Lavoro, diciotto morti in cinque giorni
Paolo Ferrario sabato
3 dicembre 2016
Dopo il martedì nero di Messina, con
tre operai morti sulla nave Sansovino per le esalazioni di carburante,
l'Osservatorio indipendente di Bologna ha contato altre quindici vittime
Si chiude una
settimana nera per il mondo del lavoro italiano. Dopo la strage di Messina di
martedì, con tre operai morti per le esalazioni di carburante da una cisterna
che stavano pulendo sulla nave Sansovino, l'Osservatorio indipendente di Bologna ha contato altre
quindici vittime, alcune delle quali giovanissime. Come Matteo Bianchi, di
appena 23 anni, che ha perso la vita l'altra notte in un'azienda dolciaria di
Torino, finendo con la testa incastrata in un macchinario.
Poche ore prima era
toccato a Domenico Gangemi, anch'egli ventitreenne della Provincia di Reggio
Calabria, caduto sopra la struttura elicoidale del silos di una segheria e
morto sul colpo. A Castelguelfo, in provincia di Bologna, è deceduto Ferdinando
Procopio, 53 anni, investito da un muletto, mentre in provincia di Vibo
Valentia si è contata un'altra vittima dei trattori: Maurizio Purita di 36 anni
è rimasto schiacciato dal mezzo che stava manovrando. Infine, sull'autostrada
A14 un tamponamento è stato fatale a Claudio Boldrin, autostrasportatore di 50
anni.
«Ma nessuno fa niente»
«Ma come fa la classe dirigente di un Paese ad assistere senza far nulla
alla morte dei suoi figli migliori?», tuona Carlo Soricelli, 67 anni,
metalmeccanico di Bologna in pensione, che dal primo gennaio 2008 gestisce
l'Osservatorio delle morti sul lavoro. «Ogni giorno - racconta - passo dalle
tre alle quattro ore su Internet per scovare le notizie degli incidenti. Mi
sono imposto questa missione, a titolo assolutamente volontario, dopo la
tragedia della Thyssen Krupp di Torino, per onorare i tanti, troppi lavoratori
che perdono la vita. È un fenomeno intollerabile, ma lo è ancora di più il
fatto che nessuno delle istituzioni abbia mai risposto ai miei appelli. Non
chiedo nulla, mi basterebbe un cenno di apprezzamento da parte del governo o
del Parlamento. Sarebbe il segnale che, invece, queste tragedie coinvolgono
tutto il Paese». Di ciascun episodio, Soricelli descrive la dinamica e indica
il nome della vittima. Perché dietro ogni incidente non ci sono dei numeri, ma
persone che lasciano dietro di sé una lunga scia di dolore.
Lettera a Mattarella
Visto che nessuno rispondeva ai suoi ripetuti appelli, Soricelli ha deciso
di scrivere direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,
perché «il Paese non può assistere impotente a una strage così disumana». Dopo
la tragedia di Messina, preceduta dalla (ennesima) morte di un operaio delle
cave di marmo di Carrara, dal Quirinale è arrivato un forte monito: «Ribadisco
con forza l'esortazione a fare di tutto perché non si ripetano queste
gravissime tragedie. Ogni morte sul lavoro è inaccettabile in un Paese come il
nostro», si legge in una nota del Colle.
Denunce in aumento
Stando ai dati pubblicati dall'Inail sul proprio sito, nei primi nove mesi
del 2016 sono aumentate le denunce di infortunio. Dalle 463.189 dello stesso
periodo del 2015, si è passati a 470.924, con un incremento dell'1,67%. In
crescita del 3,39% anche le malattie professionali denunciate, mentre sono in
calo del 12,03% le denunce di incidente mortale: 753 rispetto alle 856 del
2015. Ad oggi, invece, l'Osservatorio di Bologna ha documentato 592 morti nei
luoghi di lavoro e oltre 1.300 considerando anche i decessi sulle strade e in
itinere, cioè lungo il tragitto casa-lavoro.
Da gennaio l'Ispettorato nazionale
Uno strumento per combattere gli infortuni e garantire maggiore legalità al
mercato del lavoro, rispetto alle sacche di lavoro nero ancora presenti, è
l'Ispettorato nazionale del lavoro, istituito con il Jobs Act, che partirà il
1° gennaio 2017, come ha confermato ieri il ministro del Lavoro, Giuliano
Poletti, intervenendo alla Consulta nazionale Anmil.
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