovone dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato - «I lavoratori sono meri strumenti di produzione, al pari di uno scaffale. Il morale, la serenità e la sicurezza economica, in questa malattia, fanno la differenza. E l’azienda pur applicando le le regole contrattuali, ha dimostrato di non aver il minimo riguardo per una sua dipendente che da tanti anni lavora per questa multinazionale». «Impugneremo il licenziamento e chiederemo l’immediato reintegro» - prosegue il sindacalista Usb - «forti anche di quanto accaduto recentemente a Brindisi. Patrizia, 52 anni, impiegata della multinazionale Lyondell Basell (azienda del settore petrolchimico) malata di cancro è stata reintegrata, grazie a una petizione di 80mila firme e un accordo con la multinazionale. Rientrerà a lavoro il prossimo lunedì 16 febbraio. Patrizia era stata licenziata dall’azienda il 17 novembre scorso, dopo 25 anni di servizio.» «Adesso è il turno di Simona. Insieme ai suoi colleghi organizzeremo delle iniziative per sostenerla, intanto abbiamo lanciato in rete un hashtag: #dallapartediSimona», conclude Francesco Iacovone. «Giudiziaria o sindacale, troveremo la strada per riconsegnarle lavoro e dignità».
MEDIAMARKET S.p.A, azienda italiana di Media-Saturn Holding GmbH[, che a sua volta appartiene al gruppo tedesco METRO AG (DAX: MEO), prima catena di elettronica di consumo in Europa con oltre 974 megastore distribuiti in 16 paesi europei, ha applicato alla lettera il contratto di lavoro e non ha avuto alcun riguardo per la lavoratrice, mamma di una figlia, che ora si ritrova a combattere contro il cancro e contro la disoccupazione. «È il prodotto di una società che annulla l’aspetto umano» - dichiara Francesco Iacovone dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato - «I lavoratori sono meri strumenti di produzione, al pari di uno scaffale. Il morale, la serenità e la sicurezza economica, in questa malattia, fanno la differenza. E l’azienda pur applicando le le regole contrattuali, ha dimostrato di non aver il minimo riguardo per una sua dipendente che da tanti anni lavora per questa multinazionale». «Impugneremo il licenziamento e chiederemo l’immediato reintegro» - prosegue il sindacalista Usb - «forti anche di quanto accaduto recentemente a Brindisi. Patrizia, 52 anni, impiegata della multinazionale Lyondell Basell (azienda del settore petrolchimico) malata di cancro è stata reintegrata, grazie a una petizione di 80mila firme e un accordo con la multinazionale. Rientrerà a lavoro il prossimo lunedì 16 febbraio. Patrizia era stata licenziata dall’azienda il 17 novembre scorso, dopo 25 anni di servizio.» «Adesso è il turno di Simona. Insieme ai suoi colleghi organizzeremo delle iniziative per sostenerla, intanto abbiamo lanciato in rete un hashtag: #dallapartediSimona», conclude Francesco Iacovone. «Giudiziaria o sindacale, troveremo la strada per riconsegnarle lavoro e dignità».
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