da rassegna.it
"I lavoratori dell'indotto non possono essere la
valvola di sfogo delle tensioni che la politica di ThyssenKrupp su Ast Terni
sta generando dopo l'accordo del 3 dicembre. La multinazionale sta portando
all'estremo la sua strategia di contenimento dei costi sugli appalti e, a
catena, le ditte appaltatrici, pur di non perdere commesse vitali, scaricano
sui lavoratori tutto il peso degli sconti imposti". Lo affermano in una
nota unitaria Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria al termine dell'attivo dei delegati
dell'indotto delle acciaierie ternane che si è svolto oggi (17 febbraio) presso
la sala degli edili di Terni, con la partecipazione, tra gli altri, di Mario
Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria. La conseguenza di queste
scelte, prosegue il comunicato, "già ben visibile, è la perdita di posti
di lavoro, oltre all'abbassamento di salari e diritti attraverso una modifica
dei contratti applicati". Di fronte a questa situazione Cgil, Cisl e Uil
dell'Umbria e di Terni sono pronte ad "aprire una vera vertenza
dell'indotto di Ast".Un mondo complesso quello dell'indotto di Ast, fatto
di almeno 1.500 lavoratori (non si conosce un numero preciso per la difficoltà
di penetrare a fondo un universo molto articolato, composto anche da tantissime
piccole e piccolissime realtà) che sta attraversando una fase di grande
difficoltà.
"La gestione dell'accordo del 3 dicembre su Ast,
che era l'unico accordo possibile - hanno spiegato i sindacati nel corso
dell'iniziativa - sta comunque generando effetti negativi sugli appalti in
termini di volumi e occupazione. Le nostre organizzazioni hanno già denunciato
la perdita di posti di lavoro, almeno un centinaio quelli accertati, ma se non
si inverte la tendenza le cifre sono destinati a crescere".Nei numerosi
interventi, i delegati, tra i quali anche diversi migranti, presenti in gran
numero nel sistema dell'indotto Ast, hanno sottolineato la gravità della
situazione: "Gli sconti selvaggi richiesti da Thyssen alle ditte
dell'indotto attraverso il ricatto 'o accetti o sei fuori' stanno ricadendo
sulle nostre spalle.
Molte aziende hanno già messo mano ai contratti, altre
ai licenziamenti".
"Basta guardare quello che è successo alla portineria
'Serra' (quella riservata ai lavoratori delle ditte terze, ndr) - ha detto uno
dei delegati intervenuti - dove fino a qualche anno fa c'era una fila
interminabile, mentre oggi in un minuto si riesce ad entrare".
Di qui la necessità di un'azione compatta dei
lavoratori (significativa a riguardo la presenza dei delegati di Tk-Ast
all'attivo) e dei sindacati, per pretendere, in primo luogo, il rispetto di
quanto previsto dall'accordo del 3 dicembre: accordo sottoscritto da tutte le
istituzioni, dal governo, alla Regione, agli enti locali - hanno ricordato
sindacati e lavoratori - e che prevedeva garanzie anche per il sistema degli
appalti, in termini di ricollocamento e formazione. "Ad oggi quegli
impegni sono rimasti sulla carta", è la denuncia di Cgil, Cisl e Uil,
mentre sul versante delle imprese "è assordante il silenzio delle
associazioni datoriali, che dura ormai da anni".
Chiamare le istituzioni alle proprie responsabilità
rispetto agli impegni sottoscritti, "costringere" le associazioni
delle imprese a confrontarsi sul sistema complessivo degli appalti, continuare
il percorso in prefettura per monitorare anche le ricadute in termini di
legalità sul territorio: questi i punti fondamentali della vertenza che Cgil,
Cisl e Uil, attraverso il coordinamento delle Rsu/Rsa dell'indotto Ast,
intendono portare avanti, pronte a mettere in campo "qualsiasi iniziativa
si renda necessaria, a partire da una manifestazione sotto la Regione".
"Il fatto che oggi siano qui insieme lavoratori
metalmeccanici, dei trasporti, dell'edilizia, del commercio, della cooperazione
- ha osservato nel suo intervento conclusivo Mario Bravi, segretario generale
della Cgil dell'Umbria intervenuto anche a nome di Cisl e Uil regionali - è già
un elemento importante e non scontato. Per questo Cgil, Cisl e Uil regionali
hanno il dovere di dare seguito a questa iniziativa, non solo per l'enorme
importanza che il sistema Ast riveste nell'economia umbra (20% del Pil), ma per
sanare una contraddizione: tutti, a partire dal governo, esaltano l'accordo del
3 dicembre, frutto di 40 giorni di sciopero e mobilitazione dei lavoratori
delle acciaierie, come una medaglia da lucidare, poi però quando si tratta di
tradurre in fatti concreti tutte le cose che l'accordo prevede, vediamo un
ritardo e un'inerzia inaccettabile. I lavoratori degli appalti non sono
invisibili - ha concluso Bravi - e il nostro impegno sarà quello di chiedere
alla presidente Marini un incontro immediato per fare chiarezza sulle azioni
concrete che la Regione intende mettere in campo da subito per rispettare gli
impegni presi. E senza risposte, sarà mobilitazione".
Nessun commento:
Posta un commento