Picchetti alla Mirror, la Lega
contro i manifestanti
Il deputato Pini: "Pronte due
interrogazioni". E Fabbri chiede l'espulsione dei contestatori stranieri
Sant’Agostino. “Non è tollerabile che in un Paese
che si dice civile, e in un momento di drammatica crisi
economica, un’azienda che dà lavoro sia ricattata da un gruppetto di
immigrati che usano metodi inaccettabili per ottenere vantaggi personali”. A
dirlo il deputato leghista Gianluca Pini, nelle ore del nuovo sit in
dei 14 ex lavoratori della cooperativa di facchinaggio Lk di Trebbo di
Reno, che anche nell’ultima settimana si sono riuniti in un sit-in davanti ai
cancelli dello stabilimento impedendo ai dipendenti dell’azienda di
Sant’Agostino di entrare nella fabbrica. La presa di posizione della Lega Nord
giunge dopo le lamentele di Stefano Guidi, amministratore delegato della
Mirror, che nei giorni scorsi si era recato in questura per segnalare i disagi
per i dipendenti. “Se i lavoratori della Lk non sono stati pagati – erano le
sue parole – se la devono prendere con la cooperativa con la quale abbiamo
recesso il contratto per gravi inadempienze a settembre dopo ben sei lettere di
richiamo a partire da aprile, direi che siamo andati ben oltre i limiti della
sopportazione”. Dello stesso avviso Pini, che chiede l’intervento delle
istituzioni pubbliche per riportare la situazione alla normalità: “Auspichiamo
che il prefetto – afferma il deputato leghista -, più volte sollecitato a
intervenire, voglia porre in essere tutte le azioni per garantire le legalità e
che le denunce presentate dall’azienda (l’accusa è ‘estorsione’) non cadano nel
vuoto”. Riguardo alla situazione di Sant’Agostino Pini si dichiara pronto a
presentare due interrogazioni: “Una – spiega il deputato – per chiarire le
ragioni per cui da mesi non sono state individuate soluzioni definitive per
garantire l’ordine pubblico e la tutela del diritto al lavoro dell’impresa e
degli addetti, e un’altra sul profilo penale della vicenda”. E all’appello del
deputato si associa anche il bondenese Alan Fabbri, capogruppo leghista in
consiglio comunale: “Sarebbe un segnale devastante – afferma Fabbri – sia
per il senso civico, sia per la legalità, lasciare a un gruppetto organizzato
la possibilità di mettere in scacco il lavoro e l’attività di un’azienda, che
per ogni giorno di blocco, lo ricordiamo, sconta danni per 40mila euro. In un
Paese civile questa gente, che protesta con metodi violenti e invasivi, sarebbe
già stata espulsa. Nessuna tolleranza verso ricatti e minacce. Inutile che
Alfano si riempia la bocca con l’antiterrorismo se non è neanche in grado di
sbloccare un presidio non autorizzato che sta causando danni economici e
occupazionali incalcolabili”.
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