1°
comunicato
Slai Cobas
per il sindacato di classe Ilva appalto Taranto
info
347-5301704
La montagna
degli “emendamenti” ha partorito un topolino, imponendolo anche con la
"fiducia", e lasciando come prima tutti i problemi, dai fondi
totalmente inadeguati, all'incertezza sul pagamento dei salari, dalla garanzia
dei posti di lavoro per gli operai dell'Ilva e dell'appalto ai problemi di
bonifiche e salute.
Le modifiche
non fanno che confermare che i crediti pregressi al 20 gennaio da parte
dell'indotto vanno nella massa passiva, unico miglioramento è la
prededucibilità di questi crediti ma soltanto per le imprese strategiche cioè
quelle che hanno fatto interventi di risanamento ambientale.
Quindi fermo restando la lungaggine di anni per l'effettiva esigibilità di questi crediti, tutte le ditte dell'appalto che hanno operato in attività ordinarie vengono di fatto escluse.
Alle piccole e medie imprese, compreso gli autotrasportatori, si dà il contentino della sospensione del pagamento di rate di mutui, di tributi.
Non si fa che ribadire i tempi e l'entità dell'attuazione degli interventi Aia (l'80% di quelli in scadenza a luglio 2015), lasciando al commissario straordinario la scelta di quali debbano essere questi interventi (per cui quelli più grossi e più onerosi, ma più essenziali per abbattere l'inquinamento – vedi copertura Parchi minerali, ecc. - saranno proprio quelli rinviati).
Per il commissario straordinario resta lo scandalo dell'immunità penale e amministrativa.
I fondi destinati alle bonifiche restano sempre quelli previsti, che sono totalmente insufficienti; come resta la tragicommedia del trasferimento delle somme sequestrate ai Riva che ora dovrebbero andare al risanamento ambientale dello stabilimento; per il loro utilizzo, il decreto emendato prevede un meccanismo farraginoso, con cui l'Ilva in amministrazione straordinaria si fa garante con la sottoscrizione di obbligazioni intestate al Fondo unico giustizia.
Resta tutta la vaghezza sul programma di interventi e quindi sui tempi per la bonifica dell'area di Taranto, lasciata alla pianificazione del commissario straordinario.
Quindi fermo restando la lungaggine di anni per l'effettiva esigibilità di questi crediti, tutte le ditte dell'appalto che hanno operato in attività ordinarie vengono di fatto escluse.
Alle piccole e medie imprese, compreso gli autotrasportatori, si dà il contentino della sospensione del pagamento di rate di mutui, di tributi.
Non si fa che ribadire i tempi e l'entità dell'attuazione degli interventi Aia (l'80% di quelli in scadenza a luglio 2015), lasciando al commissario straordinario la scelta di quali debbano essere questi interventi (per cui quelli più grossi e più onerosi, ma più essenziali per abbattere l'inquinamento – vedi copertura Parchi minerali, ecc. - saranno proprio quelli rinviati).
Per il commissario straordinario resta lo scandalo dell'immunità penale e amministrativa.
I fondi destinati alle bonifiche restano sempre quelli previsti, che sono totalmente insufficienti; come resta la tragicommedia del trasferimento delle somme sequestrate ai Riva che ora dovrebbero andare al risanamento ambientale dello stabilimento; per il loro utilizzo, il decreto emendato prevede un meccanismo farraginoso, con cui l'Ilva in amministrazione straordinaria si fa garante con la sottoscrizione di obbligazioni intestate al Fondo unico giustizia.
Resta tutta la vaghezza sul programma di interventi e quindi sui tempi per la bonifica dell'area di Taranto, lasciata alla pianificazione del commissario straordinario.
RESTA,
QUINDI, UN DECRETO SOLO SALVA ILVA PER GLI INTERESSI DEI PADRONI FUTURI, MENTRE
NON SALVA AFFATTO LAVORO E BONIFICHE.
SLAI COBAS
per il sindacato di classe Ilva appalto Taranto
347-5301704
20-2-2015
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