OGGI PROVIAMO A RISPONDERE A 3 DOMANDE:
1) Il valore dei prodotti è dato dalla quantità di lavoro necessario?
2) Questo lavoro è dispendio della forza lavoro semplice?
3) Ma è solo nella società capitalista che il “lavoro” produce merci?
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1) Il valore dei prodotti è dato dalla
quantità di lavoro necessario, quindi le merci che sono prodotte nello stesso
tempo di lavoro hanno lo stesso valore di scambio?
Il valore di
scambio è il rapporto quantitativo in cui una merce si scambia con un'altra
merce. Ma da che cosa dipende il suo valore di scambio? In che misura una merce
si scambia con un'altra merce?
Se facciamo
astrazione delle loro differenti caratteristiche fisiche, permane nelle merci
una sostanza comune, che le rende uguali l'una all'altra, nonostante l'estrema
loro diversità qualitativa. La sostanza comune, che rende le merci
confrontabili e convertibili reciprocamente consiste nel fatto che esse sono
prodotto di lavoro umano, materializzazioni di lavoro. Sostanza comune delle
merci è dunque il lavoro. Il valore di una merce qualsiasi dipende dal lavoro
incorporato in essa.
Se il valore
di una merce dipende dal lavoro in essa incorporato, come se ne determina la
grandezza? La grandezza si determina mediante la quantità della sostanza
"valorificante" (il lavoro) da essa contenuta. Ma la quantità di lavoro
si misura a sua volta con la durata temporale, ossia con il tempo di lavoro,
calcolato a frazioni di tempo, come ora, giorno, mese ed anno. Quindi la misura
della grandezza del valore è data dal tempo di lavoro.
Quindi le merci che sono prodotte nello stesso tempo di lavoro
hanno lo stesso valore di scambio
Ma il tempo
di lavoro di una merce è quello occorrente alla sua produzione in condizioni
medie sociali. Benché tali
condizioni varino di tempo in tempo e di paese in paese, ciononostante, in
un'epoca data ed in un paese determinato, questo tempo di lavoro è dato,
determinato. Ma che cosa significa specificatamente tempo di lavoro medio
sociale? Significa che per merci della stessa natura, prodotte nello stesso
periodo di tempo, si considera tempo di lavoro, non quello individuale del
singolo produttore, bensì quello medio risultante dalla somma dei lavori
oggettivati in quelle merci (altrimenti – per semplificare - un operaio lento
farebbe, solo per questo, salire di valore la merce rispetto a quella prodotta
da un operaio più svelto)
Il tempo di lavoro è una grandezza variabile. Esso varia con il cambiamento
della forza produttiva del lavoro, che si verifica in conseguenza di molteplici
fattori (sviluppo della tecnica, combinazioni sociali del lavoro, particolari
situazioni naturali). La grandezza di valore di una merce varia comunque
direttamente con il variare della quantità di lavoro (cioè, più c'è lavoro,
tempo di lavoro e più incorporano valore), e inversamente col variare della
forza produttiva (cioè di meno lavoro c'è bisogno meno valore ha quella merce).
A determinare la grandezza del valore resta quindi soltanto il tempo di
lavoro socialmente necessario a fornire un dato valore d'uso.
2) Questo lavoro è dispendio della forza
lavoro semplice?
Facendo astrazione dal suo carattere utile, il lavoro, dal punto di
vista esclusivo del valore, si presenta soltanto come dispendio di forza
lavorativa umana, che ognuno in media possiede nel proprio organismo
fisico. Tale dispendio di forza lavoro, senza sviluppo particolare, istruzione
speciale, ecc., è il lavoro semplice. Per contro, tutti gli altri tipi
di lavoro, che richiedono un grado maggiore di abilità, un'istruzione
particolare, sforzi maggiori, ecc., sono lavoro complesso. Ogni lavoro
complesso consiste in una quantità maggiore di lavoro semplice, può
considerarsi come lavoro semplice potenziato o moltiplicato, e
può quindi ridursi a lavoro semplice.
3) Ma è solo nella società capitalista
che il “lavoro” produce merci?
Si. Come scrive Marx "La ricchezza delle società, nelle quali
predomina il modo di produzione capitalistico, si presenta come una immane
raccolta di merci e la singola merce si presenta come sua forma
elementare."
Tutto ciò
che si produce nella moderna società lo si produce per il mercato. Anche
in passato i prodotti del lavoro sono stati destinati, entro certi
limiti, al mercato. Ma è soltanto con il capitalismo che tale risultato
diventa generale. Qui in linea di massima tutti i prodotti assumono la forma di
merce; che, ripetiamo, ha la proprietà di appagare dati bisogni umani e
quella di scambiarsi con altre merci secondo una certa proporzione.
Nel sistema
sociale capitalistico i lavori privati, mediante lo scambio generalizzato,
diventano immediatamente articolazioni naturali spontanee della divisione
sociale del lavoro, del lavoro complessivo, lavori sociali che producono
oggetti che diventano merci.
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