18 persone su 100 ricollocate, tutti gli altri saranno
disoccupati
Agnesi, tutto fatto per i
licenziamenti. Capacci sotto accusa: "Siamo schifati"
venerdì 02 dicembre 2016
Una manciata di dipendenti ha
accettato di trasferirsi a Fossano, in provincia di Cuneo. Gli altri a spasso,
perché la pasta a Imperia non si farà più. Lo stabilimento, forse, diventerà un
museo della pasta.
IMPERIA - Ora è finita per davvero. Con la firma dei verbali di
conciliazione si mette la ceralacca sulla pratica dei licenziamenti in Agnesi.
Tutte le lettere sono state consegnate.
Una manciata di dipendenti ha accettato
di trasferirsi a Fossano, in provincia di Cuneo. Gli altri a spasso,
perché la pasta a Imperia non si farà più. Lo stabilimento, forse, diventerà un
museo della pasta e comunque sarebbe necessario superare il vincolo di
destinazione d'uso: lo ha annunciato il sindaco Capacci proprio
durante gli ultimi colloqui mandando su tutte le furie sindacalisti e
lavoratori. “Che brutta figura” è il mugugno più gentile.
“L’amministrazione non ci ha mai voluto. Si
prendano la responsabilità di occuparci in qualche modo. Al McDonald ci vanno i
ragazzini, noi non ci prendono”, si sfoga un lavoratore. Di cento addetti in
fabbrica, 15 se ne andranno nello stabilimento Colussi di Fossano,
appena 3 passeranno a Plin e tutti gli altri entreranno in Naspi (sostegno
di disoccupazione) a partire dal 2 gennaio. Un finale già scritto, che i
lavoratori hanno provato a cambiare fino all’ultimo. Tutto inutile. “Ci
sorprende soprattutto il sindaco Capacci che dichiara il cambio di
destinazione d’uso proprio oggi. Una dichiarazione fuori luogo che fa il male
di tutti i lavoratori. Siamo schifati, doveva aiutarci prima. Non ha
fatto una bella figura”. Nessuno sconto nemmeno dai sindacati. Gigi
Lazzarini della Cisl imperiese: “Poteva risparmiarselo. Sono state
bocciate due mozioni per non cambiare destinazione d’uso, una terza era stata
approvata. Lui, col morto ancora caldo, cerca di cambiare le cose. Il museo?
Una favola che non vedremo mai. Al quinto piano, dove non si vedranno nemmeno i
macchinari, mi sembra una proposta folle”. Il futuro è fosco. “I lavoratori non
sono innamorati della busta paga di Colussi – dice Giovanni Trebini
di Cgil Imperia – ma sono preoccupati perché non c’è lavoro. Inutile
cercarlo, si consumano le suole delle scarpe. Il lavoro qui non c’è”. Quasi
duecento anni di storia non hanno salvato Agnesi e le sue maestranze. Il
marchio resterà, ma non in via Schiva. Forse la pasta non cambierà
sapore. Ma a Imperia rimarrà a lungo l’amaro in bocca.
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